RIUSCIRÀ SALVINI A RITROVARE LA FORTUNA POLITICA MISTERIOSAMENTE SCOMPARSA? PER NON PERDERE LA…
Sara Bonifazio per ANSA
Tim, il suo cda e l'ad Luigi Gubitosi, per quanto ai ferri corti guardano nella stessa direzione e lavorano a un piano che possa far uscire il gruppo dalle secche e reagire a una concorrenza sempre più agguerrita. Nessun ribaltone dunque perchè, come fanno notare in ambienti finanziari, non è una questione di pilota ma di rotta, e questo è stato il mood con cui la discussione è stata portata in consiglio.
Una riunione fiume iniziata a tarda mattinata e chiusa nel tardo pomeriggio per esaminare "il difficile contesto di mercato e le sfide che attendono la società in materia di strategia, performance aziendale e organizzazione". Lo spiega la stessa società, dopo le tante indiscrezioni sui temi caldi e le tensioni provocate dal profit warning. Con la chiusura del terzo trimestre Tim ha nuovamente abbassato le sue stime fino al 2023, attendendosi ora ricavi in calo del 5% e margini in discesa tra il 5 e il 9%.
I ricavi nei 9 mesi sono stati pressoche' stabilizzati (a 11,4 miliardi, -0,4%) ma la redditivita' era ancora in calo (Ebitda organico a 4,9 miliardi -4,4%) e l'utile schiacciato a 0,3 miliardi escludendo l'impatto delle partite non ricorrenti. Hanno pesato, soprattutto in Italia, i costi legati al calcio e quelli delle start-up per le societa' digitali del gruppo e l'ad ha dovuto fare ammenda per non averlo previsto.
"Non abbiamo percepito abbastanza bene che il mercato si stava deteriorando in termini di prezzi e che avremmo avuto qualche spesa in piu'" si era giustificato a caldo il manager ma di quella "visione di lungo termine" a cui ha fatto riferimento i soci gli hanno chiesto conto. Vivendi, primo azionista con il 23,7%, ha chiesto un cambio di passo e il cda oggi "ha definito il percorso per la preparazione e condivisione del Piano Strategico 2022-2024 da approvare a febbraio", con un appuntamento già fissato in agenda con i conti dell'intero 2021 al 23 febbraio.
LUIGI GUBITOSI GIANCARLO GIORGETTI MEETING RIMINI
Nessuna indicazione sul dossier Rete unica mentre si registra il via libera senza condizioni, dell'Antitrust Ue, all'operazione di Cassa Depositi e Prestiti e del fondo australiano Macquarie per l'acquisizione della quota di Enel in Open Fiber. L'operazione porterà Cdp ad aumentare la quota di partecipazione al 60% e Macquarie ad acquisire il 40 per cento ma il Governo, che sta andando avanti con il Piano Italia a 1 Giga, sembra indifferente alla questione.
Non sorprenderebbe, riflettono gli analisti, se i fondi internazionali, a partire dagli americani di Kkr che hanno già investito 1,8 miliardi in Fibercop fossero alla finestra e si facessero avanti con Tim o con Cdp. Ma "non è in corso alcuna negoziazione relativa alla rete o altri asset strategici" è l'unica cosa che per ora ha scandito chiaramente Tim.
luigi gubitosi di timLUIGI GUBITOSI GIANCARLO GIORGETTI MEETING RIMINI
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