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Amalia De Simone per il Corriere della Sera
«Londra costituisce la principale piazza finanziaria mondiale. Circola tanto denaro, tra questi anche quelli di mafie italiane o straniere. Le mafie sono attratte da questo mercato perché è un mercato dove si fa affari molto facilmente». Il colonnello della Guardia di Finanza presso l’ambasciata italiana a Londra, Claudio Petroziello, lo spiega chiaramente: «Secondo l’Economic Crime Command dell’Nca, sono circa 195 i miliardi di sterline investiti ogni anno attraverso la piazza finanziaria di Londra. Qui fare affari è semplice ed è anche semplice nascondersi. E’ chiaro che proprio in mezzo a grandi volumi di denaro che circolano ogni giorno, è meno facile che vengano individuati degli investimenti di provenienza dubbia o chiaramente illecita».
«L’Inghilterra è vista come un territorio favorevole per molti gruppi criminali, incluse le mafie italiane per varie ragioni - spiega Anna Sergi, docente di criminologia e vice direttrice del centro di criminologia dell’Università di Essex - Innanzitutto per la posizione geografica: l’Inghilterra è uno dei porti di ingresso dell’Europa dalla rotta atlantica e ovviamente dall’America Latina. Quindi per quanto riguarda il traffico di stupefacenti, nonostante non sia la costa di preferenza, è comunque una porta importante. Parliamo del porto di Liverpool ma ci sono ovviamente tanti altri ingressi».
La ricercatrice chiarisce che Londra è la capitale della cocaina in Europa per quanto riguarda i consumi e di conseguenza il mercato è alle stelle ed è un mercato dai profitti elevatissimi. «Dall’altro punto di vista il sistema di contrasto a tutto il crimine organizzato, incluso quello mafioso, si ferma alle attività ‘visibili’. Quindi questo, oltre al fatto che è conveniente riciclare i soldi nel sistema inglese, rende l’Inghilterra molto attraente dal punto di vista delle mafie. Non bisogna mai dimenticare che le mafie vanno dove ci sono già i soldi. Ci devono essere i soldi per poter sfruttare i soldi».
Petroziello aggiunge anche che non esiste una operazione finanziaria o economica che non possa essere uno strumento di riciclaggio. «Operazioni straordinarie su società, operazioni su derivati. Ogni strumento che offre il mercato finanziario o il mercato degli affari in generale, può costituire operazione di riciclaggio. Si comprano immobili, si comprano società, si fanno investimenti attraverso società controllanti in offshore. I sistemi di riciclaggio oggi sono praticamente infiniti e Londra li offre tutti».
Le operazioni di riciclaggio, secondo Anna Sergi, sono molto creative ma hanno un unico scopo, che è quello di pulire i soldi, giustificare la provenienza come se fosse lecita. «Ci sono dei modi semplicissimi, come reinvestimento in attività legali come in ristoranti, proprietà, e questo viene fatto tramite dei broker e sono delle corporations o dei consulenti finanziari spezzano in tante piccole somme da investire in altrettante piccole attività, quello che a loro viene presentato come un patrimonio.
<C’è anche una facilitazione, per esempio quella finanziaria, che aiuta a muovere la proprietà di vari fondi e di vari assets (principalmente assets liquidi ma anche prodotti bancari come alta finanza, investimenti in borsa) e anche qui l’Inghilterra è debole perché ha un sistema estremamente propenso al paradiso fiscale. Di conseguenza è facile riciclare soldi se, come accade per le nostre mafie, si hanno le competenze per farlo».
Quello che emerge nel racconto di Anna Sergi è che basta sganciare un minimo la proprietà dalla sua provenienza illecita e nel momento in cui si fa un passaggio unico risulta difficile arrivare alla ownership principale. Oltre a questi, esistono poi dei sistemi molto più elaborati, legati quasi interamente a prodotti bancari o a trasferimenti di denaro su piattaforme diverse da quelle bancarie.
«Ad esempio c’è il sistema di cuckoo - spiega Sergi - che significa letteralmente fare ‘cucù’ da una parte e dall’altra ed è il trasferimento di denaro tramite Western Union, MoneyGram, TransferWise. Questi funzionano in modo che da una parte, per esempio in Italia o in Inghilterra, un cliente apre un conto con Western Union o TransferWise, chiedendo di trasferire per esempio 100 euro in Inghilterra; qui ci sarà qualcuno che ha accesso ai dati di registrazione e, in collusione con qualcun altro, può dire “quel cliente vuole trasferire 100, facciamo finta che abbia trasferito 300”. Quel 200 in più che viene messo a carico del cliente in realtà è denaro che viene riciclato».
Poi ci sono delle tattiche ancora più utilizzate e conosciute, come lo smurfing che consiste nel fare dei versamenti di denaro su conti individuali al di sotto della soglia permessa da qualsiasi banca a livello europeo per il controllo anti riciclaggio; o la modalità di creare delle piccole attività all’interno di commerci di nicchia o degli illegal betting shops, i negozi di scommesse. «Aprire un negozio di scommesse in Inghilterra porta un ciclo di contanti particolarmente elevato, ha una certa sua regolamentazione particolare rispetto ad altre attività, può essere un fronte per un riciclaggio di denaro».
Da anni, uno dei metodi di riciclaggio più utilizzati dalle mafie è quello di investire in società di scommesse online o più in generale nel sistema dei “giochi”. Alcune indagini su un clan pugliese, i Parisi, portano proprio a Londra. Infatti la Paradise Bet con sede nella capitale inglese farebbe capo al clan Parisi e per questo gli fu sospesa la licenza.
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