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Maria Teresa Cometto per “L’Economia – Corriere della Sera”
È una sfida epica quella di Tim Sweeney contro i Golia dell' high tech Apple e Google. Single, cinquantenne, ma eterno ragazzo che ama giocare e camminare nei boschi, 4.600 chilometri lontano dalla Silicon Valley, Sweeney è un Davide ben armato e accompagnato da un esercito di fedeli combattenti, i 350 milioni di utenti del videogioco Fortnite che ha sviluppato la sua società Epic game.
La «battaglia reale» - questo il nome della modalità più popolare di gioco di Fortnite - fra il Tim fondatore e ceo di Epic game e il Tim Cook di Apple si è scatenata a metà agosto quando l' azienda di Cupertino ha annunciato l' espulsione di Fortnite dal suo App store. La stessa mossa l' ha poi decisa Alphabet per il suo Google play store.
fortnite contro apple scimmiotta lo spot 1984
Il peccato di Sweeney: aver dato ai suoi utenti la possibilità di comprare i «beni virtuali» di Fortnite - accessori che costano fino a 10 dollari l' uno, mentre il videogioco di base è gratis - con un sistema di pagamento diretto a favore di Epic game, che così evita di versare a Apple e Alphabet la commissione del 30% sui suoi incassi e può anche offrire uno sconto del 20% ai giocatori.
Da tempo gli sviluppatori di app chiedono una riduzione della commissione del 30% che devono pagare per distribuire i loro prodotti sugli smartphone, i cui sistemi operativi sono controllati dal duopolio Apple (25% del mercato con i suoi iPhone) e Google (75% con Android). Contro quella tariffa hanno protestato anche grandi Internet company come Netflix, Facebook, Spotify e match.com.
«Combattiamo per la libertà delle persone che comprano smartphone di installare app da fonti scelte da loro, la libertà dei creatori di app di distribuirle come vogliono, e la libertà di entrambi questi gruppi di fare affari direttamente», ha scritto Sweeney in un tweet. Allo stesso tempo ha fatto appello in tribunale per bloccare l' espulsione di Fortnite dai negozi virtuali degli iPhone e dei telefonini Android e ha querelato Apple e Alphabet accusandole di comportamento monopolistico e anti concorrenziale.
travis scott concerto astronomical su fortnite 9
L' esito di queste battaglie legali può avere un enorme impatto sull' economia delle app per apparecchi mobili che solo nel 2019 ha registrato una spesa di 120 miliardi di dollari da parte degli utenti in tutto il mondo. E avrà anche un effetto sui profitti di Apple, che per continuare a crescere - oltre i 2 mila miliardi di dollari di valutazione raggiunti la scorsa settimana a Wall Street - punta sui servizi come la vendita delle app.
Proprio per stare lontano da Cupertino e dalla mentalità «di gregge» della Silicon Valley, Sweeney aveva deciso nel 1999 di trasferirsi - con il primo piccolo gruppo di sviluppatori di videogame della sua startup Epic - a Cary, una tranquilla cittadina di 135 mila abitanti nel Nord Carolina.
Fra i vantaggi: il basso costo della vita grazie a cui i suoi collaboratori potevano comprarsi una casa invece di stare in un minuscolo appartamento in California; e l' essere immersi nei boschi, fra l' oceano e le montagne, una caratteristica importante per Sweeney che ama la natura e le attività all' aria aperta, tanto da aver impiegato una parte della sua ricchezza - valutata 8,5 miliardi di dollari oggi da Bloomberg - per comprare centinaia di chilometri quadrati di foreste e conservarli come aree protette.
La startup - che all' inizio si chiamava Potomac computer systems e poi Epic megagames prima dell' attuale nome - Sweeney l' aveva fondata a 21 anni nella cantina della casa dei genitori, a Potomac, Maryland, dove è nato e ha vissuto fin quasi ai 30 anni. Il padre era un cartografo per il governo Usa, la madre una casalinga impegnata ad allevare Tim e i suoi due fratelli maggiori.
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Da piccolo Tim amava smontare e rimontare apparecchi meccanici ed elettrici. A 11 anni ha iniziato a programmare software su un Apple II Plus computer, regalato da un fratello. «Da allora in poi, sapevo che cosa volevo fare - ha raccontato in una intervista al Wall Street Journal -. Passavo più ore a programmare che a dormire o a scuola o a fare qualsiasi altra cosa».
Per dedicarsi completamente alla sua startup, specializzata nello sviluppo di videogame, Sweeney non ha finito gli studi di Ingegneria meccanica al college (ma nel 2018 la sua alma mater University of Maryland gli ha dato lo stesso la laurea).
A 30 anni era già abbastanza ricco, grazie al successo di un paio di prodotti di Epic games, da permettersi di soddisfare la sua passione per le auto di lusso: possedeva una Ferrari e una Lamborghini (ora preferisce spendere in foreste). Ma la svolta l' ha rappresentata Fortnite, una vera rivoluzione nel mondo dei videogame, fino ad allora dominato dai giochi venduti da Sony, Microsoft e Nintendo e fruibili solo sulle console dei rispettivi marchi.
Invece Sweeney ha ideato un modello diverso: Fortnite è gratis e - grazie a mesi di lavoro diplomatico del ceo di Epic games, che ha convinto i diversi produttori a collaborare - può essere giocato su qualsiasi console, computer, smartphone e tablet, di fatto è un grande social network. Fatturato e profitti Epic game li fa vendendo i «beni virtuali»: da metà luglio a metà agosto, per esempio, Fortnite ha generato vendite per 46,5 milioni di dollari su App store e Google play, un fatturato su cui però deve pagare la commissione del 30%.
tim sweeney l'uomo che ha inventato fortnite 1
Oltre ai giochi, Epic games ha altre fonti di reddito: Unreal engine, un programma di software usato da milioni di sviluppatori nel mondo per creare videogame e altri contenuti visivi come le app per allenare gli astronauti e gli effetti speciali di Hollywood; e Houseparty, una app per video-chat.
Dal 2012 Sweety ha un socio pesante, il big tech cinese Tencent che ha investito 330 milioni di dollari per il 48% di Epic games. Ma si sente sempre il paladino dei piccoli imprenditori di Internet contro i giganti del web. Lui si accontenta di poco. «Sono single, non sposato, senza figli.
Conduco una vita piuttosto semplice - ha detto al WSJ -. Mi piace camminare fuori dai sentieri e trovare cose che nessun altro ha visto prima». Mangia pollo fritto e beve diet Coke. Non sopporta giacca e cravatta. Gira in rollerblade nel parcheggio aziendale. Sara lui l' iconoclasta capace di incrinare lo strapotere di Apple & Co.?
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