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Potrebbe fermarsi per qualche mese, il processo milanese sulla presunta tangente Saipem pagata al ministro dell' energia algerino in cambio del via libera all' acquisizione da parte di Eni di First Calgary, la società canadese che aveva la gestione di un enorme giacimento petrolifero in Algeria.
È il probabile effetto della sentenza della Cassazione che mercoledì ha annullato il proscioglimento in udienza preliminare di Eni e dell' ex amministratore delegato della società, Paolo Scaroni, dall' accusa di corruzione internazionale per la tangente di 41 milioni di euro che sarebbe stata pagata per poter operare in Algeria.
Il gup di Milano Alessandra Clementi aveva scagionato anche l' ex rappresentante per il Nordafrica di Saipem, Antonio Vella, e l' avvocato francese Yam Atallah. Nei loro confronti, ora si dovrà ripetere l' udienza preliminare, ha stabilito la suprema corte, accogliendo il ricorso dei pm Fabio De Pasquale, Isidoro Palma e Giordano Baggio. Il processo agli altri imputati, già a dibattimento, potrebbe così fermarsi, in attesa della decisione su Scaroni e Vella.
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