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Vittoria Puledda per "la Repubblica"
Giuseppe Castagna è fuori da Intesa Sanpaolo. La decisione era nell'aria ormai da tempo, ma nella seconda parte della settimana scorsa (pare intorno a mercoledì) ha preso un'accelerazione. Confermando indiscrezioni già circolate sulla stampa locale (Castagna era anche al timone di Banco di Napoli) il top manager di Intesa è stato quasi licenziato; quantomeno, si è trattato di una risoluzione del contratto "non consensuale", comunicata con una lettera di circa una pagina e mezzo, in cui si rendeva nota la decisione presa, con decorrenza immediata.
«à vero, non è stata una decisione consensuale - conferma Castagna al telefono - certo è una situazione un po' subita e che sicuramente provoca molto dispiacere, dopo trenta anni passati in banca, credo con reciproca soddisfazione». Non è stato certo un fulmine a ciel sereno.
Negli ultimi mesi al top manager era stata prima sbarrata la strada all'ingresso nel consiglio di gestione (all'inizio di maggio) poi, il 21 dello stesso mese, il colpo di grazia, quando l'amministratore delegato Enrico Cucchiani gli aveva tolto la responsabilità della Banca dei territori, affidandola a Carlo Messina, considerato in questo momento il vero manager emergente del gruppo. Ma tutti avevano immaginato per Castagna un'uscita concordata, se non nella sostanza almeno nella forma.
Così non è andata e anzi è ragionevole pensare che ci possano essere strascichi legali. Di sicuro, un anno e mezzo fa era stato corteggiato dalla Bpm, ma era stato trattenuto. E quando, nel luglio 2012, era stato indicato come il futuro responsabile della Banca dei territori, si era pensato che fosse la conferma di un percorso di crescita che però dal punto di vista formale, era stato ratificato solo a dicembre.
Lo strappo finale è arrivato con la delega sottratta sulla Banca dei Territori, nonostante nel primo trimestre 2013 la divisione sia arrivata a pesare per il 63% dei proventi consolidati del gruppo (52% del 2012) con un risultato netto in decisa crescita.
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