ENTI SERPENTI – SI RIAPRE LA BATTAGLIA TRA GLI ANALISTI DI MEDIOBANCA E LE FONDAZIONI CAPITANATE DALL’”ARZILLO VECCHIETTO” GUZZETTI - RIUSCIRA’ NEGO NAGEL A METTERCI UNA PEZZA ANCHE QUESTA VOLTA?

Carlotta Scozzari per Dagospia

Chi si ricorda dello scontro che si è già consumato nel 2012 tra gli analisti di Mediobanca e le Fondazione guidate da Giuseppe Guzzetti ha già preparato i pop-corn. Sì, perché il dotto papello sfornato ieri dall'ufficio studi dell'istituto capitanato da Alberto Nagel, dopo la "pax armata" siglata nell'estate del 2012, ha fatto di nuovo andare su tutte le furie l'"arzillo vecchietto" (copyright Diego Della Valle) che, nonostante la non più giovane età (a maggio soffierà sull'ottantesima candelina), è saldamente alla guida sia della Cariplo, ente grande azionista di Intesa Sanpaolo, sia dell'Acri, l'associazione che riunisce le Fondazioni bancarie.

"Le ipotesi del report", ha affermato Guzzetti questa mattina a margine di un convegno, "denotano una scarsa conoscenza del sistema delle Fondazioni. Ogni studio può essere utile ma poggia la propria autorevolezza sulla terzietà di chi lo promuove e lo estende. Il rapporto è di Mediobanca Securities: sono proprio terzi?", si è domandato l'ex democristiano sottolineando in maniera abbastanza esplicita il conflitto di interessi di Piazzetta Cuccia, che da una parte agisce come banca d'affari e dall'altra è dotata di un ufficio studi chiamato a fornire consigli di investimento e raccomandazioni che dovrebbero essere oggettivi.

Ma cos'è che ha fatto così arrabbiare Guzzetti? Nello studio appena pubblicato gli analisti di Piazzetta Cuccia ritornano su un loro cavallo di battaglia: le Fondazioni devono abbandonare l'azionariato delle banche. Questa volta, però, i toni paiono un po' più concilianti di due anni fa: se allora si suggeriva di uscire dalle banche per investire in titoli di Stato o nel settore delle utility, questa volta la raccomandazione è di continuare a sostenere gli istituti di credito ma in modo diverso, vendendo le azioni e acquistando i loro "Coco bond", ossia obbligazioni convertibili in azioni al verificarsi di alcune condizioni.

Nonostante i toni più garbati, lo studio ha risvegliato l'ira funesta di Guzzetti, che non vuole nemmeno sentire parlare della possibilità che gli enti abbandonino le banche. Cosa che implicherebbe, ad esempio, che la sua Cariplo uscisse dal capitale di Intesa, presieduta dal suo fraterno amico ottuagenario Giovanni Bazoli.

Certo, ad alimentare la rabbia del numero uno dell'Acri deve anche essere la tempistica dell'ufficio studi di Piazzetta Cuccia, visto che proprio adesso, nonostante le smentite non sempre convinte arrivate dalle parti, Guzzetti è impegnato in prima persona a organizzare una cordata di Fondazioni per rilevare dall'ente primo socio di Mps un bel pacchetto di azioni dell'istituto senese.

Tra l'altro, la banca guidata da Alessandro Profumo è alle prese con un aumento di capitale da 3 miliardi da chiudere entro maggio proprio con la consulenza di Mediobanca e Ubs. E siccome la vendita delle azioni in mano alla Fondazione Mps presieduta da Antonella Mansi non farebbe che facilitare l'operazione di ricapitalizzazione, chissà che questa volta il pensiero di Nego Nagel non sia in sintonia più con Guzzetti che con gli analisti che si trova in casa.

Già nel 2012 l'ufficio studi di Mediobanca se ne era uscito con uno studio di 150 pagine in cui dimostrava, dati alla mano, che se le Fondazioni avessero continuato a investire quasi esclusivamente nelle banche italiane avrebbero consumato tutto il proprio patrimonio e si sarebbero dirette verso il suicidio. E già allora Guzzetti si era inalberato e aveva ottenuto la convocazione di una conferenza stampa per parlare di Fondazioni proprio a casa dei "nemici" di Piazzetta Cuccia, con Nagel in persona a fare da paciere tra i suoi analisti e il quasi ottuagenario paladino degli enti.

"Le Fondazioni mi stanno simpatiche, perché lavorano e comunicano poco, un po' come facciamo noi", aveva detto allora l'amministratore delegato di Mediobanca, sancendo una tregua tra i due litiganti. Una tregua che si è appena rotta.

 

 

MARCO TRONCHETTI PROVERA E ALBERTO NAGEL FOTO BARILLARI Alberto Nagel e Roberta GUZZETTI SALZA GIOVANNI BAZOLI E GIUSEPPE GUZZETTILA SEDE DI MEDIOBANCA MATTEO RENZI E ANTONELLA MANSIantonella mansi