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BERLUSCONI TREMA E CHIEDE SOS ALLA POLITICA MENTRE SI PREANNUNCIA LA "CACCIATA" DI MEDIASET DALL'INDICE AZIONARIO STOXX600, CONTEMPORANEAMENTE IL COLOSSO DELLA PUBBLICITÀ WWP PREANNUNCIA BRUTTI SEGNALI PER LA RACCOLTA (DI CUI MEDIASET VIVE) A FRONTE DELLA INARRESTABILE CRESCITA DI GOOGLE E FACEBOOK

Andrea Montanari per Milano Finanza

 

pier silvio berlusoconi e paolo salvaderi radio mediasetpier silvio berlusoconi e paolo salvaderi radio mediaset

Ieri, è arrivata prima la notizia che la società Stoxx Ltd di proprietà di Deutsche Boerse , nella sua politica di revisione periodica (ogni trimestre) degli indici benchmark, ha deciso di escludere a partire dal prossimo 18 settembre le azioni della società che fa riferimento alla Fininvest (41,1% del capitale avente diritto di voto) dall’indice Stoxx600. Immediatamente a Piazza Affari si è avuta una ricaduta su Mediaset , che a fine seduta ha poi registrato un calo dell’1,71% chiudendo a 3,33 euro.

 

Ma sull’andamento in borsa del gruppo guidato da Pier Silvio Berlusconi ha pesato anche il profit warning sui conti di quest’anno lanciato sempre ieri dal colosso inglese della pubblicità Wpp, uno dei big mondiali del settore, che ha registrato una semestrale al di sotto delle aspettative del mercato e degli analisti.

 

MediasetMediaset

Questa seconda news negativa ha avuto ovviamente un impatto di rilievo su Mediaset , perché la società ha la leadership in termini di advertising in Italia e Spagna, due dei mercati che hanno più risentito della crisi e che stanno comunque registrando una timida ripresa, soprattutto per quel che attiene il mercato iberico.

 

yannick bollore con la moglie chloeyannick bollore con la moglie chloe

Con questo newsflow non certo positivo le azioni del Biscione hanno perso anche la soglia dei 4 miliardi di capitalizzazione, scendendo a un valore di 3,94 miliardi (da inizio anno il titolo ha lasciato sul listino milanese il 18,9%).?Va però detto che, proprio in ottica pubblicitaria, l’azienda di Cologno Monzese non conosce rivali sul mercato nazionale.

 

Alla fine del primo semestre, infatti, la raccolta ammonta a 1,144 miliardi (+0,2% rispetto al periodo gennaio-giugno 2016), con una quota del 56,6% sul totale degli investimenti sul mezzo televisivo e del 35,2% sull’intera torta di mercato.

silvio e piersilvio berlusconi con silvia toffaninsilvio e piersilvio berlusconi con silvia toffanin

 

Ora tutte le attenzioni sono sulle possibili mosse di Vivendi  (29,9% del capitale votante), che continua a ribadire di non aver un controllo diretto su Tim  (anche perché nel caso potrebbe scattare la golden power del governo) ma al contempo non molla, almeno a parole, la presa sul network tv dei Berlusconi.

 

tarak ben ammar nabil karoui e silvio berlusconitarak ben ammar nabil karoui e silvio berlusconi

La posizione del gruppo di Vincent Bolloré è quella di creare un asse con Mediaset  per dare vita a un polo multimediale, magari scorporando prima la rete di Telecom. Da settembre è ipotizzabile che riprenda il confronto. Anche se è noto che i Berlusconi e Mediaset  finora non hanno ricevuto alcuna proposta formale e intendono andare avanti con la causa legale per arrivare a definire la vendita della pay tv Premium a Vivendi .