DAGOREPORT - CHI L’HA VISTO? ERA DIVENTATO IL NOSTRO ANGOLO DEL BUONUMORE, NE SPARAVA UNA AL…
Francesco De Dominicis per âLiberoâ
Un colpo di spugna in tempi record: addio alla norma anti banche. Il Governo di Mario Monti si piega alle richieste dei banchieri e vara un mini provvedimento che sterilizza il giro di vite sulle commissioni. Si tratta della norma infilata al Senato nel pacchetto liberalizzazioni, con un emendamento del Pd approvato da tutta la maggioranza, e poi finita al centro delle polemiche. Sta di fatto che - nonostante abbiano chiuso i rubinetti del credito - gli istituti godono di ampia considerazione a palazzo Chigi.
Capitolo banche. Il consiglio dei ministri, a 24 ore di distanza dal via libera definitivo della Camera alle norme sulle liberalizzazioni, ha messo in pista un decreto ad hoc: lâazzeramento dei balzelli e delle commissioni sarà applicabile alle sole banche che non rispetteranno le norme sulla trasparenza varate dal Cicr, il comitato interministeriale per il credito e il risparmio.
Solo gli istituti fuorilegge, quindi, dovranno azzerare i costi per la concessione di linee di credito, la loro messa a disposizione, il loro mantenimento in essere e il loro utilizzo. Ciò anche nel caso di sconfinamenti in assenza di affidamento, ovvero oltre il limite del fido. Per le banche âin regolaâè previsto un tetto dello 0,5% trimestrale sulle commissioni. Limite che non pare infastidire i banchieri.
La mossa del Governo è frutto di una sostanziale intesa con i vertici dellâAbi, che nelle scorse settimane avevano addirittura annunciato le dimissioni pur di fare rumore e sensibilizzare il Parlamento. Operazione perfettamente riuscita: tantâè che giovedì, a Montecitorio, contestualmente al via libera al dl liberalizzazioni, è stato approvato un ordine del giorno bypartisan per impegnare, di fatto, lâEsecutivo a cambiare in corsa il provvedimento. E così è stato.
Tutto ha funzionato come un orologio svizzero. La pagliacciata è stata chiusa con «lâapprezzamento» dellâAbi in una nota ufficiale. La Confindustria delle banche, guidata da Giuseppe Mussari (ormai ex presidente di Mps), ha offerto «collaborazione» per il tavolo di lavoro ad hoc che verrà costituito nei prossimi giorni. Dove, forse, verranno analizzati gli ultimi dati sullâandamento dei prestiti: il bollettino di palazzo Altieri porta alla luce un «ulteriore» irrigidimento sul fronte dei prestiti a febbraio.
Non solo è rallentato il trend (1,18% rispetto a 4,04% di novembre), ma è addirittura calato lâammontare complessivo di finanziamenti. Da novembre a febbraio lo stock è letteralmente crollato da 1.704 miliardi di euro a 1.687 miliardi.
Una diminuzione registrata proprio mentre gli istituti sono andati a Francoforte in massa a incassare oltre 100 miliardi di liquidità a tassi ridicoli (appena lâ1% per tre anni). Col provvedimento di ieri lâEsecutivo ha promesso di mettere in campo «meccanismi di monitoraggio dellâaccesso al credito, con particolare riguardo alle Pmi». Per ora una scatola vuota.
Critiche al Governo sono arrivate dal presidente dei deputati del Pdl Fabrizio Cicchitto ed Elio Lannutti dellâIdv: «Le commissioni? escono dalla porta e rientrano dalla finestra..». Tutto somato non è da escludere che il decreto dâurgenza licenziato ieri dal cdm venga riscritto in Parlamento dove andrà per la conversione in legge. Lâagguato, insomma, è dietro lâangolo.Francesco De Dominicis per "Libero"
Un colpo di spugna in tempi record: addio alla norma anti banche. Il Governo di Mario Monti si piega alle richieste dei banchieri e vara un mini provvedimento che sterilizza il giro di vite sulle commissioni. Si tratta della norma infilata al Senato nel pacchetto liberalizzazioni, con un emendamento del Pd approvato da tutta la maggioranza, e poi finita al centro delle polemiche. Sta di fatto che - nonostante abbiano chiuso i rubinetti del credito - gli istituti godono di ampia considerazione a palazzo Chigi.
Capitolo banche. Il consiglio dei ministri, a 24 ore di distanza dal via libera definitivo della Camera alle norme sulle liberalizzazioni, ha messo in pista un decreto ad hoc: l'azzeramento dei balzelli e delle commissioni sarà applicabile alle sole banche che non rispetteranno le norme sulla trasparenza varate dal Cicr, il comitato interministeriale per il credito e il risparmio.
Solo gli istituti fuorilegge, quindi, dovranno azzerare i costi per la concessione di linee di credito, la loro messa a disposizione, il loro mantenimento in essere e il loro utilizzo. Ciò anche nel caso di sconfinamenti in assenza di affidamento, ovvero oltre il limite del fido. Per le banche "in regola"è previsto un tetto dello 0,5% trimestrale sulle commissioni. Limite che non pare infastidire i banchieri.
La mossa del Governo è frutto di una sostanziale intesa con i vertici dell'Abi, che nelle scorse settimane avevano addirittura annunciato le dimissioni pur di fare rumore e sensibilizzare il Parlamento. Operazione perfettamente riuscita: tant'è che giovedì, a Montecitorio, contestualmente al via libera al dl liberalizzazioni, è stato approvato un ordine del giorno bypartisan per impegnare, di fatto, l'Esecutivo a cambiare in corsa il provvedimento. E così è stato.
Tutto ha funzionato come un orologio svizzero. La pagliacciata è stata chiusa con «l'apprezzamento» dell'Abi in una nota ufficiale. La Confindustria delle banche, guidata da Giuseppe Mussari (ormai ex presidente di Mps), ha offerto «collaborazione» per il tavolo di lavoro ad hoc che verrà costituito nei prossimi giorni. Dove, forse, verranno analizzati gli ultimi dati sull'andamento dei prestiti: il bollettino di palazzo Altieri porta alla luce un «ulteriore» irrigidimento sul fronte dei prestiti a febbraio.
Non solo è rallentato il trend (1,18% rispetto a 4,04% di novembre), ma è addirittura calato l'ammontare complessivo di finanziamenti. Da novembre a febbraio lo stock è letteralmente crollato da 1.704 miliardi di euro a 1.687 miliardi.
Una diminuzione registrata proprio mentre gli istituti sono andati a Francoforte in massa a incassare oltre 100 miliardi di liquidità a tassi ridicoli (appena l'1% per tre anni). Col provvedimento di ieri l'Esecutivo ha promesso di mettere in campo «meccanismi di monitoraggio dell'accesso al credito, con particolare riguardo alle Pmi». Per ora una scatola vuota.
Critiche al Governo sono arrivate dal presidente dei deputati del Pdl Fabrizio Cicchitto ed Elio Lannutti dell'Idv: «Le commissioni? escono dalla porta e rientrano dalla finestra..». Tutto somato non è da escludere che il decreto d'urgenza licenziato ieri dal cdm venga riscritto in Parlamento dove andrà per la conversione in legge. L'agguato, insomma, è dietro l'angolo.
montiGiuseppe Mussari ADS ELIO LANNUTTIFABRIZIO CICCHITTO MARIO MONTIGIUSEPPE MUSSARI
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