1- L’AFFARE FONSAI-UNIPOL SI È CONCLUSO CON IL SUCCESSO DI NAGEL E LA RIAFFERMAZIONE DELLA CENTRALITÀ DI MEDIOBANCA CHE È RIUSCITA PER L’ENNESIMA VOLTA, CELEBRANDO UNO DEI TANTI CONFLITTI D’INTERESSI ITALIANI, A SALVARE IL SUO AZIONISTA SALVATORE LIGRESTI, GRAZIE ANCHE ALLA GALASSIA BANCARIA DI PIAZZETTA CUCCIA 2- TUTTI SANNO CHE IN REALTÀ MATTEO ARPE AVEVA E HA COME OBIETTIVO ALBERTO NAGEL 3- MA NON È FINITA. DOPO IL KILLERAGGIO NEI CONFRONTI DI ANTONELLO PERRICONE DELLA RCS E DI GIOVANNI PERISSINOTTO DELLE GENERALI, UN ALTRA VITTIMA DI NAGEL POTREBBE ESSERE FRANCO BERNABÈ PRESIDENTE DI TELECOM ITALIA. QUI LA BATTAGLIA È DURA PERCHÈ BERNABÈ È PROTETTO DAL PADRE NOBILE DI BANCA INTESA: ABRAMO BAZOLI 4- PER NAGEL SAREBBE LA CONCLUSIONE DI UN PROGETTO DI RISTRUTTURAZIONE DEL CAPITALISMO ITALIANO CHE GLI CONSENTIREBBE TRA L’ALTRO DI FAR DIMENTICARE AGLI AZIONISTI DI PIAZZETTA CUCCIA CHE ANCHE MEDIOBANCA PERDE UN SACCO DI QUATTRINI

Vai all'articolo precedente Vai all'articolo precedente
guarda la fotogallery

Anna Del Toro per Dagospia

L'affare Fonsai si è concluso con la vittoria del gruppo Unipol e con la riaffermazione della centralità di Mediobanca che è riuscita per l'ennesima volta, celebrando uno dei tanti conflitti d'interessi italiani, a salvare il suo azionista Salvatore Ligresti, grazie anche alla galassia bancaria di piazzetta Cuccia.

Ma se i fasti del caso Fonsai sono ormai alle spalle, non accenna a diminuire, nel pianeta finanza la guerra tra alcuni soloni del capitalismo italiano, come Franco Bernabè, Diego Della Valle, Matteo Arpe e l'amministratore delegato di Mediobanca Alberto Nagel. Dietro ognuno di questi, lo sanno tutti, c'è l'ombra di Cesare Geronzi, a cui forse piacerebbe come sta accadendo con il suo amico Berlusconi, tornare in scena come attore principale.

E' di venerdì la scia giudiziaria della battaglia Fonsai che vedeva da un lato Unipol-Mediobanca e dall'altro il gruppo Sator che fa capo a Arpe e Meneguzzo. "A seguito della comunicazione da parte di Sator-Palladio di presentare appello al Consiglio di Stato contro la sentenza del Tar, abbiamo deciso di avviare, a nostra volta, una procedura legale nei loro confronti per capire se possano esserci le condizioni per chiedere un risarcimento danni per quanto accaduto e capire quali sono i reali motivi che spingono ogni volta i soggetti interessati ad avviare procedure che bloccano o possono bloccare il progetto Unipol".

Lo dichiara in una nota il Ceo della Proto Organization, Alessandro Proto, aggiungendo che "è assolutamente da irresponsabili in questo momento pensare di bloccare ancora l'operazione Fonsai. Hanno già portato avanti diverse cause e le hanno perse tutte, capisco che non e' sempre bello perdere e gli sta capitando spesso, ma sarebbe il caso che Arpe e Meneguzzo prendessero atto del fatto che non hanno i requisiti per governare Fonsai e chiudessero definitivamente la porta dietro di loro lasciando lavorare chi ha maggiori disponibilità economiche e un progetto industriale piu' valido del loro, mettendo fine a questa agonia che va avanti da mesi e dando finalmente un po' di respiro alla compagnia d'assicurazione e ai suoi investitori che hanno gia' perso abbastanza in queste settimane".

L'ostruzionismo giudiziario di Arpe e compagni non andrà molto lontano, sostengono gli uomini che hanno seguito la vicenda Fonsai da vicino, ma nei circoli ristretti della finanza, qualcun aggiunge con certezza: "Tutti sanno che in realtà il gruppo Sator e in particolare Matteo Arpe avevano e hanno come obiettivo Alberto Nagel, reo di aver messo nelle mani di Unipol il gigante Fonsai. Una guerra di potere, quella di Arpe, che non fa altro che rafforzare la posizione dell'amministrazione delegato di Mediobanca".

L'istituto di piazzetta Cuccia per riaffermare le glorie di un tempo e la sua centralità ha mietuto finora parecchie vittime nel gotha del capitalismo italiano. Il progetto è di ristrutturare la geografia delle case matte e disegnare una nuova mappa del potere economico. Dopo il killeraggio nei confronti di Antonello Perricone della Rcs e di Giovanni Perissinotto delle Generali, un altra vittima potrebbe essere Franco Bernabè presidente di Telecom Italia.

Qui la battaglia è dura perchè Franco Bernabè, inviso a Mediobanca, è protetto per il momento dal padre nobile di Banca Intesa: Giovanni Bazoli. Il presidente di Intesa sta gettando sul mercato tutto il suo peso finanziario per la creazione di un nuovo network ma i tempi sono difficili e se Bernabè non dà segnali concreti, non trova ad esempio un modo di aggirare i progetti di Gamberale con una alleanza, la concorrenza di Tre e di Vodafone lo getterà ancora di più nel panico della crisi.

E Alberto Nagel non aspetta altro per affondare il coltello, ricordando a Franco Bernabè la grande esposizione bancaria del gruppo. Così Alberto Nagel si potrebbe mettere all'occhiello un fiore con tre petali-vittime: Perricone, Perissinotto, Bernabè. Per Alberto Nagel sarebbe la conclusione di un progetto di ristrutturazione del capitalismo italiano che gli consentirebbe tra l'altro di far dimenticare agli azionisti di piazzetta Cuccia che anche Mediobanca perde un sacco di quattrini.

 

 

ALBERTO NAGEL MATTEO ARPE Salvatore LigrestiROBERTO MENEGUZZO Alessandro-ProtoAntonello Perricone PERISSINOTTO