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LA TELENOVELA AUTOSTRADE È FINITA! - IL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE DI ATLANTIA HA DATO IL VIA LIBERA DEFINITIVO ALLA CESSIONE DI ASPI AL CONSORZIO GUIDATO DA CASSA DEPOSITI E PRESTITI - DOPO 22 ANNI I BENETTON DICONO BYE BYE ALLA CONCESSIONARIA DALLE UOVA D’ORO, CHE TORNA IN MANO PUBBLICA - DOMANI LA FIRMA DELL’OPERAZIONE, IL CLOSING È PREVISTO PER IL PRIMO TRIMESTRE DEL 2022…
Enrica Piovan per l’ANSA
Via libera definitivo all'operazione per la cessione di Autostrade per l'Italia al consorzio capeggiato da Cdp. Il consiglio di amministrazione di Atlantia ha dato il proprio ok all'offerta della società controllata dal Mef insieme ai fondi stranieri Blackstone e Macquarie per l'88,06% della concessionaria, che dopo 22 anni esce dall'orbita della famiglia Benetton e torna in mano pubblica. Domani è atteso il signing dell'operazione, il cui closing è previsto nel primo trimestre del 2022.
Il consiglio di amministrazione di Atlantia, riunitosi in mattinata, forte del parere favorevole espresso dall'assemblea degli azionisti del 31 maggio, ha approvato l'offerta vincolante del consorzio e dato mandato al presidente Fabio Cerchiai e all'amministratore delegato Carlo Bertazzo per la finalizzazione e la sottoscrizione dell'accordo nel rispetto della scadenza, che è domani 11 giugno.
soccorsi dopo il crollo del ponte morandi
Il via libera all'offerta per la cessione dell'intera quota detenuta da Atlantia in Aspi era praticamente scontato dopo il voto dei soci, che lunedì scorso si sono espressi ampiamente a favore: l'86,86% del capitale rappresentato in assemblea ha infatti detto 'sì' alla proposta formulata dal cda.
Board che aveva già riconosciuto i "miglioramenti" dell'offerta (da 9,1 miliardi di euro, con una ticking fee del 2%, che porta la valorizzazione complessiva a circa 9,3 miliardi) ma soprattutto aveva riconosciuto come si trattasse dell'unica strada ormai percorribile.
Il riassetto di Aspi con l'uscita dei Benetton e l'ingresso di Cdp era la soluzione individuata dal precedente governo con l'accordo del 14 luglio 2020 per mettere fine al braccio di ferro iniziato dopo il crollo del ponte Morandi e arrivato più volte vicino alla revoca della concessione. La strada per raggiungere quella soluzione però non è stata facile: sono serviti mesi di trattative delicate, rese ancor più incerte da un progetto alternativo - poi naufragato - di scissione e dall'interesse arrivato in extremis - ma mai concretizzato in offerta - della spagnola Acs di Florentino Perez. Ora la strada è spianata.
Dopo la firma, ci vorranno alcuni mesi per chiudere l'operazione: l'accordo è sottoposto alle condizioni sospensive (tra cui, approvazione del Pef, dell'atto aggiuntivo, dell'atto transattivo, Antitrust e Golden power, che dovranno verificarsi non oltre il 30 giugno 2022) e il closing (che non potrà avvenire prima del 30 novembre 2021) è previsto tra gennaio e marzo 2022. Aspi è pronta a voltare pagina.
Lo farà con "un piano di investimenti di 21 miliardi, estremamente ambizioso", per il quale avrà "bisogno delle competenze migliori", ha ricordato l'a.d. Roberto Tomasi. Prosegue infatti il piano per 2.900 nuove assunzioni, con l'ingresso da oggi dei venti ingegneri neolaureati formatisi nei Politecnici di Milano e Torino.
LA RENDITA DI AUTOSTRADE PER L'ITALIA
il crollo del ponte morandi
dario scannapieco 1
DARIO SCANNAPIECO
una veduta del moncone del ponte morandi da una finestra di via fillak
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