DAGOREPORT – CON L'OPERAZIONE GENERALI-NATIXIS, DONNET SFRUTTA UN'OCCASIONE D'ORO PER…
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Scriveva oggi Ilario Lombardo su ''La Stampa'':
(…) Oggi, invece, al terzo piano di Palazzo Chigi si vedranno gli amministratori delegati di Terna, Cdp, Leonardo, Snam, Eni, Enel, Saipem, Ansaldo Energia, Poste, Fincantieri, Italgas, Ferrovie, Open Fiber.
Tutti convocati da Giuseppe Conte. Una richiesta d' aiuto inviata in una lettera su carta intestata, per chiedere la partecipazione attiva alla cabina di regia sugli investimenti. Sul tavolo ci sono 38 miliardi, stanziati nelle legislature precedenti, per i prossimi quindici anni. E 15 miliardi per il prossimo triennio.
«Sul piano del rafforzamento delle capacità tecniche - scrive Conte - stiamo per varare una società di servizi che sia di supporto alle amministrazioni nella fase di progettazione e di selezione tramite i bandi pubblici». Si vogliono superare i vincoli del codice degli appalti che bloccano molti lavori. E, allo stesso tempo, Conte intende chiedere alle aziende una valutazione degli effetti del superamento della Fornero sulle assunzioni.
Ma allora è un vizio! Questo governo non ha capito che trattare le società partecipate dallo Stato come pedine del proprio disegno politico vuol dire mettersi nei pasticci con le istituzioni internazionali, con gli azionisti di minoranza, con i fondi che investono nel loro capitale e con i detentori delle loro obbligazioni. Lo ha fatto bloccando le campagne pubblicitarie sui giornali, lo ha fatto minacciando l'ingresso di FS in Alitalia (che ora è un'azienda privata).
Come Dagospia ha scritto più volte, l'esecutivo è nel mirino di Eurostat, l'ente comunitario che stabilisce i parametri economici per tutta l'Unione, per come gestisce aziende che in teoria sono fuori dal perimetro pubblico.
La novità delle ultime ore è che proprio Eurostat ha scritto una lettera indirizzata a Roma sul tema di Cdp. La Cassa depositi e prestiti è stata ''privatizzata'' anche per non farla contabilizzare insieme al debito pubblico italiano. L'avvertimento dell'ente che ha sede a Lussemburgo è un segnale molto pericoloso per un Paese che balla sui decimali e non può certo permettersi una bomba sui conti come il ''ritorno a casa'' della Cdp.
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