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FINISCE MALE QUELLO CHE FINISCE BENETTON - ALESSANDRO ALL'ATTACCO DEI MANAGER DI FAMIGLIA: ''AUTOSTRADE NON È IL MIO MESTIERE. DETTO QUESTO, TROVO VERGOGNOSO E INACCETTABILE QUELLO CHE ABBIAMO LETTO IN QUESTI GIORNI E NESSUNO PUÒ RIMANERE INDIFFERENTE'' - IL FIGLIO DI LUCIANO PER ANNI HA PROVATO A LIBERARE LA SOCIETÀ DAI MANAGER CHE LA GUIDAVANO, MA ALLA FINE LORO SI SONO LIBERATI DI LUI, FINO A SPINGERLO A RINUNCIRE ALLA GESTIONE DEL GRUPPO
ALESSANDRO BENETTON E DEBORAH COMPAGNONI
Tommaso Fregatti per “la Stampa”
Giovanni Castellucci non parla. L' ex amministratore delegato di Autostrade per l' Italia (Aspi) e di Atlantia si avvale dalla facoltà di non rispondere e annuncia che si difenderà, ma solo «dopo aver letto le oltre sedicimila pagine depositate a sostengo della misura cautelare». Invece Michele Donferri Mitelli, il suo braccio destro, risponde alle domande del giudice per oltre tre ore. Si difende dalle accuse e lancia frecciate a Spea Engineering, società in house che era incaricata dei controlli, e chiama in causa il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (Mit): «Entrambi erano informati dei pannelli pericolosi».
Quanto al ponte Morandi: «Tutti sapevano che i cavi erano corrosi, tanto che quell' aspetto era parte della relazione sul progetto di retrofitting del viadotto presentato un anno prima al Mit». Non sono mancati i colpi di scena negli interrogatori di garanzia degli ex vertici di Aspi, finiti ai domiciliari mercoledì scorso nell' ambito dell' indagine della Finanza per lo scandalo delle barriere antirumore pericolose.
Assente, per presunto contatto Covid, Paolo Berti, ex direttore generale delle operazioni: sarà sentito nei prossimi giorni. E nel pomeriggio arriva via Instagram anche la dura presa di posizione di Alessandro Benetton: «Autostrade non è il mio mestiere. Detto questo, trovo vergognoso e inaccettabile quello che abbiamo letto in questi giorni e nessuno può rimanere indifferente rispetto a quanto è stato scritto».
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