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DAGOREPORT - DA IERI SERA, CON LA VITTORIA IN GERMANIA DELL’ANTI-TRUMPIANO MERZ E IL CONTENIMENTO…
1- EADS: LA TRIBUNE, STATO FRANCESE MANTERREBBE 9% DOPO FUSIONE CON BAE
(Adnkronos) - Lo Stato francese, nel caso in cui andasse in porto la fusione tra Eads e Bae Systems, manterrebbe una partecipazione nella nuova societa'. A sostenerlo e' 'La Tribune' che cita fonti vicino al dossier sottolineando che i britannici, invece, ''avrebbero auspicato che Parigi si ritirasse completamente dal capitale di Eads''. La quota della Francia, dopo l'operazione, ''passera' dal 15% che detiene attualmente in Eads al 9%, quella di Lagardere dal 7,5% al 5%.
Complessivamente la Francia controllerebbe il 14% del nuovo insieme contro il 22,5% attualmente''. La quota del Germania scenderebbe dal 22,5% al 14%, quella della Spagna al 3% dal 5,5% attuale. In ogni caso, secondo lo schema allo studio, ''la Francia e la Germania manterrebbero una 'golden share' che permetterebbe ai due paesi di porre un veto sui dossier strategici. Il Regno Unito, che dispone di un simile strumento in Bae Systems, sarebbe intenzionato a conservarlo. Di fatto la nuova entita' non potrebbe subire opa''.
2- EADS: AIRBUS CHIEDE AL GOVERNO TEDESCO SOSTEGNO A FUSIONE CON BAE
(AGI/REUTERS) - Airbus, il gruppo aerospaziale di proprieta' di Eads, ha chiesto al governo tedesco di sostenere il progetto di fusione tra la controllante e la britannica Bae Systems. Lo comunica un portavoce dell'esecutivo di Berlino. I due colossi della difesa hanno comunicato mercoledi' scorso le trattative per una fusione che darebbe vita a una societa' in grado di surclassare la rivale di sempre, l'americana Boeing. Le voci di stampa secondo cui la Germania avrebbe gia' dato il benestare all'operazione, vista con perplessita' da Londra, sono state smentite da fonti industriali e politiche.
3- FINMECCANICA: TAJANI, BENE CONCORRENZA NO CONCENTRAZIONI
(ANSA) - ''Non tocca all'Unione europea bloccare il mercato e la concorrenza, l'importante e' che non ci siano concentrazioni''. Cosi' a Napoli, Antonio Tajani, vicepresidente della Commissione Europea e responsabile per l'industria e l'imprenditoria in merito all'annuncio di trattative per una possibile integrazione delle attivita' di Eads e Bae Systems. ''Finmeccanica e' una grande industria italiana ed europea che e' protagonista di tanti settori - ha aggiunto - e' importante per l'industria italiana poter essere protagonista in una competizione che non e' solo nazionale ma anche globale''.
4- LA FUSIONE EADS/BAE NON CONVINCE I MERCATI
Leonardo Maisano per il "Sole 24 Ore"
La nascita di un campione europeo della difesa e dell'aerospazio spaventa gli investitori e gela i politici, soprattutto quelli dell'Europa continentale, grandi azionisti di Eads. Alle "forti riserve" tedesche hanno replicato indirettamente i britannici. Londra inforca la lente del pragmatismo e in un giorno da dimenticare per i destini del Big Deal, appare la più possibilista. Le istituzioni politiche inglesi si sono smarcate dalla City e dalle piazze finanziarie decise, ieri, a mostrare il pollice verso nei confronti di un'operazione che è ancora in divenire.
Le azioni di Eads, dopo lo scivolone di due giorni fa, sono cadute ancora del 10,2%. Quelle di Bae che avevano fatto un balzo del 10 e più per cento quando è stata diffusa la notizia, ieri hanno puntato verso il basso con un meno 7,7 per cento. Fitch ha riconosciuto la «logica industriale dell'accordo» insistendo però sugli ostacoli che si alzano nella marcia verso il sì finale. Più severa Citi che ha ridotto da buy a neutral il titolo Eads sollevando dubbi sulle reali sinergie che potranno uscire da un gruppo con una capitalizzazione di 48 ( meno, in realtà , dopo la correzione di ieri) miliardi di dollari e vendite che superano i 90, ovvero il primo gruppo mondiale del settore in diretta concorrenza con Boeing.
Logiche industriali in chiave europea si pensava potessero accendere lo spirito più euroscettico di chi nel Regno Unito vede Bae come l'ultima grande impresa britannica, impegnata nella special relationship transatlantica. Le prime reazioni vanno nel segno opposto. Londra, al contrario di Berlino, pare benedire, al netto delle riserve espresse dei sindacati, un'intesa che darà a Bae il 40% del gruppo frutto della fusione con Eads.
Il governo fa sapere d'essere impegnato a tutelare «l'interesse pubblico», ma riconosce il senso commerciale dell'intesa. Che la via davanti a Bae e Eads sia "tortuosa e ardua" per usare le parole di Fitch, è evidente, ma non è affatto detto che debba essere anche lunga. Entro il 10 ottobre management e advisors delle due società intendono annunciare se «la cosa si può fare» o se è destinata a tornare nel libro dei sogni che da almeno un decennio narra di un mitologico campione europeo della difesa e della sicurezza.
L'ostacolo principale sono le partecipazioni, anche pubbliche dirette o indirette, di tedeschi e francesi e la determinazione britannica di mantenere la golden share che oggi esercita su Bae. L'idea, è noto, prevede di estendere una garanzia del genere anche a Berlino e Parigi. Senza dimenticarsi degli Stati Uniti di gran lunga maggior contractor di Bae. «C'è molto nervosismo negli Usa - ha spiegato John Louth direttore della divisione Difesa del Royal united services institute di Londra -anche perchè la lobby del settore è potente e le presidenziali sono alle porte.
Credo però che alla fine Washington si accontenterà di mantenere le tutele e le protezioni che già oggi Bae garantisce ai contratti per la difesa». John Louth non si nasconde le difficoltà , ma è ottimista. «Credo proprio che si farà e sono certo che sarà solo l'inizio. à partita la corsa al consolidamento del settore, fenomeno innescato dalla crisi che ha tagliato i bilanci della difesa di tutti i Paesi occidentali. Un gruppo Eads-Bae con un bilancio combinato delle dimensioni che avrà , punterà subito a fare nuove acquisizioni. I mercati si convinceranno: ho visto analisi che dimostrano che anche gli azionisti di Eads potranno beneficiare dall'operazione».
Le perplessità restano prevalenti, soprattutto quelle di ordine politico nell'Europa continentale e di ordine sociale nel Regno Unito. Unite, la maggior trade union britannica ha chiesto incontri urgenti con Bae, Eads e il governo per avere garanzie su i livelli occupazionali di «una società che sarà la prima impresa industriale britannica».
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