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COME FINIRÀ IL PROCESSO DI APPELLO PER VIOLA E PROFUMO? - IL SOSTITUTO PROCURATORE GENERALE DI MILANO, MASSIMO GABALLO, CHIEDE LA CONFERMA DELLA CONDANNA A 6 ANNI PER GLI EX VERTICI DI MPS, IMPUTATI PER FALSO IN BILANCIO E AGGIOTTAGGIO PER I “DERIVATI” ALEXANDRIA E SANTORINI. MA C’È IL PRECEDENTE DI MUSSARI E VIGNI, ASSOLTI A MAGGIO 2022…
1. MPS: CHIESTA IN APPELLO CONFERMA 6 ANNI PER VIOLA E PROFUMO
(ANSA) - Il sostituto procuratore generale di Milano Massimo Gaballo ha chiesto la conferma della sentenza con cui il tribunale ha condannato a 6 anni di reclusione Alessandro Profumo e Fabrizio Viola, ex vertici di Mps imputati in appello per falso in bilancio e aggiotaggio in un filone delle indagini sulla banca senese. Per Paolo Salvadori, a cui in primo grado erano stati inflitti 3 anni e mezzo, il pg ha chiesto la nullità della sentenza per incompetenza territoriale e il trasferimento a Siena degli atti.
MPS, AL VIA L’APPELLO SU PROFUMO
Estratto dell’articolo di Fabrizio Massaro per “MF”
Tornano a giudizio gli ex vertici di Montepaschi Alessandro Profumo e Fabrizio Viola, già presidente e amministratore delegato del gruppo senese, arrivati nel 2012 al posto della precedente gestione di Giuseppe Mussari e del dg Antonio Vigni. Il processo di appello comincia oggi a Milano.
Entrambe le coppie di manager al comando di Mps sono state processate in anni diversi per la contabilizzazione dei prodotti costruiti sui veicolo Alexandria (con la banca giapponese Nomura) e Santorini (con Deutsche Bank).
Mussari e Vigni sono stati condannati in primo grado nel 2019 per vari reati tra cui falso in bilancio e aggiotaggio, ritenendo quei contratti come «derivati»; ma la corte di appello di Milano a maggio 2022 ha ribaltato completamente l’esito dell’inchiesta, assolvendo con formula piena i due ex esponenti senesi nonché i banker di Nomura e Santorini. […]
Anche Profumo e Viola, i quali anch’essi non avevano considerato tali prodotti come «derivati», sono stati condannati nel 2020 a sei anni di reclusione, insieme con l’allora presidente del collegio sindacale Paolo Salvadori (3 anni e mezzo). Il cuore della condanna di primo grado è che quelle operazioni dovevano essere qualificate come «derivati» per il principio della «prevalenza della sostanza sulla forma».
Ma tale lettura è stata smontata dalla corte d’appello per Mussari e Vigni, essendo quel criterio interpretativo solo residuale rispetto ai principi contabili. Adesso proprio questa sentenza di appello è alla base dei motivi aggiunti depositati di recente dai legali di Profumo (attuale ceo di Leonardo, in uscita) e Viola in vista del processo di appello.
[…] Profumo e Viola puntano a vincere in appello usando appunto gli argomenti di Mussari e Vigni e le nuove carte degli imputati di Deutsche Bank, che hanno dimostrato come Santorini fosse uno dei tanti offerti – non solo a Mps – dalla banca d’investimento tedesca, e non un prodotto confezionato ad hoc per occultare perdite.
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