DAGOREPORT – CON L'OPERAZIONE GENERALI-NATIXIS, DONNET SFRUTTA UN'OCCASIONE D'ORO PER…
Francesco Bonazzi per “La Verità”
Sdoppiare i poteri per conservare il potere. La trovata di Mauro Moretti per restare al comando di Leonardo -Finmeccanica anche in caso di condanna per la strage di Viareggio è semplice: nominare un direttore generale di assoluta fiducia e rimanere amministratore delegato.
La separazione delle due cariche, oggi cumulate dall' ex gran capo delle Ferrovie dello Stato, sarebbe già stata sottoposta a Palazzo Chigi e avrebbe ottenuto il via libera del premier, Matteo Renzi, che in questa delicatissima fase referendaria non vuole «vuoti d' aria» ai piani alti delle grandi aziende di Stato. Il prescelto per l' operazione è l' in terno Andrea Parrella, direttore degli affari legali e societari, ovviamente anche lui in arrivo dalle Fs.
Dopo il semaforo verde di Renzi, adesso ogni giorno è buono per la convocazione di un cda straordinario del gruppo di Piazza Monte Grappa, presieduto da Gianni De Gennaro, con all' ordine del giorno la nomina di un direttore generale.
Alla decisione, assai tormentata, Moretti è arrivato dopo lunghe riflessioni con i suoi legali e i manager di fiducia, ovvero quelli che lo hanno seguito due anni fa dalle Ferrovie.
Dai treni, del resto, arrivano i suoi guai, perché era lui il numero uno assoluto delle Fs il 29 giugno 2009, quando 32 persone morirono in un incendio scoppiato alla stazione di Viareggio. Lo scorso 20 settembre, dopo tre anni di udienze, l' accusa ha chiesto proprio per Moretti la condanna più severa, ovvero 16 anni per incendio colposo, omicidio e lesioni plurime colpose e disastro ferroviario.
La sentenza è attesa per metà novembre e già oggi, come imputato di reati gravi, il manager romagnolo rischia di vedersi ritirato da Palazzo Chigi il Nos, il nulla osta di sicurezza necessario per chiunque occupi posizioni di vertice nel settore delle armi e delle tecnologie militari. Ma con una condanna così grave il gran capo di Leonardo potrebbe avere problemi a entrare in molti Paesi, a cominciare dagli Stati Uniti.
Un problema non solo d' immagine, ma anche operativo. Proprio per mettere le mani avanti di fronte alle possibili critiche di chi, in caso di verdetto sfavorevole a Lucca, lo attaccherebbe sulla capacità di rappresentare pienamente Finmeccanica nel mondo, Moretti ha quindi deciso di fare un mezzo passo indietro.
Anzi, un quarto di passo indietro, perché è stata accuratamente scartata, salvo colpi di scena dell' ultima ora, l' idea di nominare un direttore generale forte come Fabrizio Giulianini, direttore per l' elettronica e classico uomo «di prodotto». Parrella è invece un valente avvocato, che ha gestito con abilità tutto il processo di «divisionalizzazione» del gruppo, con la scomparsa di quasi tutte l controllate e l' accentramento totale della gestione nelle mani di Moretti.
Un piano che ha portato a parecchi risparmi, ma che rischia di intaccare il core business di quello che sarebbe il principale gruppo manifatturiero d' Italia, dove per crescere di fatturato, alla fine, ci sono solo due strade (a parte le acquisizioni): investire sui prodotti e vincere le gare in giro per il mondo. E invece l' indecisione, anche personale, di Moretti, da mesi rischia di paralizzare il gruppo.
Ad esempio, il capo azienda ha temporeggiato due anni sulla proposta dei tedeschi di Cassidian che volevano vendere la loro divisione elettronica. A un certo punto Cassidian si è stufata e ha piazzato l' azienda a un fondo. La settimana dopo Moretti è andato dal fondo e naturalmente si è sentito chiedere il doppio.
Stesso film per il gioiello Avio, controllato dal fondo britannico Cinven (81%) e del quale Leonardo ha il 14%: il gruppo italiano da mesi valuta se comprarsela tutta, ma nel frattempo Avio ha ricevuto i soldi dallo stato italiano per i satelliti e ora costerebbe quasi il doppio.
In tensione anche il rapporto con Boeing, che per Leonardo è un cliente da un miliardo l' anno negli stabilimenti pugliesi, nell' ambito del programma «787». Moretti ha spedito al Sud Alessio Facondo a «fare ordine» e sono stati tagliati moltissimi fornitori. Il risultato è che ora Boeing ha messo sotto procedura di verifica l' intera filiera.
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