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Rosario Dimito per il Messaggero
Stretta ulteriore della Vigilanza Bce sui crediti deteriorati delle banche europee che riaccende le divergenze con alcune banche centrali nazionali, tra le quali Bankitalia. L'indicazione dell'organo presieduto da Danièle Nouy è di rafforzare ulteriormente i criteri con cui vengono coperti i nuovi crediti deteriorati, alzando al 100% le coperture dopo 2 anni di vintage se i crediti sono non garantiti (unsecured) e dopo 7 anni di vintage se sono garantiti (secured).
Oggi dovrebbe essere posta in consultazione l'ultima versione delle linee guida che prevedranno un giro di vite sulle svalutazioni relative ai nuovi flussi di crediti anomali mediante alcune applicazioni automatiche che, come conseguenza, potrebbe rallentare la riapertura del rubinetto delle banche per assecondare la ripresa economica. Queste istruzioni contenute nella bozza dell'addendum, datata 1 settembre, alle linee guida della Banca centrale europea sono destinate a gettare benzina sul fuoco. Il documento consentirà alle banche, associazioni, accademici, Autorità di formulare commenti e apportare suggerimenti.
LA ZAVORRA
«Le banche italiane si stanno liberando della pesante zavorra accumulata nei durissimi anni di recessione dell'economia reale», ha detto durante un convegno a Milano della scorsa settimana sul Fintech, il vice direttore generale di Bankitalia Fabio Panetta che è anche membro del Supervisory board della Bce, più volte critico rispetto alla mano dura della Nouy contro gli istituti, «I prestiti deteriorati si stanno riducendo a ritmi che solo pochi mesi fa alcuni ritenevano irraggiungibili. L'attività di vigilanza deve ora proseguire in maniera graduale evitando impulsi prociclici - ha proseguito Panetta, facendo intendere la linea morbida da utilizzare per favorire la ripresa - accompagnando questo miglioramento e consentendo agli intermediari di tornare a finanziare in pieno l'economia italiana».
Il giro di vite che la Vigilanza vuole imporre, contrasta con questo approccio. Secondo stime autorevoli anche se ancora approssimative, l'innalzamento delle coperture potrebbe provocare in un triennio almeno altri 8-10 miliardi di altri accantonamenti.
Eppure le banche italiane ad agosto hanno ridotto lo stock delle sofferenze nette a 65,8 miliardi, il valore più basso da marzo 2013. «Nessun valutatore internazionale si aspettava una massiccia e rapida riduzione delle sofferenze - spiega Antonio Patuelli, presidente dell'Abi - è possibile si vada avanti con questo ritmo e in tal caso l'Italia stupirà il mondo. L'importante, puntualizza il leader dell'Abi, «è bloccare il terremoto normativo». Un siluro evidente alla recrudescenza e stillicidio delle regole sul credito. Anche il governatore Ignazio Visco ha preso di recente posizione. «Le regole servono - ha detto qualche giorno fa - è importante che siano ben disegnate».
Le banche della zona euro hanno oltre 1.000 miliardi di npl che appesantiscono i loro bilanci e frenano l'erogazione del credito, un problema per la Bce dato che la debole crescita delle attività annulla lo stimolo che la banca cerca di dare tenendo bassi i tassi. «Ora che la situazione economica è molto migliorata», ha spiegato la presidente Nouy nei giorni scorsi anticipando il senso dei criteri, «dobbiamo vedere un progresso molto significativo nel caso degli npl».
Le linee guida di imminente varo non sono vincolanti. Bce però potrebbe pretendere che le banche motivino i comportamenti difformi compilando un report sulla compliance ogni anno. Le regole si applicano ai nuovi crediti anomali a partire dall'1 gennaio 2018 e lo stock dei vecchi crediti deteriorati sarà trattato con vintage pari a zero, quindi fra sette anni (se secured) dovranno essere essere svalutati del 100%. Il vintage è il tempo trascorso da quando un credito entra tra i deteriorati. Il documento parla di «almeno un sentiero lineare» fino al raggiungimento dell'obiettivo prudenziale nel corso dei sette anni, quindi gli istituti dovranno ripartirli pro rata annuale.
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