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CHE FINE FARÀ L’UOMO DEL “MONTE”? L’AD DI MPS, LUIGI LOVAGLIO, CHE HA GUIDATO LA SCALATA A MEDIOBANCA, SEMBRA AVERE I MESI CONTATI: IL SUO INCARICO È IN SCADENZA NELL’APRILE 2026 E L’AZIONISTA “FORTE” CALTAGIRONE PUNTA A SOSTITUIRLO. CIRCOLANO I NOMI  DELL’AD MORELLI, DI DEL FANTE OGGI A POSTE E DI MICILLO DI INTESA – CON L’ASSEMBLEA DI MEDIOBANCA DI DOMANI, SI CHIUDE L’ERA DI NAGEL E PAGLIARO. E INIZIANO I PROBLEMI PER LOVAGLIO: SAPRÀ GESTIRE UN GRUPPO DI BANCHIERI D'AFFARI ABITUATI A PARLARE CON I GRANDI CAPITALISTI E LE GRANDI IMPRESE?

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Estratto dell’articolo di Giovanni Pons per “la Repubblica”

 

LUIGI LOVAGLIO - FOTO LAPRESSE

Con l'assemblea di Mediobanca martedì 28 ottobre si concluderà ufficialmente l'era di Alberto Nagel e Renato Pagliaro alla guida dell'istituto. Il primo è stato ad per 17 anni, il secondo presidente per 15 anni. […]

 

Ma finirà anche l'era Cuccia che aveva privatizzato la banca nel 1987 per rendersi più autonomo dagli azionisti pubblici - le tre Bin controllate dall'Iri - mentre ora lo Stato, attraverso il 4,8% di Mps, ritorna a essere un protagonista, seppur indiretto.

 

Nei prossimi giorni finirà anche lo sfasamento temporale del bilancio Mediobanca, voluto da Cuccia, per allinearsi al nuovo azionista Mps, che chiude i conti al 31 dicembre. […]

 

Lovaglio, Nagel, Caltagirone, Milleri

E i nuovi azionisti prenderanno possesso di Piazzetta Cuccia nominando un nuovo cda, che si riunirà subito per assegnare le deleghe all'ad Alessandro Melzi d'Eril e al presidente Vittorio Grilli. Poi comincerà la nuova era dell'azionista Montepaschi guidato da Luigi Lovaglio, cui toccherà il difficile compito di sposare due culture bancarie molto diverse.

 

Lo si è toccato con mano nei primi due incontri tra i manager di prima linea. Lovaglio dal 2022 ha messo in piedi una squadra di banchieri specializzati nell'erogazione del credito, tenuti a stecchetto dal lato degli stipendi. Dall'altra si trova un gruppo di banchieri d'affari abituati a parlare con i grandi capitalisti e le grandi imprese, che ogni giorno devono inventarsi qualcosa per produrre commissioni.

 

RENATO PAGLIARO ALBERTO NAGEL

L'integrazione potrebbe anche funzionare ma bisogna capire chi tirerà la volata tra questi due gruppi. Lo si capirà meglio nei prossimi mesi ma intanto Delfin e Caltagirone, i due azionisti principali di Mps, rispettivamente con il 17,5% e il 10,2%, stanno già discutendo sul rinnovo del cda della banca senese di aprile 2026.

 

E le diversità di punti di vista sono già emerse, tra chi vorrebbe la continuità confermando Lovaglio (Delfin e il Tesoro che ha ancora il 4,8%) e Caltagirone che propende per una discontinuità.

 

Gli azionisti dovranno anche decidere chi presenterà la lista di maggioranza stando attenti a non far scattare il controllo sulla banca dal momento che le partecipazioni detenute sono a titolo finanziario non avendo i requisiti di capitale richiesti dalla Bce per il controllo.

LUIGI LOVAGLIO AL SENATO - COMMISSIONE DI INCHIESTA SULLE BANCHE - FOTO LAPRESSEFRANCESCO GAETANO CALTAGIRONE