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Elena Dal Maso per www.milanofinanza.it
In Germania le banche hanno cominciato ad applicare i tassi negativi ai conti correnti sia privati che aziendali in seguito al taglio del costo del denaro lo scorso settembre da parte della Banca centrale europea. Ora i tassi sono al -0,5% e, nonostante nel contempo la Bce abbia arricchito il pacchetto di stimoli economici con il programma Tltro III di erogazione di liquidità al sistema finanziario e il tiering sui depositi, gli istituti temono l'effetto di erosione sui margini. Di qui la decisione di far pagare i clienti per i depositi in una fase storica, fra l'altro, in cui la liquidità è molto alta.
Sono già partiti alcuni casi ad ottobre, come spiega la Frankfurter Allgemeine Zeitung, con alcune banche di medie dimensioni che stanno facendo da apripista al sistema. A cominciare per prima, la Berliner Volksbank che ha annunciato nella seconda metà di settembre la decisione di richiedere un tasso di interesse negativo dello 0,5 percento su depositi a partire da 100mila euro a partire dal primo ottobre. Aggiungendo che è disposta eventualmente "a effettuare trattative private". Del resto questo storico cambio di passo, che la Svizzera conosce già, sta già creando qualche preoccupazione in Germania e sollevando le prime critiche.
mario draghi come dracula per la bild 1
La Volksbank parla di 100mila euro come "soglia elevata" per i clienti privati, mentre alle società il calcolo sugli interessi negativi viene fatto a partire da 500mila euro. Vuol dire per esempio che una persona dovrà pagare, per eccesso di liquidità sul conto corrente, 500 euro l'anno ogni 100mila euro solo per tenere depositato il denaro. Ovvero 5000 euro per ogni milione nel caso di una società. La decisione costituisce un sistema efficace per spingere i clienti verso il risparmio gestito, che garantisce un rendimento ben più interessante per gli istituti.
Altre due banche tedesche hanno intanto adeguato i loro tassi di interesse negativi. Si tratta di Raiffeisenbank Oberland, con sede a Bad Tölz, in Baviera, e di Volksbank Ettlingen nel distretto di Karlsruhe, che hanno deciso di applicare il -0,5% a partire da 250.000 euro. La questione è che, mentre la Bce chiede alle banche europee lo 0,5% ma poi riduce gli effetti negativi attraverso lo strumento del tiering sui depositi, quindi applica a scaglioni progressivi il tasso negativo, per ora le banche tedesche si limitano a chiedere il -0,5% in conto corrente.
Ieri pomeriggio Jean Pierre Mustier, ad di Unicredit e da qualche mese anche presidente della Federazione Bancaria Europea (Fbe), ha affrontato il tema, come ha scritto milanofinanza.it, spiegando che, per assicurare "la massima efficienza" alla politica monetaria della Bce "sarebbe estremamente importante che i tassi negativi non si fermassero nei bilanci bancari. E’ importante che la Bce dica alle banche, per favore passate i tassi negativi ai vostri clienti, proteggendo naturalmente i piccoli clienti con depositi inferiori ai 100 mila euro", ha spiegato il banchiere parlando a Bruxelles.
Per contro, la Danimarca sta iniziando ad offrire mutui a tassi negativi. Il Paese fa parte dell'Unione europea ma non dell'Eurozona e ha una propria banca centrale, che ha quasi azzerato il costo del denaro da anni (0,050%). Jyske Bank, terzo gruppo bancario del Paese, ha annunciato ad agosto che intende offrire ai propri clienti mutui a 10 anni a a tasso fisso negativo per lo 0,5%.
Nordea Bank, invece, con sede in Finlandia, ha reso noto che proporrà un mutuo a tasso fisso di 20 anni sul territorio danese che non addebita alcun interesse. Inoltre l'istituto di credito si sta preparando per la possibilità di erogare prestiti fino a 30 anni con tassi negativi. Attualmente, i tassi sui mutui fissi a 30 anni sono in media dello 0,5% in Danimarca, in ogni caso molto bassi.
Un tasso di interesse del -0,5% significa che i clienti rimborseranno meno dell'importo preso in prestito. Un'abitazione che cosa 1 milione di euro, se pagata interamente tramite mutuo a 10 anni, vede il prestito rimborsato alla banca pari a 995.000 euro. Bisogna però vedere quali altri voci, fra costi e commissioni, vengono addebitate da parte dell'erogatore. Il cambiamento, però, da tassi positivi a negativi per i prestiti sulla casa, è storico.
SILEONI E IL "MUSTIER PENSIERO"
(ANSA) - Il segretario generale della Fabi Lando Sileoni replica all'amministratore delegato di Unicredit Jean Pierre Mustier che, in qualita' di presidente dell'Associazione bancaria europea ha proposto di trasferire i costi dei tassi negativi della Bce ai clienti. "Ancora una volta - afferma Sileoni - abbiamo letto il 'Mustier pensiero'".
Sileoni contesta sia il limite dei depositi superiori a 100mila euro, a cui applicare il trasferimento dei costi, definendolo "una furbata per giustificare un provvedimento che di fatto non vorrebbe colpire le fasce piu' deboli" sia il provvedimento in se'. "In realta' - spiega - introdurrebbe un principio che metterebbe in difficolta' l'intero settore, clienti, imprese, territori e lavoratori bancari". "A trarne vantaggio in Italia - aggiunge Sileoni - ci sarebbero le Poste Italiane, che potrebbero raccogliere possibili fughe dalle banche di clienti, depositi e soprattutto quegli istituti di credito europei che vantano il primato dei depositi della clientela".
"E' probabile - commenta - che l'iniziativa di Mustier serva a raggiungere questo obiettivo, premesso che la Bce non puo' imporre tassi alle banche commerciali". Sileoni ritiene che "un'eventuale decisione della stessa Banca centrale europea introdurrebbe comunque un principio di moral-suasion, rispetto al quale le banche italiane potrebbero difficilmente sottrarsi". Il tutto "a un mese dal passaggio di testimone al vertice della Bce tra Mario Draghi e Christine Lagarde, francese anch'essa come Mustier".
Il segretario generale della Fabi ritiene che scaricare sui correntisti i costi dei tassi negativi per il denaro lasciato in deposito alla Bce "non farebbe che aumentare le difficolta' che oggi affronta il settore del credito con effetti difficilmente ipotizzabili". "Per le banche depositare la propria liquidita' alla Bce non e' un obbligo ma una scelta - osserva Sileoni - e sarebbe meglio che tale liquidita' venisse invece investita, con maggiore convinzione, sui territori in favore di famiglie e imprese". "Sarebbe ora auspicabile - conclude - una presa di posizione da parte della classe politica, delle associazioni dei consumatori e delle banche italiane".
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