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ENI OTHER DAY - NEL GIORNO DELLA RICONFERMA DI DESCALZI, SBUCA UNA NUOVA INCHIESTA PER ABUSO D'UFFICIO E TRAFFICO D'INFLUENZA SULLA BASE DI VERBALI SEGRETATI CON LE RIVELAZIONI DI PIERO AMARA, EX LEGALE ESTERNO DI ENI CHE HA DETTO AI PM MILANESI CHE L'AZIENDA LI AVEVA FATTI PEDINARE E DOSSIERARE - LA NUOVA INDAGINE È A BRESCIA, COMPETENTE QUANDO IN BALLO (ANCHE COME PARTI LESE) CI SONO MAGISTRATI DI MILANO
Luigi Ferrarella per il “Corriere della Sera”
«Traffico di influenze illecite» e «abuso d' ufficio» sono le due ipotesi di reato, attorno al processo milanese per «corruzione internazionale» Eni in Nigeria nel 2011, sulle quali da due mesi, senza che si fosse saputo, conduce una inchiesta la Procura di Brescia, competente per legge su fatti riguardanti magistrati milanesi o come rei o come parti lese.
Il delicato fascicolo, al momento senza indagati, ma nel quale il neoprocuratore Francesco Prete e il pm Ambrogio Cassiani hanno sinora interrogato come persone informate sui fatti il capo del team penale nell' ufficio legale Eni, Michele Bianco, e l' avvocato Alessandra Geraci, collega di studio dell' ex avvocato esterno Eni Piero Amara, non è una iniziativa di Brescia, e neppure è originato da una denuncia di qualche privato.
Ad innescarlo, invece, è stata la Procura di Milano.
Il procuratore Francesco Greco, con la sua vice Laura Pedio, a fine gennaio sono andati di persona in gran segreto a Brescia a portare a mano alcuni stralci dei verbali omissati resi tra fine 2019 e inizio 2020 da Amara: cioè dal legale (11 milioni di parcelle Eni nel 2011-2017) che a Roma e Messina per altre vicende patteggiò 3 anni e 8 mesi, e che nella stima dei pm milanesi è un valido dichiarante (con l' ex manager Eni Armanna con cui aveva cointeressenze economiche) a carico degli imputati.
Questi verbali di Amara, trasmessi a fine gennaio da Milano a Brescia, erano parte di quelli omissati che una settimana più tardi, il 5 febbraio nell' ultima udienza del processo Eni-Nigeria, i pm De Pasquale e Spadaro avrebbero poi cercato di introdurre in Tribunale per chiedere l' audizione in extremis (a istruttoria ormai chiusa) del teste Amara, non riuscendoci per il diniego del collegio giudicante Tremolada-Gallina-Carboni che ritenne la richiesta «nuova prova» non pertinente alla corruzione internazionale e non indispensabile per la sentenza sull' ad Descalzi, sul predecessore Paolo Scaroni e sugli altri imputati (requisitoria dal 10 giugno).
In quell' occasione i pm giunsero ad accennare il tema dei verbali segretati di Amara che volevano proporre in aula: «Interferenze delle difese di Eni e di taluni imputati nei confronti di magistrati milanesi con riferimento al processo» Eni-Nigeria, e «attività di grave e continua interferenza» sulla genuinità di Armanna che sarebbe stata condotta «a favore di Eni e dell' imputato Descalzi».
È dunque intuibile che questi siano gli atti che i pm milanesi hanno ritenuto di riversare, oltre che invano sul tavolo del processo, anche sul tavolo di Brescia, pur se l' assenza di indagati depone per la non specificità di queste dichiarazioni di Amara.
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