DAGOREPORT – DANIELA SANTANCHÈ NON È GENNARO SANGIULIANO, UN GIORNALISTA PRESTATO ALLA POLITICA…
1- CLAMOROSO A "SERVIZIO PUBBLICO", IERI SERA: DE BENEDETTI UCCELLA IL PASSEROTTO!
I soliti bene informati e i pochi intimi che hanno il privilegio di cenare alla tavola di Carletto De Benedetti raccontano che quando gli viene chiesto un giudizio su Corradino Passera i muscoli della faccia si irrigidiscono e pronuncia parole incomprensibili.
In verità qualcuno di loro ritiene di aver percepito dal labiale parole che non coincidono esattamente con un giudizio positivo, anche se i due si conoscono da quasi un trentennio e hanno lavorato al fianco per circa 13 anni.
Per saperne di più la risposta è arrivata ieri sera dopo le 23 nell'arena di Michele Santoro dove è stato trasmesso un brano dell'intervista che "Servizio Pubblico" ha fatto all'Ingegnere per sentire la sua opinione sui terremoti che attraversano i partiti e l'economia.
Seduto dietro la scrivania del suo quartier generale in via Ciovassino, Carletto non si è tirato indietro di fronte alle domande ficcanti della giornalista, e in nome della verità che gli piace evocare come cifra della sua natura, ha indossato i panni del becchino.
Lo ha fatto liquidando il povero Bersani al quale ha riconosciuto stima e competenza per il periodo in cui ha fatto il ministro dell'Industria dove le liberalizzazioni - secondo Carletto - hanno avuto un significato ben più pregnante di quelle all'acqua di rosa del governo Monti.
E non ha risparmiato nemmeno l'idolo di "Repubblica", Mario Draghi, che a suo avviso sbaglia quando dice che il welfare europeo deve essere cambiato perché "è parte della nostra cultura, è una nostra caratteristica".
Una piccola lapide l'ha dedicata anche a Sergio Marpionne quando ha detto: "io vorrei sapere cosa la Fiat è disposta a fare l'Italia", e dopo aver rottamato in due parole il giovane sindaco di Firenze, Matteo Renzi, De Benedetti ha preso tra le mani una pala e ha sotterrato Corradino Passera.
A questo punto nelle famiglie italiane che hanno seguito Santoro i bambini sono stati messi sotto le coperte perché l'affondo dell'Ingegnere è stato eseguito con un linguaggio da adulti maturi. "Ho conosciuto Passera - ha esordito Carletto - quando aveva 26 anni ed era deluso perché, dopo gli anni trascorsi in McKinsey, non era riuscito a diventare partner di quella società ".
Stiamo parlando del 1985 quando De Benedetti arruola Corradino nella sua holding Cir e si invaghisce di quel giovane serio, gran lavoratore, e con un carattere impulsivo tale da equilibrare le intemperanze e il suo esagerato decisionismo.
Dentro le parole di De Benedetti non c'era nessun sintomo delle malattie senili che esprimono invidia e accidia, piuttosto il desiderio di vantarsi per un'opera di beneficienza che ha contribuito a mettere in orbita il giovane bocconiano dal quale lo separano venti anni di età . La storia raccontata è vera, e qualcuno ha pensato che, dopo questo ricordo, Carletto volesse lanciarsi in un peana dell'uomo che il 16 novembre è diventato Superministro dello Sviluppo economico. In fondo si sarebbe assistito alla versione moderna del rapporto tra Giotto e Cimabue, con Carletto che vede il giovane Passera disegnare le pecore alla periferia di Milano e se lo porta nella sua bottega.
Ma l'Ingegnere si è ben guardato dal ripercorrere gli anni e le avventure trascorse con Corradino dentro Mondadori, L'Espresso e l'Olivetti, dove tra il '92 e il '96 l'ex-banchiere comasco è riuscito a diventare amministratore delegato. E nemmeno ha fatto cenno ai successi di Giotto-Passera alle Poste e a IntesaSanPaolo dove ha governato per circa 9 anni.
Piuttosto a Carletto interessava dare una palata di terra per chiudere i conti con il suo vecchio collaboratore e lo ha fatto nella maniera più ruvida pur usando parole indirette. In sostanza ha detto: non si diventa leader per riflesso di qualcuno (il riferimento era a Monti), in politica e al governo arriva il momento in cui bisogna metterci la faccia. E qui con grande sorpresa e senza sottotitoli, l'Ingegnere ha citato l'esempio dell'ex-ministro Matteoli che dopo la strage ferroviaria di Viareggio ha avuto il coraggio di andare sul posto mentre nessuno ha visto Corradino al Giglio dopo "la più grave disgrazia del Mediterraneo".
Con questa palata di terra Carlo De Benedetti ha denunciato senza mezzi termini quello che tutti stanno rinfacciando al Superministro: un eccesso di furbizia che lo tiene alla larga dai problemi caldi del Paese, gli evita di congelare i piedi quando la neve sommerge i trasporti in Italia, quando si parla della Tav, e quando un manager italo-svizzero che intende smantellare la Fiat si fa pregare da Monti e dalla Fornero per un incontro chiarificatore.
Adesso Passera dovrà rivedere la moviola per capire se la sparata del becchino De Benedetti - che nessun giornale, nessuno, nemmono "Il Fatto", partner di Santoro, ha ripreso - può compromettere i suoi rapporti con la corazzata di "Repubblica" e "l'Espresso". L'occasione per una risposta è a portata di mano perché mercoledì prossimo alle 10 il ministro che con il suo protagonismo ambizioso agita il sonno di Monti e dei leader politici, parteciperà a un piccolo convegno dentro l'Auditorium di Roma organizzato da Unicredit sul tema "Non sentite anche voi il bisogno di azioni concrete?".
Il titolo dell'evento è bizzarro e stravagante, ma può consentire a Giotto-Passera di dimostrare agli occhi dell'Ingegnere che anche lui sente il bisogno di azioni concrete purché gli servano per diventare un premier.
2- CHE FINE HA FATTO LO SCARPARO CON LE SUE SPARATE? VOLA! ALLA FACCIA DELLA SOBRIETA', SI Ã REGALATO UN GULFSTREAM 550 DA 51 MILIONI DI DOLLARI!
Diciamo la verità : c'è molta nostalgia in giro per le sparate di Dieguito Della Valle, lo scarparo marchigiano che dopo un 2011 con il sangue agli occhi a sferrato attacchi micidiali contro gli arzilli vecchietti e i politici vergognosi.
Anche nello scontro che si sta vivendo in questi giorni tra i due candidati per la presidenza della Confindustria, il patron di Tod's ha preferito il silenzio e si è tenuto allineato e coperto dietro Luchino di Montezemolo che ha fatto qualche promo pubblicitario in favore del patron di Brembo.
Forse quest'ultimo, che si sente ingiustamente denigrato da Dagospia, si aspettava che l'imprenditore marchigiano scendesse in campo con tutta la sua potenza di fuoco, ma a frenarlo è stata probabilmente la convivenza con Bombassei dentro Ntv, la società dei treni che dovrebbe esordire nell'uovo di Pasqua. Oppure Dieguito si sente appagato e ha deciso che in questa fase tormentata il miglior grimaldello è il silenzio.
Sul numero dell'"Espresso" in edicola oggi si legge che mentre i magnati italiani hanno stretto la cinghia, la famiglia Della Valle si è regalata un Gulfstream 550 da sogno, un bireattore che può volare senza scalo per 13mila chilometri con salottino privato, due divanetti, sei posti singoli e una "vanity toilette". Per questo giocattolo Dieguito ha speso poco più di 51 milioni di dollari e questo, oltre ad essere un segno di buona salute che farà impazzire di gioia i coniugi Mastella abituati a fare le vacanze sullo yacht di Dieguito, è un'altra manifestazione di opulenza e di saggezza.
Bisogna poi aggiungere il semaforo verde ottenuto per il restauro del Colosseo e le scarpette messe dentro Unicredit dove ha comprato una piccola quota e finora non ha aperto bocca sul futuro organigramma della banca.
Dieguito ha abbassato decisamente i decibel ed è pronto a solcare gli oceani con il suo jet per curare gli affari. Forse ha capito che siamo in una fase di transizione dove non è opportuno sprecare parole ma bisogna fare business, e continuerà a farli anche alle Generali di Trieste perché ha saputo che alla prossima assemblea di aprile Galateri di Genola resterà presidente e non succederà assolutamente nulla.
3- BRUTTO ATTERRAGGIO PER I PATRIOTI DI ALITALIA
I soci di Alitalia stanno cercando di interpretare con l'aiuto di un traduttore il significato esatto delle parole pronunciate ieri a Parigi da Jean-Cyril Spinetta, il presidente di Air France.
Presentando i risultati della sua compagnia che segnano un rosso di 809 milioni e debiti per 6,5 miliardi, il manager francese non si è sbottonato su ciò che succederà dentro l'Alitalia dove è entrato nel 2008 comprando il 25% per 322 milioni. Con un giro di parole il capo di Air France ha rilanciato la palla agli azionisti italiani e in modo ermetico ha detto: "quando loro decideranno, noi agiremo di conseguenza".
Secondo il "Sole 24 Ore" "se i soci di Alitalia venderanno, insomma, Air France comprerà ", ma questa sembra una forzatura davvero eccessiva perché dentro le parole di Spinetta non c'è nulla che faccia pensare a un'acquisizione delle quote in mano ai venti patrioti italiani di Cai.
Per loro aumentano le preoccupazioni e non resta che aspettare gennaio del prossimo anno quando scadrà il lock-up, cioè il limite dei quattro anni entro i quali potranno vendere le loro quote ad altri soci. Per Steno Marcegaglia, Edoarda Crociani e il povero Francesco Bellavista Caltagirone che insieme a Colaninno, Intesa, Benetton e Riva hanno cacciato i soldi, non resta che aspettare con le dita incrociate.
CARLO CARACCIOLO CARLO DE BENEDETTI E CORRADO PASSERACorrado Passera, Giovanna Salza, Luca MontezemoloPIER LUIGI BERSANI MARIO DRAGHI jpegSERGIO MARCHIONNE RENZIMATTEOLIELSA FORNERO E MARIO MONTI DELLA VALLE Bombassei Galateri STENO MARCEGAGLIA EDOARDA CROCIANI FRANCESCO BELLAVISTA CALTAGIRONE A IMPERIAjean cyril spinetta
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