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luciano giuliana gilberto benetton
Marco Antonellis per Dagospia
Ufficialmente non si può dire, ca va sans dire, ma i soliti bene informati giurano che nella capitale economica d'Italia, Milano, giri più di qualche dossier tra le principali banche d'affari, ovviamente in forma strettamente riservata, riguardante la possibile fuoriuscita dei Benetton dalla gestione delle autostrade italiane (se dovesse continuare lo scontro frontale con il Governo Conte e, soprattutto, se dovesse andare in porto la revoca della concessione).
Insomma, la famiglia Benetton starebbe valutando attentamente tutti i possibili scenari per capire quanto sarebbe possibile reggere ancora all'attacco del governo ma soprattutto come poter continuare, nello scenario peggiore, in caso di revoca della concessione sulla rete autostradale italiana.
i meme sui benetton e il crollo del ponte di genova
E tutto sommato, spiegano fonti bancarie vicine al dossier, anche senza le autostrade del Belpaese "Atlantia potrebbe viaggiare a gonfie vele, comunque il gruppo non sarebbe a rischio default". Anche perché, si fa notare, oltre ai ricavi se ne andrebbero anche un bel po’ di debiti (che pesano parecchio su Autostrade per l'Italia).
Insomma, il gruppo di Ponzano Veneto potrebbe continuare a crescere e prosperare senza troppi problemi grazie alle numerose partecipazioni azionarie in aziende e società di mezzo mondo: aeroporti (Fiumicino, Ciampino e Nizza in Francia), concessioni autostradali (Cile, Brasile, Polonia, India, Polonia), la società di gestione dei Telepass, Pavimental, la società che gestisce il tunnel sotto la Manica 'EuroLink' e, ultima ma non ultima, la conquista della spagnola Abertis che gestisce autostrade nel cuore dell’Europa, Spagna e Francia. Insomma, sull'impero dei Benetton il sole sembra non tramontare mai.
luciano benetton e oliviero toscani
E anche il possibile ingresso della Cassa Depositi e Prestiti in Atlantia è visto di buon occhio dalle parti di Ponzano Veneto tanto che c'è chi lo caldeggia apertamente. In una fase così delicata, spiegano fonti bancarie di alto rango, l'ingresso di Cdp sarebbe ossigeno puro per Atlantia, soprattutto dal punto di vista politico perché consentirebbe di mediare e migliorare i rapporti con il governo proprio ora, tra l'altro, che stanno per iniziare i processi.
Tutto ciò creerebbe i presupposti anche per trovare un accordo su tutte le altre spinose questioni aperte, dai rimborsi alla ricostruzione e la possibilità, in futuro, di disinnescare la revoca della concessione (sarebbe ben strano che lo Stato togliesse la concessione a se stesso, ovvero ad un’azienda partecipata dalla Cassa Depositi e Prestiti).
Insomma, per i Benetton l'ingresso di Cdp in Atlantia rappresenterebbe la fine dello scontro, l'uovo di Colombo, la soluzione a tutti i problemi. Per il governo significherebbe invece la ricerca di un compromesso. Il rischio, per entrambe le parti ma soprattutto per Di Maio e Salvini, è che sia la solita soluzione gattopardesca all'italiana: cambiare tutto per non cambiare niente.
LOGO ATLANTIAfabrizio palermogiovanni toti con fabrizio palermo e i vertici di ansaldo energiaconte salvini di maioeurotunnel
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