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BOLLORE’ SOTTO PRESSIONE - DEBOLE IN VIVENDI, DEBOLE IN TIM: QUALCUNO DEL CDA S’E’ SPAVENTATO DELLA MINACCIA DI GENTILONI DI USARE IL “GOLDEN POWER” – VINCENT HA SBAGLIATO A PUNTARE SU NAGEL PER AVVICINARSI A RENZI CREDENDO FINITO BERLUSCONI – PER QUESTO HA ROTTO CON CHI GLI HA CONSIGLIATO LA SCELTA, TARAK BEN AMMAR
DAGONEWS
Vincent Bollorè ha sonni agitati. I soci di Vivendi gli chiedono continuamente conto di come pensa di risolvere la partita Mediaset. E pure dentro Tim qualche consigliere continua a pressarlo: l’azienda è da mesi senza amministratore delegato; ed all’orizzonte non si vedono soluzioni a breve. In più, qualcuno s’è intimorito dalla minaccia di Gentiloni di utilizzare il “golden power” per far valere la “strategicità” del sistema delle comunicazioni in Italia.
VINCENT BOLLORE TARAK BEN AMMAR
Così, il bretone ha rotto ogni legame con il regista occulto (nemmeno troppo) dell’operazione Mediaset. Vale a dire, Tarak ben Ammar; e – per cominciare – l’ha fatto fuori da Mediobanca.
Sarebbe stato proprio l’imprenditore tunisino, già amico di Berlusconi, a convicere Bollorè a scalare il Biscione. Alla base, un ragionamento semplicistico: Silvio è ormai cotto, non sta nemmeno bene in salute, è ora di fare un accordo con Renzi, più giovane ed in piena forma politica. E per gestire l’operazione di avvicinamento fra Matteo e Vincent viene scelto Alberto Nagel.
E’ proprio l’ad di Mediobanca a presentare Bollorè al Ducetto. Ed è sempre Nagel ad indicare i nomi di Cattaneo e Recchi per guidare la Tim. Il Bretone sta ai patti, convinto che i suoi terminali italiani conoscano realmente la situazione del Paese.
Ma si sono sbagliati. Nessun poteva immaginare la seconda giovinezza politica del Cav ed il rapido offuscamento della meteora Renzi. Risultato: Bollorè ha rotto con Tarak ed ora sta cercando qualche altro Virgilio che lo guidi nella “selva oscura” della politica nazionale…
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