PER VENDERE A MOSCA, PASSIAMO PER PECHINO? - LE ESPORTAZIONI ITALIANE VERSO LA CINA, A FEBBRAIO 2023, SONO AUMENTATE DEL 131% RISPETTO ALLO SCORSO ANNO – L’ECONOMISTA ROBIN BROOKS INSTILLA UN DUBBIO SU TWITTER: “CON LE RESTRIZIONI ALLE ESPORTAZIONI IN RUSSIA, È INEVITABILE CHIEDERSI DOVE VADANO A FINIRE QUESTE MERCI" - VISTI GLI ENORMI RAPPORTI COMMERCIALI CON XI JINPING, COME FARÀ LA MELONI A STRACCIARE L'ACCORDO SULLA VIA DELLA SETA?

ROBIN BROOKS

1. LO STRANO BALZO DELLE ESPORTAZIONI ITALIANE IN CINA

Dal profilo twitter di Robin Brooks, capo economista di IIF (Institute of International Finance) e ex capo stratega della divisione FX di Goldman Sachs

Le esportazioni italiane verso la Cina, nel febbraio 2023 sono aumentate del 131% rispetto al febbraio 2022. Normalmente, questa sarebbe una buona notizia, ma con le restrizioni alle esportazioni in Russia, è inevitabile chiedersi dove vadano a finire queste merci. Forse si tratta di una "riapertura" della Cina, ma le esportazioni tedesche in Cina non hanno avuto un simile rimbalzo...

IL TWEET DI ROBIN BROOKS SUL BALZO DELLE ESPORTAZIONI ITALIANE IN CINA

2. FATTURATO DA 550 MILIARDI PER LE IMPRESE ESTERE IN ITALIA

(ANSA) - Sono 15.631 le imprese a controllo estero attive in Italia, impiegano 1,5 milioni di addetti, con un fatturato prodotto di quasi 548 miliardi e un valore aggiunto pari a 122 miliardi.

E' quanto emerge dal terzo rapporto dell'Osservatorio imprese estere di Confindustria e Luiss, presentato in occasione del primo meeting annuale dell'Advisory board investitori esteri (Abie) di Confindustria.

Queste imprese, si legge, "rappresentano solo lo 0,4% del totale delle imprese italiane, impiegano l'8,8% degli addetti, realizzano il 19% del fatturato, il 16,5% del valore aggiunto, il 26,8% della spesa in ricerca e sviluppo, il 32,3% dell'export e il 50,3% dell'import di merci".

L'Osservatorio indica che nel 2022, rispetto all'anno precedente, le imprese a controllo estero in Italia hanno registrato una crescita del 21% delle esportazioni, "che corrisponde all'incremento più alto in rapporto a tutte le altre tipologie di imprese che operano nel Paese".

MELONI XI JINPING 45

Dall'analisi emerge inoltre che le imprese estere in Italia "mostrano una minor propensione a disinvestire tra il 2019 e il 2022 rispetto a quanto succede negli altri mercati globali, preferendo restare nel Paese con un presidio per lo più a valle delle filiere internazionali".

Inoltre "alcune proiezioni - spiega l'Osservatorio - segnalano come, nonostante il nostro Paese sia stato colpito in modo importante dalla pandemia, non ci sia l'intenzione di dismettere le affiliate in Italia da parte degli head quarters".

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