DAGOREPORT - CHI L’HA VISTO? ERA DIVENTATO IL NOSTRO ANGOLO DEL BUONUMORE, NE SPARAVA UNA AL…
Sara Bennewitz per "la Repubblica"
Negli uffici di Gemina e di Atlantia torna di attualità il dossier su un possibile matrimonio tra i due gruppi che giace in un cassetto da mesi. La bozza di un'integrazione tra le due aziende era stata elaborata da Banca Imi e recapitata negli uffici di Sintonia già lo scorso giugno. Ma allora, prima di firmare il contratto di programma di Adr, la famiglia Benetton non aveva voluto neppure discutere i dettagli dell'operazione.
Tuttavia, pur non entrando nel merito del dossier di Imi, l'idea di far confluire insieme autostrade e aeroporti, era piaciuta alla famiglia veneta, ed era stata condivisa anche con alcuni dei principali manager come il presidente e ad di Sintonia Gianni Mion, l'ad di Atlantia Giovanni Castellucci e quello di Gemina Carlo Bertazzo.
A distanza di sei mesi l'operazione è ancora più interessante alla luce della recente vendita delle quote di Sagat. Fondere Atlantia e Gemina permetterebbe ad alcuni soci della holding non quotata, come Goldman Sachs, di uscire valorizzando la propria partecipazione.
Il gruppo delle infrastrutture che fa capo alla famiglia Benetton, prima di firmare l'accordo con il governo sugli Aeroporti di Roma, ha infatti ceduto la quota negli scali di Torino e Firenze al fondo F2i di Vito Gamberale. Senza avere la certezza di risolvere i guai di Fiumicino, la holding a metà dicembre aveva preferito uscire dalla difficile gestione della Sagat.
E così adesso le uniche partecipazioni di Sintonia sono le quote di maggioranza relativa in Gemina e Atlantia, per cui se le due società venissero fuse insieme, il gruppo avrebbe una sola partecipazione e quindi la sua funzione di holding delle infrastrutture verrebbe meno e potrebbe essere delegata alla società quotata che nascerebbe dall'integrazione tra autostrade e aeroporti. A quel punto, quei soci di Sintonia che volessero monetizzare parte dell'investimento, potrebbero chiedere una scissione parziale ricevendo direttamente in mano azioni del nuovo gigante delle infrastrutture tricolore.
Se inoltre i soci di Sintonia trovassero un accordo di massima sulle tecnicità con cui celebrare il matrimonio tra Atlantia e Gemina, l'operazione potrebbe essere portata a termine in tempi stetti, anche in vista delle imminenti scadenze delle due aziende quotate. Con l'approvazione del bilancio 2012 dovranno essere rinnovati sia il consiglio di Atlantia che quello di Gemina; inoltre il sindacato di blocco che regge sul 67% del capitale degli scali romani scadrà il prossimo 25 marzo.
Se i Benetton e i loro soci in Sintonia, vale a dire Goldman Sachs, Mediobanca e il fondo del governo di Singapore, dessero il via libera all'integrazione, l'operazione dovrebbe però ancora essere approvata dalla comunità finanziaria.
La famiglia veneta ha sempre avuto un rapporto molto trasparente con gli investitori e, secondo fonti finanziarie, non vorrebbe procedere alla fusione se nelle assemblee di Gemina e Atlantia la maggioranza delle minoranze non trovasse conveniente creare un nuovo gigante delle infrastrutture capace di competere all'estero con gruppi come la francese Vinci, la tedesca Hochtief e la spagnola Acs.
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