RIUSCIRÀ SALVINI A RITROVARE LA FORTUNA POLITICA MISTERIOSAMENTE SCOMPARSA? PER NON PERDERE LA…
1 – DAGO-FLASH! - AUTOREVOLI FONTI FINANZIARIE MILANESI DANNO PER FATTA LA FUSIONE DELLA BANCA POPOLARE DI MILANO (CASTAGNA) CON BPER BANCA (CIMBRI). A QUESTO PUNTO A ORCEL NON RESTA CHE L'OPERAZIONE UNICREDIT-MONTE DEI PASCHI DI SIENA – 15 MARZO 2021
2 – UNIPOL CAMBIA I VERTICI DI BPER ACCELERA LA FUSIONE CON BPM
Gianluca Paolucci per “La Stampa”
Unipol stringe la presa su Bper e accelera per la fusione con Banco Bpm. Il gruppo assicurativo, primo socio della banca emiliana, ha presentato la lista per il rinnovo del consiglio di Bper: una lista di sette nomi, nei quali non c'è attuale amministratore delegato di Bper Alessandro Vandelli.
Al suo posto arriva in Bper Piero Montani, una lunga esperienza al vertice di importanti banche, già alla guida di Carige dopo essere stato amministratore delegato di Antonveneta, Mediocredito centrale e brevemente anche della stessa Bpm.
A essere rinnovato è l'intero cda, ma proprio Vandelli era emerso come oppositore di una fusione tra Bper e Banco Bpm. Fusione alla quale sta lavorando da mesi il numero uno di Unipol, Carlo Cimbri, a stretto contatto con l'ad di Banco Bpm Giuseppe Castagna.
Tra i due i contatti sono in corso da mesi, ma l'accelerazione sarebbe stata decisa da Unipol, spiega una delle fonti interpellate, per contrastare il possibile attivismo di Unicredit che con l'arrivo di Andrea Orcel viene visto come il pivot del processo di aggregazioni del sistema bancario italiano.
Proprio Banco Bpm viene indicata come una delle possibili alternative per Unicredit nel caso Orcel non ritenga conveniente la fusione con Montepaschi. Per la banca senese invece continuano le sorprese. Quella di ieri è un'offerta dagli Usa, che valorizza la Mps più di quanto capitalizza in Borsa però non viene ritenuta credibile dal Tesoro.
Piazza Affari la ignora, come alla vigila ha ignorato un'altra notizia di segno contrario come l'allarme di Pwc sulla continuità aziendale. Come se non bastasse in una storia che ha già abituato gli osservatori ai paradossi, il collegio sindacale mette nero su bianco nella sua relazione al bilancio 2020 della banca che, se dovesse slittare l'entrata in vigore di una modifica normativa, l'istituto potrebbe fare a meno dell'aumento di capitale.
Al momento di questo slittamento, al di là di alcune indiscrezioni, non c'è traccia. L'offerta Usa è stata resa nota da Bloomberg: a presentarla, per conto di un gruppo d'investitori, un ex parlamentare democratico, Norman D. Dicks, 80 anni, già membro delle commissioni Difesa e Intelligence del Congresso e attualmente lobbista a Washington per importanti gruppi del settore della difesa e dell'aerospazio. Con lui, l'ex gestore di un importante fondo pensione Usa uno studio legale di Seattle.
L'offerta, inviata direttamente al Mef, prevederebbe 900 milioni per il 64% del capitale in mano al ministero e un piano da 4 miliardi euro per trasformare Mps per «costruire un business con gli italiani all'estero», scrive Bloomberg. La banca ha fatto sapere di non essere stata contattata, mentre al Tesoro l'offerta non viene ritenuta accettabile a causa delle insufficienti credenziali finanziarie degli offerenti e per la mancanza di un serio track-record nel settore bancario.
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