
FLASH – BRUNO VESPA, LA “SPALLA” DEL GOVERNO MELONI: IL GIORNALISTA IN RAI E' PERFETTO PER DARE…
1- IL CORRIERE DELLA (PAS)SERA - BINARI ROVENTI PER LUCHINO & DIEGUITO
E' molto probabile che questa mattina Flebuccio De Bortoli abbia trovato sulla sua scrivania un enorme mazzo di fiori. A sceglierli con cura presso il fioraio che si trova a due passi dall'abitazione romana di via Archimede pare che sia stata Giovanna Salza, la moglie di Corradino Passera, esperta di pubbliche relazioni (AirOne), che poi ha aggiunto un bigliettino autografo del marito e l'indirizzo milanese del Corriere della Sera.
E' un piccolo e comprensibile gesto di riconoscenza per l'intervista di quasi due pagine pubblicata ieri in cui il superministro ha annunciato il suo piano per la crescita bruciando sul tempo il vespro stiracchiato che in serata Mario Monti ha pronunciato in serata nel salottino per i panda di Fabio Fazio. Nella lenzuolata del Corriere, che ormai lo sponsorizza senza pudore, l'ex-banchiere di Intesa annuncia la fine delle tasse e un decreto al mese per le liberalizzazioni.
Il tono delle sue parole non e' apparso pittoresco ma un po' picaresco , sopratutto quando ha affrontato il problema dei ritardi dei pagamenti con la promessa che per saldare il debito di 60-80 miliardi lo Stato applichera' in breve tempo la direttiva europea che obbliga a saldare gli arretrati entro 60 giorni. Qui viene da chiedersi se Corradino abbia avuto il tempo di capire in quali condizioni si trovano le casse del suo ministero, ma lui prefigura un intervento della Cassa Depositi e Prestiti, delle banche e un rimborso in Bot.
Sono affermazioni generose e premature, ma il ministro vuole dimostrare di avere il pie' veloce e cerca il consenso anche ai confini della realta'. Con l'aiuto di De Bortoli e del giornalista Cazzullo, specializzato al pari di Fazio in indulgenze di fronte ai potenti, Corradino si allarga e si slarga, sprizza parole e cerca di mettere un tigre nel motore del governo e del suo futuro che dice "oggi non riesco a immaginare ma che mi ha sempre sorpreso".
Cosi' ha fatto anche venerdi' a Parigi venerdi' in occasione del convegno "Nouveau Monde" dove erano presenti ministri di vari paesi,imprenditori di primo piano e numerosi economisti. Per il titolare dell'Economia e' stato il battesimo internazionale e anche in quella sede non ha mancato di allargarsi e di slargarsi con critiche pungenti alla delusione della politica europea e alla riforma mancata della BCE.
Cio che importa non e' capire se il suo "plaisir de vivre" nei panni del governante cominci a dare un po' di fastidio al Professore di Palazzo Chigi (sponsorizzato a piene mani da Repubblica) quanto scoprire che al tavolo del convegno parigino Passera era seduto al fianco di Patrick Kron, il calvo presidente di Alstom , la societa' francese che costruisce i treni di NTV per Luchino, Dieguito, Sciarrone, Intesa e SNCF (le ferrovie francesi).
Ai giornalisti presenti non e' sfuggito l'accostamento dei due personaggi e subito c'e' stato chi ha voluto capire se oltre agli scenari del nuovo mondo hanno scambiato qualche parola sulle difficolta' che NTV e i treni di Alstom stanno trovando in Italia.
Negli ambienti industriali di Parigi corrono voci incontrollate sull'ultimatum che la stessa Alstom avrebbe posto alla compagine italiane per il pagamento dei primi treni gia' consegnati pena il rischio di fermare la produzione degli altri dodici convogli della flotta. A questi rumors, che vale la pena ripetere sono soltanto tali, si aggiunge la considerazione che prima o poi Luchino&Company dovranno metter mano al portafoglio per un aumento di capitale in NTV, un'ipotesi che i soci delle Ferrovie francesi (SNCF) detentori del 20% non avrebbero alcuna intenzione di considerare poiche' ritengono di aver gia' donato il loro sangue in cambio dell'appalto di "Italo" ai cugini di Alstom.
2- AD APRILE TESORO E BANCA D'ITALIA VOGLIONO AGGIUNGERE SARMI ALLA LISTA DEI PENSIONATI CHE FANNO LA FILA AGLI SPORTELLI DELLE POSTE?
Questa Sarmi proprio non se l'aspettava.
Per il manager di Malcesine dalle orecchie generose che da dieci anni governa le Poste l'idea del governo di scorporare Bancoposta per farla diventare una vera banca soggetta a Bankitalia, e' una sorpresa che stringe le budella, un taglio al braccio destro piu' prosperoso dell'azienda che rischia di mettere a repentaglio l'intero bilancio.
Che poi a farsi promotore del progetto sia quel Passera che non perde occasione per ricordare i successi della sua gestione alle Poste dove e' arrivato nel 1998, rende la prospettiva ancora piu' incredibile. Eppure sembra che nelle 90 pagine fornite dall' Antitrust al governo dei Professori, l'operazione sia tra le piu' urgenti e indispensabili per portare linfa alla casse del ministero guidato da Corradino.
Alla base c'e' la convinzione che Bancoposta con i suoi 14mila uffici e una raccolta che supera i 300 miliardi sia una vacca grassa da valorizzare e da mettere in linea con le altre banche italiane fino al punto di quotarla in borsa. Il tutto secondo quella logica della concorrenza e delle liberalizzazioni che e' diventato il totem di SuperMario e del suo ministro bocconiano.
Per Sarmi pero' Bancoposta non e' una vacca grassa, ma un autentico gioiello che magari si inceppa clamorosamente come e' avvenuto a giugno scorso per colpa dell'IBM, ma che comunque raccatta 198 miliardi di buoni fruttiferi e piu' di 94 dai libretti postali, cifre enormi alle quali -come spiega Milano Finanza- si aggiungono i 37,5 dei conti conti correnti.
Dopo aver ottenuto la riconferma al suo mandato per ben tre volte , adesso il povero Sarmi prova la sensazione che la sua fedelta' al potere non e' servita. Eppure dal maggio 2002 quando Fini lo piazzo' sulla poltrona ha fatto piroette formidabili con il Cavaliere e con Giulietto lasciandosi alle spalle i panni dell'ingegnere e del postino per indossare quelli del banchiere. Non si e' tirato indietro nemmeno quando lo statista mancato Tremonti gli ha ordinato di mettere i soldi dentro la creatura incerta della Banca del Sud di cui oggi nessuno capisce il destino.
Che succedera' adesso? e come si potra' far quadrare il bilancio con le raccomandate e i francobolli?, sono queste le domande che tormentano il manager dalle orecchie generose,e dopo il tiro mancino del "padre" di Bancoposta, chi gli assicura che ad aprile Tesoro e Banca d'Italia non vogliano aggiungerlo alla lista dei pensionati che fanno la fila agli sportelli?
3- MATTEUCCIO ARPE CONTINUA A IGNORARE CHE A MEDIOBANCA NESSUNO LO AMA, MA E' PROPRIO PIAZZETTA CUCCIA, DOVE HA LAVORATO PER 13 ANNI IN MODO BRILLANTE, A BUTTARE MANCIATE DI ZOLFO SULLE SUE AMBIZIONI.
C'e' un banchiere che soffre in maniera terribile per le sorti di Unicredit.
E' Matteuccio Arpe il golden boy della finanza che quando si fece la fusione tra Capitalia (da cui era uscito) e la banca di Profumo calcolo' che il nuovo Gruppo valeva non meno di 100 miliardi contro i 7 di oggi.
Durante le ultime vacanze il 47enne milanese ha cercato di scacciare dagli occhi il crollo del titolo di Piazza Cordusio che lacrima-Montis ancora ieri sera ha definito in televisione "una spiacevole diminuzione", e pare che abbia dedicato il suo tempo alle letture preferite. Tra queste ci sara' stata sicuramente "La parrucca di Newton", un libro molto bello sullo scienziato del '600 che era piccolo di di statura e giocava a fare l'alchimista.
Anche Arpe adora l'alchimia, non quella degli alambicchi e del mercurio, quanto piuttosto dei numeri e della finanza.
Il guaio e' che da quando si e' rotto il cordone ombelicale con Geronzi, che in privato continua a considerarlo una sua scoperta "molto intelligente", le formulette di Matteuccio non portano ai risultati che desidera.
E' il caso ad esempio della scalata alla BPM, la banca sgovernata da Ponzellini, dove si sono affacciati nuovi padroni dal pedigree di gran lunga inferiore a quello dello stregone che ammaliava la City e il Financial Times, oppure del tentativo di infilarsi con un pugnetto di milioni (pare 50) nel salvataggio di Ligresti.
Il vero guaio di questo ex-rotweiller della finanza e' che non ha ancora capito chi sono i suoi nemici. A fargli ombra e' in primo luogo la sua immensa presunzione,un peccato fatale che lo ha portato a fottersi con le sue mani quando poteva campare di gloria con i successi di Capitalia anche se molti sono convinti che dopo aver portato il titolo a 8 euro il repertorio alchemico delle cartolarizzazioni fosse finito.
Resta il fatto che dopo aver messo in piedi nel 2007 la sua boutique Sator e dopo la scalata alla piccola Banca Profilo. il buon Matteo continua a ignorare che a Mediobanca nessuno lo ama, ma e' proprio Piazzetta Cuccia, dove ha lavorato per 13 anni in modo brillante, a buttare manciate di zolfo sulle sue ambizioni.
A Milano come nella City e alla LUISS dove le studentessse ammirano la sua abbronzatura, lo sanno tutti che il pallido Nagel e il triste Pagliaro sono pronti a tagliarsi le vene pur di compromettere i progetti del loro ex-collega.
Soltanto lui, l'alchimista dei numeri primi, non l'ha capito pur avendo in tasca la piena benevolenza della Banca d'Italia.
Forse arrivera' il giorno in cui invece di giocare con i mattoni insieme all'amico Puri Negri, qualcuno lo ripaghera' delle sue delusioni.
4- UNI-MENTANA
Avviso ai naviganti:" Si avvisano i signori naviganti che oggi a partire dalla 16,30 Enrichetto Mentana non deve essere disturbato.
Il giornalista e' stato ingaggiato dal vertice d Unicredit per intervistare i top manager Ghizzoni, Nicastro e Piccini sul tema :"Azioni concrete per la crescita del Paese".
La visione e' riservata ai dipendenti della banca, gli stessi che sui loro monitor non possono accedere a quel sito disgraziato di Dagospia".
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