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R. Amo. per “il Messaggero”
Il clima è quello delle grandi battaglie. Non solo per l' evidente impennata dei volumi in Borsa o perché l' ultimo aggiornamento della Sec certifica un altro passo avanti di Cdp verso l' obiettivo del 10%, con un rotondo 8,7% nel capitale di Tim. A dire che la temperatura sta raggiungendo i picchi delle grandi occasioni è l' intensificarsi dei contatti dietro le quinte mentre tornano a farsi sentire anche le voci della contesa.
I sindaci che ammettono qualche irregolarità, l' unica per la verità in 37 pagine di relazione, dopo gli esposti di Vivendi. I francesi che tornano a rivendicare un cda «indipendente». E il silenzio del fronte Elliott che fa presagire un attacco più pensato in vista dell' assemblea del 29 marzo per consolidare il fronte del mercato intorno all' attuale cda.
Anche perché probabilmente la prossima mossa arriverà dal cda di Tim preso di mira da Vivendi e chiamato in causa, principalmente nella figura del presidente Fulvio Conti, dalla relazione dei sindaci per aver condiviso le informazioni solo con alcuni membri del cda (quelli legati ad Elliott) nelle ore che hanno preceduto l' uscita dell' ex ad, Amos Genish. Già questa settimana potrebbe riunirsi il cda per rispondere su questo. Ma a ben vedere, nelle 37 pagine di relazione dettagliata dei sindaci che risponde puntualmente ai numerosi rilievi contenuti nella denuncia di Vivendi e agli esposti presentati da Arnaud de Poyfontaine in qualità di consigliere, c' è anche qualche appunto allo stesso Genish.
Nel capitolo dedicato alla valutazione dell' impairment test (risultato regolare) al quale è seguita una svalutazione da 2 miliardi, i sindaci fanno notare che l' ex ad aveva a disposizione già a luglio il Preliminary forecast reso noto soltanto il 24 settembre scorso nel quale si evidenziava «un significativo scostamento» rispetto alle previsioni di budget di Ebitda della divisione Domestic (385 milioni). Queste informazioni non sono state «condivise» con il resto del cda e le strutture deputate alla valutazione (il Ccr) «sulla base di argomentazioni parzialmente contraddittorie e che non appaiono completamente convincenti». Parole che pesano, insieme alle altre valutazioni, a favore della decisione di sostituire l' ex ad a novembre scorso.
LE MANOVRE
Intanto mentre continuano le manovre di Cdp, anche i fondi sono in movimento, con la speranza per Vivendi di trovare qualche alleato in un partita che per ora appare in salita. La Cassa deteneva il 4,9% di Tim all' ultima assemblea del gruppo tlc nella quale aveva vinto la lista Elliott. E aveva di fatto già preannunciato una crescita in tempo per avere i diritti di voto nell' assise del 29 marzo. All' inizio del mese la Cdp aveva infatti già comunicato alla Sec statunitense di essere salita al 7,1% e ha tempo fino al 20 marzo per raggiungere l' obiettivo del 10%.
A quel punto, il suo ruolo sarà ancora più decisivo nella sfida tra Elliott e Vivendi. Ma nello stesso tempo, da azionista al 50% anche di Open Fiber, potrà favorire la costituzione della rete unica, alla quale è favorevole il governo.
singer fondatore fondo elliott
Gli schieramenti sembrano dunque definiti, con Elliott ufficialmente al 9,95%, Cdp che dovrebbe avvicinarsi in fretta a questa quota e Vivendi sempre al 23,7%. Ma nella scorsa assemblea i francesi erano partiti con un vantaggio ben più marcato. E non sarà facile convincere i fondi che già una volta si sono schierati con Elliott.
LE PERDITE SULLA CARTA
Quanto alla Cdp, ha speso 960 milioni per rastrellare l' attuale quota Tim a un valore medio di carico dei titoli sceso a 0,726 euro ad azione. E questo vuol dire che, considerando l' ultimo prezzo di Borsa di 0,556 euro, la minusvalenza latente si aggira intorno a 225 milioni. Comunque meno delle perdite virtuali calcolabili soltanto qualche mese fa, a fine 2018. Gli ultimi acquisti della Cassa sono infatti avvenuti tra l' 1 e l' 8 marzo e, dai minimi di fine gennaio, Tim in Piazza Affari ha recuperato il 25%, con un notevole aumento dei volumi negli ultimi giorni.
Merito anche del riposizionamento dei fondi in vista dell' assemblea, evidentemente
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