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IL CRAC DELLE BANCHE A CARICO DEI CONTRIBUENTI - RENZI SE LA FA SOTTO E AIUTA I BANCHIERI PER PAURA DI ESSERE TRAVOLTO DA UNA CRISI DEL SISTEMA BANCARIO: SGRAVI FISCALI A UBI A CUI PALAZZO CHIGI HA CHIESTO DI COMPRARE ETRURIA, MARCHE E CHIETI - CDP IN CAMPO PER L'AUMENTO DI CAPITALE MPS - INCENTIVI E SUSSIDI PER I LICENZIAMENTI - IL RITORNO DELL’ANATOCISMO E L’AUMENTO DEI COSTI DEI CONTI CORRENTI

Francesco De Dominicis per "Libero Quotidiano"

 

matteo renzi padoanmatteo renzi padoan

Per il premier Matteo Renzi, l’aggravarsi della crisi delle banche potrebbe rappresentare un colpo esiziale per il suo governo. Ecco perché negli ultimi giorni è cresciuto il livello di attenzione su alcune vicende da allarme rosso, col ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, sceso in campo a occuparsi della faccenda in prima persona. I dossier che scottano di più sono tre: due sono casi specifici, da una parte il Monte paschi di Siena, dall’altra gli istituti falliti (Etruria, Marche, Chieti, Ferrara); il terzo è un caso di sistema, la cura dimagrante dei bilanci attraverso la riduzione del costo del lavoro.

padoan renzipadoan renzi

 

Obiettivo del premier è allontanare i rischi di crac e, soprattutto, evitare il ricorso al bail in che lo scorso anno ha messo in ginocchio migliaia di investitori, minato la fiducia dei risparmiatori, azzoppato la credibilità dell’esecutivo. Fatto sta che lo stato di salute del settore oggi è pessimo e Padoan ha avviato un serrato negoziato coi banchieri.

 

E, nonostante si tratti di una classe dirigente che in talune circostanze meriterebbe più di un cartellino rosso, l’inquilino di via Venti Settembre è pronto a mettere sul tavolo una serie di «regali» per consentire al sistema creditizio di restare in piedi ed evitare, così, una caduta a catena che potrebbe travolgere lo stesso governo. Renzi non può permettersi alcuno scivolone, ora che è nel vivo la campagna elettorale sul referendum costituzionale del 4 dicembre.

 

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La strategia salva-banche ha preso forma in questo contesto. Qui di seguito, nel dettaglio, l’articolata offerta ai banchieri, che si preparano a indossare la speciale ciambella di salvataggio confezionata a palazzo Chigi. Per quanto riguarda Mps, è sempre più probabile che l’aumento di capitale da 5 miliardi di euro venga accompagnato al successo anche grazie a un po’ di denaro pubblico: un’iniezione di liquidità che potrebbe essere attuata per il tramite della Cassa depositi e prestiti oppure, per farla meno «sporca», attraverso una finta operazione di mercato in un fondo d’investimento, magari Atlante.

 

JP MORGANJP MORGAN

Restano i dubbi e i fari puntati su JpMorgan oltre che sul ruolo del governo nella sostituzione dell’ex ad di Mps Fabrizio Viola con Marco Morelli (gradito alla major americana che col Tesoro ha diversi fascicoli aperti, a cominciare dal btp a 50 anni in via di emissione). La questione delle good bank, invece, potrebbe essere affrontata con un pacchetto di sgravi fiscali.

 

Desinataria delle agevolazioni su misura, da infilare nella prossima legge di bilancio, sarebbe Ubibanca, a cui Renzi ha chiesto di acquistare almeno tre dei quattro istituti «risolti» a novembre 2015 (Etruria, Chieti e Marche; per Ferrara serve un altro Cavaliere bianco). Il vertice di Ubi si scontra coi rigidi paletti della Bce che, tuttavia, potrebbero essere parzialmente smussati da sgravi tributari sui 600 milioni di aumento di capitale preteso proprio dall’Eurotower.

FABRIZIO VIOLAFABRIZIO VIOLA

 

L’ultimo regalo in arrivo è quello suggerito ieri dal direttore generale della Banca d’Italia. Salvatore Rossi ha detto chiaramente che ritiene possibili «se necessario interventi ad hoc per agevolare gli esuberi del settore bancario attraverso gli ammortizzatori sociali». L’alto dirigente di via Nazionale parla, di fatto, di licenziamenti e cassa integrazione (Naspi) con sostegni straordinari a carico della fiscalità generale. Il pericolo, in questo caso, è andare a uno scontro coi sindacati che non serve a nulla.

 

Non è finita. Fuori sacco, è già arrivato (o, meglio, tornato) l’anatocismo, la pratica degli interessi sugli interessi. Dal 1 ottobre, i clienti sono a un bivio: o autorizzano l’addebito degli interessi sul conto corrente appena divengono esigibili, dando l’ok alla loro capitalizzazione, oppure li estinguono entro 60 giorni, dal momento in cui diventano esigibili con l’afflusso di nuovi capitali cash. Un favore, previsto dalla finanziaria del 2016, che consente alle banche di migliorare quel deficit di redditività denunciato sempre ieri da Rossi.

UBI BANCA BRESCIAUBI BANCA BRESCIA

 

Fin qui i regali. Ma non bisogna dimenticare che parecchie banche hanno aumentato i costi dei conti correnti - in spregio alla correttezza, forse nel solo rispetto della Gazzetta ufficiale - per recuperare il denaro speso nel 2015 per alimentare il fondo di salvataggio di Bankitalia. Insomma, se gli istituti falliscono, pagano correntisti e contribuenti.

protesta dei risparmiatori davanti banca etruria  7protesta dei risparmiatori davanti banca etruria 7