DAGOREPORT - L’ASSOLUZIONE NEL PROCESSO “OPEN ARMS” HA TOLTO A SALVINI LA POSSIBILITA’ DI FARE IL…
1- DAL CALTA A DE BENEDETTI, L'UCCELLAGIONE DI PASSERA
Una melanconia leggera, quasi simile alla tristezza ha attraversato il weekend di Corradino Passera, il Superministro dello Sviluppo Economico che tra sabato e domenica ha visto minacciare seriamente la voglia di leadership.
Il suo silenzio in questo fine settimana dimostra che ha buttato alle ortiche il Manuale "Parlare e Straparlare" che pare sia stato elaborato dalla moglie Regina Giovanna, esperta di pubbliche relazioni, secondo il quale la prima regola del politico avveduto è quella di riempire il vuoto del weekend con parole e annunci che fanno notizia.
La prima botta gli è arrivata sabato dal "Messaggero" sul quale si è scaricata l'ira di Francesco Gaetano Caltagirone, per gli amici Caltariccone, a proposito delle promesse fatte per il settore delle costruzioni. Senza mancare di rispetto al giornalista che ha firmato il micidiale articolo, si potrebbe pensare che il testo sia stato scritto di suo pugno dall'imprenditore romano, e questo vale soprattutto nelle prime righe dove si attacca il Governo per l'Imu e la spending review.
Sotto accusa è Corradino che durante l'Assemblea dell'Ance di venerdì "ha fatto quello - si legge sul giornale - che nel nostro politichese si usa definire un ampio e articolato discorso elencando molte cose che alla fine si sono rivelate solo, parafrasando una vecchia canzone di successo, "parole, parole, parole...".
à un linguaggio crudo che va diretto al cuore del ministro il quale - sempre secondo il quotidiano di Caltariccone - "non riesce a pesare, non porta avanti la mission per evitare che la nave dell'economia finisca sugli scogli".
La prosa è così asciutta e l'accusa talmente diretta da far pensare che questa volta Caltariccone sia davvero incazzato. Questo avviene raramente e negli ultimi anni a subire strali così feroci sono stati la Giunta Veltroni e il sindaco dalle scarpe ortopediche Alemanno al quale ogni giorno non vengono perdonati il degrado della città e il pasticcio sulla privatizzazione di Acea.
L'accusa di essere un parolaio da parte di uno dei poteri più forti della Capitale brucia a Corradino Passera che a questo punto si chiede se dietro la mano del suocero furibondo per la crisi del mattone ci sia anche l'ombra del genero, quel Pierfurby Casini con il quale ha vagheggiato di costruire un Grande Centro.
Ma non è finita qui perché nella stessa giornata di sabato, dopo il missile del "Messaggero", è arrivato quello di "Repubblica" per bocca del solito economista Alessandro Penati che ha bollato il mito della crescita realizzata a colpi di decreti. Come non bastasse ieri è si è manifestato l'exploit del neo-ministro Grilli al quale Flebuccio De Bortoli ha dedicato due intere pagine con un rilievo che è parso del tutto esagerato rispetto ai contenuti dell'intervista.
Nella lunga chiacchierata il 55enne bocconiano spiega il suo piano per ridurre il debito che a suo avviso si potrebbe contenere cedendo per cinque anni beni patrimoniali dello Stato e degli enti locali per un importo di 15-20 miliardi l'anno.
Sulla possibilità pratica di realizzare questo progetto ci sarebbe molto da dire e qualche critica già affiora oggi nell'articolo di Massimo Mucchetti a proposito della scarsa incisività e della necessità di avere più coraggio "magari non tanto negli annunci, possibile fonte di illusioni, quanto nella prassi".
Anche questa frase provoca una fitta al cuore a Corradino Passera perché l'allusione agli annunci "fonte di illusioni", pur essendo attribuita al progetto di Grilli, gli ricorda la sequenza implacabile di promesse che fino a tre settimane fa lui faceva seguendo alla lettera il Manuale "Parlare e Straparlare" della Regina Giovanna.
I fuochi d'artificio di fine settimana sono stati numerosi: dai 100 miliardi per le infrastrutture ai 160 promessi per le energie alternative, fino alle sortite sui cantieri della Salerno-Reggio Calabria sulla quale ha giurato di mettere la faccia per il completamento entro il 2013. Per non parlare poi dell'impegno, assunto da Passera con grandi squilli di tromba, sul ritardo dei pagamenti da parte dello Stato che oggi gli viene ricordato da Massimo Giannini sul quotidiano dell'amico-nemico Carletto De Benedetti.
Adesso Corradino si sente spiazzato dall'endorsement di Flebuccio De Bortoli su Vittorio Grilli che con la nomina a ministro rischia di occupare la scena per la battaglia d'agosto contro le agenzie di rating e la volatilità del mercato.
Se a questo nuovo protagonista (servitore discreto e non più silenzioso di tanti governi) si aggiunge poi il ritorno sulla scena del vecchio Cavaliere di Arcore, allora si capisce che per Corradino lo spazio politico si sta stringendo paurosamente.
La ribalta è occupata da due grandi venditori: da una parte Vittorio Grilli, protagonista insieme a Ciampi e a Draghi nella stagione delle dismissioni iniziata sul panfilo Britannia nel '92; dall'altra un Grande Venditore di fumo e di sogni che riappare per salvare il suo impero fregandosene altamente del giudizio internazionale.
Stretto in questa morsa al buon Corradino non resta che rimpiangere i tempi di IntesaSanPaolo quando operava con operazioni più che sofisticate ma riusciva a tenere in mano il bastone del comando.
Quello era potere vero, diverso dalle "parole, parole, parole..." che gli vengono sbattute in faccia da Caltariccone e dai suoi nemici.
2- OGGI Ã UNA BRUTTA GIORNATA PER GIULIETTO TREMONTI E RENATINO BRUNETTA
Oggi è una brutta giornata per Giulietto Tremonti e Renatino Brunetta, i due suggeritori del governo Berlusconi che coltivano la convinzione di essere nati per conquistare un Premio Nobel.
Entrambi sono stati esclusi dall'incontro dei 70 cervelli convocati dal Cavaliere a Villa Gernetto per mettere a punto una strategia economica. Invece dei due Nobel mancati pare che alla riunione partecipi un Nobel premiato, l'82enne Gary Becker, stanco esponente della scuola liberista di Chicago. A convocarlo sono stati Giuseppe Moles, parlamentare Pdl e Deborah Bergamini, l'ex-giornalista che si batte per la rinascita del Cavaliere.
In realtà i 70 personaggi che si riuniranno a porte chiuse non sanno nemmeno lontanamente chi siano questi due portaborse di Berlusconi ma conoscono Antonio Martino, l'ex-ministro siciliano degli Esteri e della Difesa che continua a portare sulle spalle le sue ferme convinzioni anti-keynesiane.
Se Tremonti e Brunetta riuscissero a mettere da parte la loro supponenza, dovrebbero sorridere per questo revival iperliberista che ha come obiettivi la riduzione delle tasse e l'uscita graduale dall'euro. C'è infatti qualcosa di patetico in questo incontro segreto che riporta gli orologi all'indietro convocando gli stanchi baluardi del neoliberismo.
Per il 70enne Martino, che nel 1993 è stato tra i fondatori di Forza Italia con la tessera numero 2 ed è stato beccato anche con la tessera della P2, quella di oggi sarà una giornata storica. Per anni ha dovuto digerire la supremazia di Tremonti che arrivò a sfidare con un articolo dal titolo: "Caro Tremonti, io dico viva gli speculatori".
Anche lui comunque dovrà misurarsi con Gary Becker, il Premio Nobel che agli inizi del '99 a proposito dell'euro scriveva: "come sai sono piuttosto cinico e dubbioso sull'euro...ma non mi sarei mai aspettato che i più grandi Paesi avrebbero dimostrato in genere la loro disciplina alla moneta unica".
La nuova strategia di Berlusconi fa capire comunque che il Cavaliere risorto non ha soltanto la voglia di rinverdire i fasti e i nefasti di Forza Italia, ma anche di lavorare in profondità guardando ancora una volta a Palazzo Chigi. Sono in molti a pensare che sia una battaglia senza speranza e che le spinte antieuro siano il frutto delle pressioni di quei padroncini del Nord che sognano una svalutazione dell'euro per rilanciare le esportazioni.
Giulietto Tremonti e Renatino Brunetta sanno bene che è una battaglia disperata ma di fronte allo spessore intellettuale di Deborah Bergamini e di Antonio Martino anche loro devono arrendersi all'idea di un altro sogno dove le tasse scendono, l'euro va in soffitta e le televisioni rimangono in mano al vecchio padre padrone.
3- CORRE VOCE DI UN SUMMIT SU FINMECCANICA TRA FINI, CASINI, BERSANI E PASSERA
Da venerdì corre voce di un summit su Finmeccanica che dovrebbe svolgersi oggi tra Fini, Casini, Bersani e il ministro dello Sviluppo Corradino Passera.
L'incontro sarebbe sollecitato dalla preoccupazione che la situazione del Gruppo precipiti per le iniziative delle Procure. Nei corridoi dell'azienda guidata da Giuseppe Orsi hanno fatto molta sensazione le otto righe scritte sabato su "Il Giornale" dal giornalista Nicola Porro in cui si leggeva: "Luglio rischia di essere un mese micidiale per i vertici di Finmeccanica. Da giorni gira l'indiscrezione che la Procura di Napoli (ma non solo) avrebbe già richiesto una serie di mandati di arresto per le questioni giudiziarie del Gruppo già aperte da tempo".
Negli ambienti del ministero non si trova conferma della riunione dei tre leader politici con il ministro Passera, mentre si dà per certo l'avvio della procedura per la privatizzazione di Ansaldo Energia, per la quale verrà utilizzato come advisor IntesaSanPaolo. L'operazione (come anticipato da quel sito disgraziato di Dagospia) sarà curata per gli aspetti legali anche dallo studio Gianni Origoni Grippo Cappelli nel quale dal gennaio 2007 lavora Riccardo Gotti Tedeschi, figlio dell'ex-presidente dello Ior, ed esperto di fusioni e acquisizioni.
Tutto si lega.
4- AI PIANI ALTI DI TELECOM NON Ã AFFATTO PIACIUTA L'INTERVISTA DI BASSANINI AL "SOLE 24 ORE"
Avviso ai naviganti: "Si avvisano i signori naviganti che ai piani alti di Telecom non è affatto piaciuta l'intervista concessa ieri da Franco Bassanini ad Alessandro Plateroti, una delle voci più importanti del "Sole 24 Ore".
Nella lunga conversazione dedicata agli obiettivi della Cassa Depositi e Prestiti di cui Bassanini è presidente si parla a lungo della guerra sulla fibra ottica che da circa un anno divide Franchino Bernabè dagli altri operatori di telecomunicazioni. In un passaggio dell'intervista, Bassanini rivela che la scorsa estate Bernabè in persona lo pregò di accettare la presidenza del Consiglio di amministrazione di Metroweb, la società che si trova in conflitto frontale con Telecom per il cablaggio delle più grandi città italiane".
PASSERAFRANCESCO GAETANO CALTAGIRONE Pierferdinando Casini ALESSANDRO PENATIVITTORIO GRILLI CARLO DE BENEDETTI CARLO AZEGLIO CIAMPI - copyright PizziMARIO DRAGHI TREMONTI BRUNETTA Deborah Bergamini Martino AntonioCASINI E FINI bersani casini Giuseppe OrsiRICCARDO GOTTI TEDESCHII PM WOODCOCK E PISCITELLI
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