DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Rita Querzé per il “Corriere della Sera”
Giuliana Albera e Marina Caprotti, proprietarie del 70% di Esselunga - rispettivamente seconda moglie e terzogenita del fondatore Bernardo - vogliono prendersi tutto il gruppo. Comprando il 30% della controllante Supermarkets Italiani dagli azionisti di minoranza: Giuseppe e Violetta Caprotti, i due figli che Bernardo aveva avuto dal primo matrimonio.
giuliana albera caprotti, vincenzo mariconda e marina sylvia caprotti
Che dovesse finire così era scritto. Nero su bianco nell' accordo che le due parti avevano firmato nel 2017, dopo la scomparsa di Bernardo. Ma la strada per arrivare al risultato sembrava quella della quotazione in Borsa. In occasione dell' Ipo Giuseppe e Violetta avevano preso l' impegno di cedere le loro azioni.
Ieri il cambio di programma. E la scelta del «piano B», anch' esso regolato dall' accordo del 2017. In pratica Giuliana Albera e Marina Caprotti «hanno esercitato il diritto di acquisto delle azioni della controllante possedute da Violetta Caprotti e Giuseppe Caprotti». L' opzione call prevede che il prezzo d' acquisto sia determinato da terze parti indipendenti, per la precisione tre arbitri. È possibile - spiega una nota diffusa dall' azienda - che una parte rilevante dell' acquisto sia «finanziata attraverso il ricorso al debito».
GIULIANA ALBERA CON IL MARITO BERNARDO CAPROTTI E LA FIGLIA MARINA SYLVIA
Dopo la morte di Bernardo la società continua a piazzarsi ai vertici del settore. La redditività del metro quadrato si attesta sui 16 mila euro, un valore che permette al gruppo di guardare senza soggezione ai migliori performer internazionali. L' emissione del bond da 900 milioni aveva visto una domanda pari a nove volte l' offerta. Segnali di buona salute che fanno stimare il 30% in mano a Giuseppe e Violetta come un piccolo tesoro da 3 miliardi di euro, o forse più.
Ma a questo punto la parola che conta sarà quella dei periti. I loro nomi dovranno essere condivisi dalle due parti.
Questo non significa che la loro valutazione debba essere automaticamente accettata.
Anzi. Fonti vicine a Giuseppe e Violetta lasciano intuire che se la proposta non fosse considerata congrua la negoziazione non si fermerebbe.
Inoltre la valutazione dovrebbe essere legata ai valori del gruppo alla morte di Bernardo Caprotti. Da notare: l' accordo del 2017 prevede anche che se - una volta avvenuta la vendita del 30% - Giuliana Albera e Marina Caprotti vendessero a loro volta a un soggetto terzo entro sei mesi, e riuscissero a spuntare un prezzo maggiore, dovrebbero riconoscere a Giuseppe e Violetta il surplus intascato.
La negoziazione non è semplice. Ma sarebbe l' ultimo passo per separare i destini dei due rami della famiglia.
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