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Raffaello Masci per "la Stampa"
Il caso che ha fatto scattare l'allarme è stato il concerto di Elton John a Napoli, nel settembre del 2009: alla grande star fu elargito un cachet da 720 mila euro, tutti meritati sia chiaro - ma si dovevano pagare facendo ricorso ai fondi strutturali europei?
E di esempi simili a Bruxelles potrebbero farne molti, perfino troppi. Tant'è che il commissario alle Politiche regionali Johannes Hahn ha chiesto all'Italia di darsi un criterio nella gestione di questi fondi : «Basta con la distribuzione a pioggia» ha detto in una intervista all'Ansa. Con la bozza di accordo di partnership «che attendiamo dall'Italia in autunno» - ha spiegato puntiamo «ad assicurare una forte concentrazione delle risorse disponibili su poche, chiare priorità ».
L'ipotesi di accordo dovrebbe arrivare da Roma entro il 30 settembre. Non più soldi a tutti (e peraltro con immenso dispendio di burocrazia) ma un piano che preveda delle priorità su cui concentrarsi, in vista del settennio 2014-2020 che destina all'Italia circa 60 miliardi. Gli ambiti su cui puntare - secondo il commissario - saranno l'agenda digitale, il sostegno alle Pmi e l'economia verde. Il tutto avendo come obiettivo quello «di creare occupazione duratura, sostenere punti di forza già esistenti nelle regioni, e innescare nuova crescita».
Nel settennato che si sta per chiudere (i fondi strutturali europei sono elargiti su un arco di sette anni) restano ancora da spendere 30 miliardi ma con ogni probabilità non si riuscirà ad approfittarne. Il nemico numero che si frappone tra le risorse e i loro utilizzatori (comuni ma anche aziende) è la burocrazia: un bando regionale impiega in media un anno e mezzo per essere aggiudicato e ci vogliono 300 passaggi per erogare anche un solo centesimo.
Ma anche quando si riesce faticosamente a risalire tutta la china burocratica si può scoprire che i soldi ci sono ma non si possono spendere, perché il Comune a cui il finanziamento è destinato ha un blocco di spesa imposto dal patto di stabilità .
Per cui, alla fine, ad essere finanziati sono stati molto spesso (77% dei casi) progetti minimi il cui importo non supera i 150 mila euro, e i soldi dell'Europa si sono così dissipati in 53 mila microprogetti inefficaci o effimeri. Nel caso delle imprese, poi, l'importo medio erogato è stato di 5 mila euro secondo una ricerca della Fondazione Ifel.
Il problema che il commissario Hahn ha segnalato, in effetti, è annoso, al punto che hanno assiduamente lavorato (e anche con successo) alla sua soluzione sia l'ultimo governo Berlusconi, con i ministri Tremonti e Fitto, che i governi successivi con i ministri Barca e Trigilia. Ora l'accordo atteso per fine settembre dovrebbe raccogliere i frutti di questo impegno.
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