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1. MEDIOBANCA: GRUPPO BOLLORE' ESCE DAL PATTO, MANTIENE QUOTA
Francesco Spini per www.lastampa.it
Colpo di scena in Mediobanca. Il finanziere francese Vincent Bolloré ha deciso di sfilarsi dal patto che lega i principali soci di Piazzetta Cuccia, approfittando della finestra d’uscita aperta fino al 30 settembre. Quella del famoso raider bretone, primo azionista di Tim e secondo socio di Mediaset attraverso Vivendi, è la seconda quota di maggior rilevanza nell’istituto guidato da Alberto Nagel, pari al 7,9%: conseguenza ne è che il patto - che oggi coagula il 28,47% - scenderà sotto la quota minima del 25% e si avvia a soluzione.
La notizia arriva nel giorno in cui, a Milano, si riuniscono i rappresentanti dei grandi soci riuniti nel patto. E Financière du Perguet, finanziaria appunto del gruppo Bolloré, secondo azionista di Mediobanca dopo Unicredit, ha inviato una «lettera di disdetta anticipata con efficacia primo gennaio 2019» dell’accordo parasociale. «Dopo quasi vent’anni di adesione all’Accordo - è la posizione di Bolloré riportata in una nota di Mediobanca - la scelta è collegata al crescente impegno finanziario del gruppo Bolloré in Vivendi». Il Gruppo Bolloré precisa inoltre l’intenzione di mantenere in portafoglio la partecipazione, ma libera da vincoli di sorta.
Quello che è certo è che Bolloré ora si concentrerà sempre più in Vivendi e, plausibilmente, nella campagna d’Italia, il cui primo obiettivo è tornare alla guida di Tim. La comunicazione di Piazzetta Cuccia ricorda che la quota di Bolloré in Vivendi «è cresciuta in 12 mesi dal 20,6% al 26,2%» e che l’uscita dal patto di sindacato permetterà al gruppo francese anche di «utilizzare con maggiore flessibilità i suoi asset». Nell’uscire Bolloré esprime quindi «soddisfazione per gli eccellenti risultati conseguiti dal gruppo Mediobanca, convinto sostegno all’attuale strategia e pieno supporto al suo management».
L’attuale patto di Mediobanca scadrà il 31 dicembre e, come detto, con l’uscita di Bolloré che si aggiunge a quella della Italmobiliare dei Pesenti (0,98% del capitale) non sarà rinnovabile automaticamente, in quanto sceso sotto la soglia minima del 25%. Di qui a fine anno però i soci rimasti potrebbero decidere di creare un altro patto più leggero, che riunisca il 20% del capitale. Ma il fatto che Unicredit non consideri più strategica da tempo la sua quota in Mediobanca potrebbe rendere meno praticabile tale strada. E inaugurare una nuova era, in cui Mediobanca diventa una «public company», una società a capitale diffuso senza più coordinamento tra grandi soci.
2. CARLO CALENDA: “PATTO MEDIOBANCA? BENE USCITA BOLLORÈ.”
CARLO CALENDA PIER CARLO PADOAN
“Bollorè si è comportato in Italia come un predone e non come un investitore. Tengo a ricordare che quando sono arrivato al Mise non avevo, come non ho mai avuto, alcuna preclusione sulla nazionalità dell’investitore. In questo caso il sistema Italia ha reagito compatto e ha respinto quello che era un predone straniero. Che è una cosa differente”. Lo Dice Carlo Calenda a 24Mattino di Maria Latella e Oscar Giannino su Radio 24.
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