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«Gli andamenti positivi registrati nell’area dell’euro nella sfera finanziaria non si sono trasferiti appieno in quella economica» e la congiuntura nell’area «resta difficile». È un Mario Draghi realista, quello che, intervenendo al 24simo European Banking Congress a Francoforte, ribadisce che la Banca Centrale Europea userà tutti gli strumenti a sua disposizione, nell’ambito del mandato, per riportare il tasso di inflazione verso il 2 per cento. Non solo: il numero uno dell’Eurotower ha anche spiegato che il board è pronto «ad aumentare la pressione e ad ampliare ancora di più i canali di intervento, modificando di conseguenza le dimensioni, il percorso e la composizione dei suoi acquisti».
La reazione dei mercati
Parole che infiammano le Borse, a cui aveva già messo il turbo il taglio dei tassi della People Bank of China. Al giro di boa Madrid guadagna il 2,3% a 10.444 punti; Francoforte avanza del 2,01% a 9.674; Parigi +2,03% a 4.321; Lisbona +1,9% a 5.929; Amsterdam +1,34% a 422; Londra +0,99% a 6.745; Bruxelles +0,99% a 3.224; Zurigo +0,63% a 9,046. A Milano, il Ftse Mib segna un rialzo del 2,22% a 19,635, mentre l’All Share cresce del 2,13% a 20.736.
quantitative easing DOLLARO SIRINGA
Le prospettive negative
Secondo Draghi «è improbabile un forte rimbalzo economico nei prossimi mesi», e l’indice Pm i dell’eurozona diffuso ieri lo dimostra. In questo contesto, «l’andamento dell’inflazione nell’Eurozona è diventato sempre più problematico», ammette. La Banca centrale europea è «impegnata a ricalibrare le dimensioni, il ritmo e la composizione degli acquisti di titoli, se necessario, per rispettare il proprio mandato», dice Draghi, citando esplicitamente il quantitative easing messo in atto dalla Fed e dalla Banca del Giappone .
Per il banchiere ci sono «tutta una serie di politiche» oltre a quella monetaria, ad esempio sul fronte fiscale e strutturale, «che possono riuscire a riportare la crescita e l’inflazione su un percorso più solido, e tutti noi dobbiamo assumerci le nostre responsabilità in merito».
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