DOPO IL TONFO DI INTESA E MONTEPASCHI, PIAZZA AFFARI TORNA POSITIVA IN SCIA A WALL STREET - PRADA RIFINANZIA IL DEBITO A CONDIZIONI PIÙ FAVOREVOLI

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  1. PIAZZA AFFARI AZZERA LE PERDITE IN SCIA A WALL STREET, FTSE MIB TORNA SOPRA QUOTA 19.000 PUNTI

carlo messina carlo messina

Finanza.com – Piazza Affari azzera le perdite con l’indice Ftse Mib che riconquista la soglia dei 19.000 punti. L’indice guida di Piazza Affari, arrivato in giornata a toccare un minimo a 18.695 punti, in questo momento viaggia sulla parità in area 19.050 punti in scia all’andamento positivo di Wall Street.

 

  1. BCA MPS SOTTO SCACCO. SI TEMONO MAXI ACCANTONAMENTI

Davide Pantaleo | Trend Online – Un venerdì di passione per Banca Monte Paschi che quest’oggi finisce nella morsa dei ribassisti, mostrando una maggiore debolezza rispetto agli altri protagonisti del settore di riferimento e all’intero mercato. Il titolo, dopo aver chiuso la sessione di ieri con un ribasso di quasi due punti percentuali, quest’oggi perde terreno con ancor più decisione, passando di mano a 0,501 euro, con un affondo del 3,65% e oltre 69 milioni di azioni transitate sul mercato fino ad ora, rispetto alla media giornaliera degli ultimi tre mesi pari a circa 102 milioni di pezzi.

ALESSANDRO PROFUMO E FABRIZIO VIOLA ALESSANDRO PROFUMO E FABRIZIO VIOLA

 

MAXI ACCANTONAMENTI IN VISTA NEL QUARTO TRIMESTRE?

A mettere sotto pressione Banca Monte Paschi sono le indicazioni emerse da un’intervista ad un quotidiano tedesco, rilasciata dal presidente Profumo, il quale ha lasciato intendere che sono in corso approfondimenti per valutare la possibilità di contabilizzare tutti gli accantonamenti emersi in sede di asset quality review nel quarto trimestre.

 

Gli analisti di Equita SIM fanno notare che su 4,2 miliardi d euro di rettifiche complessive emerse dall’asset quality review, nei primi nove mesi dell’anno Banca Monte Paschi ha già registrato 1,1 miliardi di euro, cioè tutto l’impatto derivante dalla Credit File Review. Nel (Oslo: NEL.OL - notizie) quarto trimestre potrebbero quindi venire rilevati 3 miliardi, di cui 2,1 miliardi dalle proiezioni statistiche dei risultati della CFR e 1 miliardo su crediti performing.

Alessandro Profumo Fabrizio ViolaAlessandro Profumo Fabrizio Viola

 

 

  1. PARTERRE

Da “Il Sole 24 Ore”

 

IL BELGA FRERE ENTRA IN GARA PER LA VARESOTTA PETROLVALVES

Si rimescolano le carte nell’asta per il gruppo Petrolvalves, azienda di Varese attiva nel settore delle valvole per il settore petrolifero e controllata anche dal fondo Sator di Matteo Arpe, oltre che dalle famiglie Candiani e Lualdi. Secondo indiscrezioni l'advisor Banca Profilo starebbe infatti dialogando con due soggetti finanziari: cioè il family office della famiglia tedesca Thyssen e il private equity Cvc.

 

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Sarebbero invece usciti dal processo i due industriali americani in gara fino a un mese fa, cioè Imi e Pentair. Nel frattempo, altri due potenziali acquirenti avrebbero chiesto di rientrare nella procedura. Ma la novità più ghiotta è la possibile offerta del finanziere belga Albert Frere, uno degli uomini più ricchi del Belgio a capo del Groupe Bruxelles Lambert. Frere potrebbe infatti allearsi con la famiglia Lualdi, azionista di minoranza che non vuole vendere e che ha anche avviato una causa civile al Tribunale di Milano per fermare la cessione di Petrolvalves.

 

In vendita c’è infatti il 60% dell’azienda lombarda in mano alle figlie del fondatore del gruppo, lo scomparso Mario Candiani: queste ultime due anni fa si erano affidate proprio ad Arpe per ragionare su cosa fare del loro 60% e il fondatore di Sator aveva deciso di affiancarle, acquisendo il 20% delle azioni. Al contrario il restante 40% dell'azienda è di proprietà della famiglia Lualdi. La valutazione di Petrolvalves è di 1,1 miliardi (di cui 200 milioni in cassa), anche se il recente crollo del prezzo del petrolio potrebbe influire sul valore finale dell'azienda. (C.Fe.)

 

ANCHE I PERITI DI EPPI NEL CAPITALE DI FICO

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Partono i lavori di Fico la cittadella del cibo che sorgerà alle porte di Bologna con la partecipazione di Eataly, il Comune di Bologna e il Caab il centro agroalimentare della città e una serie di investitori privati entrati nel fondo immobiliare Pai gestito da Prelios. L'ultimo a sottoscrivere nuove quote per 5 milioni di euro è stato l'Eppi l'ente dei periti industriali attraverso il fondo di investimento Fedora in cambio di un posto nel comitato scientifico di Fico, presieduto da Andrea Segré, che ha il compito di promuovere progetti di divulgazione scientifica all'intero del parco.

 

Nel comitato siedono rappresentanti degli architetti, medici, periti agrari, agrotecnici. Nell'attesa che si facciano avanti investitori esteri, anche la camera di commercio di Bologna ha arrotondato da proprio quota a 3 milioni di euro. Con l'entrata dei nuovi soci il Comune attraverso il Cabb è sceso al 46% dal 49% in Fico. Finora il fondo ha raccolto circa 50 milioni di euro risorse sufficienti per fare partire i lavori della Disleyland del food che prevede di aprire i battenti tra un anno. (Ma.Mo.)

 

DOPO F1, SAAB E AUTO ELETTRICHE TERMINA L’AVVENTURA DI SPYKER

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Il costruttore olandese di auto di lusso Spyker ha dichiarato fallimento. Lo ha reso noto la società, a cui dal 2 dicembre era stata concessa una moratoria sui pagamenti, ma che non ha ricevuto nel frattempo nessun finanziamento per risollevarsi. Da quando è stata rilanciata, nel 2000, Spyker è andata sempre peggiorando. È stata infatti proprietaria per breve tempo di una scuderia di Formula Uno e del costruttore svedese Saab accumulando elevate perdite.

 

Il fondatore e direttore esecutivo Victor Mueller ha affermato in una nota che «negli anni abbiamo intrapreso coraggiose avventure che hanno lasciato il segno sulla società, contribuendo all'attuale crisi». Malgrado tutto, comunque, «le ambizioni che avevamo 15 anni fa quando abbiamo creato Spkyer non sono scomparse. Lavorerei senza sosta per far rinascere Spyker e se riuscissimo continuerei a seguire il nostro obiettivo di fonderci con un costruttore di aerei elettrici per sviluppare vetture elettriche rivoluzionarie». (R.Fi.)

 

 

  1. PRADA RIFINANZIA IL DEBITO, SETTE BANCHE PER 5 ANNI

C.Tur. per il “Corriere della Sera” - Dopo Telecom, Snam e Pirelli anche la maison Prada approfitta delle favorevoli condizioni del credito bancario per rifinanziare con largo anticipo una vecchia linea di credito rotativa (revolving) che sarebbe andata in scadenza a maggio 2016. Il gruppo del lusso guidato da Patrizio Bertelli ha chiamato a raccolta sette istituti per un’operazione di cui è stata arranger Banca Imi.

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Risultato: la firma di una revolving di 315 milioni a cinque anni cui hanno partecipato con ticket d’importo uguale Intesa Sanpaolo, Unicredit, Bnp Paribas, Credit agricole, Barclays e le due giapponesi Bank of Tokio-Mitsubishi e Mizuho. Nonostante l’andamento non del tutto brillante dei primi nove mesi (2,55 miliardi i ricavi, 319 milioni i profitti netti), Prada conserva una solida forza di cassa. La posizione finanziaria netta è attiva per 90 milioni anche dopo il pagamento di 281 milioni di dividendi e 353 di investimenti nel network di negozi. La nuova revolving serve piuttosto come riserva di credito da utilizzare per assorbire i picchi di impieghi di cassa che ci sono anche in un mondo, il retail del lusso, poco ciclico.

 

  1. AIR LINGUS DICE NO A BRITISH AIRWAYS

Giu.Fer. per il “Corriere della Sera” - British Airways puntava a conquistare Air Lingus, ma la compagnia aerea irlandese ha respinto le avances non richieste. E’ stato il vettore britannico ieri sera ad annunciare che Air Lingus aveva rifiutato l’offerta presentata domenica da Iag, la holding che oltre a British Airways, controlla anche le spagnole Iberia e Vueling.

patrizio bertelli miuccia pradapatrizio bertelli miuccia prada

 

Il titolo Air Lingus era volato del 14% in Borsa a Dublino, prima di essere sospeso, dopo che il Financial Times aveva anticipato online la notizia del takover ostile da parte del gruppo guidato da Willie Walsh. Secondo Air Lingus l’offerta di Iag era «fondamentalmente sottovalutata». I due principali azionisti di Aer Lingus sono Ryanair, con il 29,8%, e lo Stato irlandese, con il 25,1%. L’anno scorso la Commissione Ue ha imposto il veto a un progetto di acquisizione di Air Lingus da parte di Ryanair, che ha cercato per 3 volte di rilevarla dal 2007 .

 

  1. EASYJET, IL TURBO A FIUMICINO

C.D.C. per il “Corriere della Sera” - Easyjet potenzia lo scalo di Fiumicino. L’aeroporto romano, nonostante l’accesa concorrenza con l’alta velocità ferroviaria, continua a fare gola alle compagnie aeree, comprese quelle del segmento «low cost»: oltre 35 milioni i passeggeri trasportati nel 2013, il 25% di tutto il territorio nazionale. E non è un caso che la compagnia inglese sia finita l’anno scorso nel bilancio di Adr (aeroporti di Roma Fiumicino) tra i vettori che hanno investito di più sullo scalo romano per nuovi collegamenti domestici, nell’Ue e sulle rotte già servite.

BRITISH AIRWAYS BRITISH AIRWAYS

 

Tendenza confermata nel 2014 e a quanto pare anche nel 2015. Perché ieri gli «arancioni» hanno annunciato per la prossima primavera 24 nuove destinazioni, 9 delle quali riguardano direttamente lo scalo di Fiumicino. «È la nostra seconda base italiana — ha confermato Frances Ouseley, direttore di EasyJet per l’Italia — e continueremo a fare investimenti in modo costante. In linea con il nostro piano nel resto d’Italia dove nel primo semestre 2015 aumenteremo gli investimenti del 5%» .