IL MALTEMPO SFIATA LA COCA-COLA - IL COLOSSO BIBITARO IMPUTA IL CALO DEI PROFITTI A FREDDO E PIOGGIA

Giovanni Stringa per "Il Corriere della Sera"

Riscaldamento globale? Desertificazione? Non proprio, almeno negli ultimi mesi. Basta leggere la nuova relazione trimestrale di Coca-Cola, la società della bibita planetaria. Possibile? Sì, perché quello che normalmente è un tradizionale rendiconto di ricavi e margini operativi, questa volta ricorda anche un bollettino meteo. Con ben sei citazioni al tempo avverso e ai suoi effetti sulle vendite di bollicine fresche e dissetanti. Dove nel mondo? Un po' dappertutto, e non solo in normali casi isolati.

La nota di Coca-Cola - che ha registrato vendite e utili in calo e volumi sotto le attese, perdendo colpi in Borsa - parla di un «tempo freddo e umido in diverse regioni del globo», in uno scenario «inusuale» e «fuori dalle medie stagionali». Gli esempi? In Europa, continua la nota, il tempo è stato «brutto» in diversi Paesi; nel Nord America «freddo e umido, più della media»; in Cina di nuovo «brutto». Certo, il mondo è ben più grande, la temperatura media globale resta sopra la media storica e tre mesi non rappresentano una tendenza consolidata. Eppure, colpisce questo concerto meteorologico freddo e piovoso ai tempi del riscaldamento globale.

Per la Coca-Cola il tempo è stata una delle cause, insieme alla crisi economica, che hanno portato i volumi trimestrali sotto le attese, anche se non mancano i segni «più», i ricavi valgono 12,7 miliardi di dollari e gli utili 2,7 miliardi. Fino a ieri, a remare contro il gruppo del brand più famoso del mondo c'erano il calo dei consumi di bevande gasate negli Stati Uniti (e non solo) e le critiche alle bibite zuccherate. Da oggi, almeno in questi ultimi tre mesi, anche un inatteso «effetto serra al contrario».

 

 

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