
DAGOREPORT - GENERALI, MEDIOBANCA, MPS, BPM: NESSUN GOVERNO HA MAI AVUTO UN POTERE SIMILE SUL…
SONO CRAUTI AMARI PER MERZ! – LA GERMANIA È SULL’ORLO DELLA RECESSIONE. NEL SECONDO TRIMESTRE, IL PIL TEDESCO SI È CONTRATTO DELLO 0,3% RISPETTO A GENNAIO-MARZO, QUANDO IL TIMORE DELLE TARIFFE USA AVEVA “DROGATO” EXPORT E PRODUZIONE INDUSTRIALE – IL PRESIDENTE DELLA BUNDESBANK, JOACHIM NAGEL, AMMETTE: “LA SITUAZIONE È DIFFICILE E PER QUEST’ANNO È POSSIBILE UNA STAGNAZIONE O UNA LIEVE RECESSIONE” – I CONSENSI PER IL CANCELLIERE MERZ SONO SPROFONDATI AL 30% E NEI SONDAGGI IL PRIMATO DELL’UNIONE DEI CONSERVATORI (CDU-CSU) È INSIDIATO DALLE SVASTICHELLE DI AFD…
Estratto dell’articolo di Gianluca Di Donfrancesco per “Il Sole 24 Ore”
friedrich merz e donald trump alla casa bianca foto lapresse 5
L’economia tedesca si scopre più debole e le prospettive di ripresa si allontanano. Nel secondo trimestre del 2025, il Pil si è contratto dello 0,3% rispetto al periodo gennaio-marzo, secondo le rilevazioni definitive diffuse ieri dall’Istituto di statistica (Destatis).
La stima preliminare ipotizzava una flessione dello 0,1%. Corretti al ribasso, e non di poco, anche i calcoli per il 2023 e 2024: per il 2023, la flessione diventa dello 0,9%, rispetto allo 0,3% fin qui indicato; nel 2024, si passa dallo 0,2 allo 0,5%.
Per evitare che compaia il segno meno anche davanti alla variazione del Pil del 2025, servirà un rimbalzo nella seconda metà dell’anno, quando però ci sarà da fare i conti con l’aumento generalizzato delle tariffe statunitensi al 15%, come stabilito dall’intesa del 27 luglio, che non è affatto piaciuta all’industria tedesca.
Per la Germania, che si gioca diversi decimali di Pil, diventa allora molto importante che l’Unione Europea concretizzi almeno la possibilità di riportare al 15% i dazi sull’auto, rispetto al 27,5% che gli Stati Uniti ancora minacciano di confermare […]
Gli effetti negativi delle politiche commerciali degli Stati Uniti si sono avvertiti già nel secondo trimestre: l’annuncio dei dazi ha spinto gli importatori americani ad anticipare gli ordini dall’estero, all’inizio dell’anno.
Questo ha drogato le prestazioni economiche di un grande esportatore come la Germania: nel primo trimestre, il Pil ha così potuto battere le previsioni, con una crescita dello 0,3%. L’effetto doping è stato però subito chiaro agli economisti, che avevano correttamente previsto l’arrivo della flessione. L’entità supera però le attese.
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Il presidente della Bundesbank Joachim Nagel
Nel secondo trimestre, le esportazioni totali di beni e servizi sono diminuite dello 0,1% rispetto ai tre mesi precedenti. Debole la produzione industriale, male gli investimenti, che tra aprile e giugno sono scesi dell’1,4%, mentre i consumi privati hanno fornito un sostegno molto inferiore alle attese.
Giovedì, la Banca centrale tedesca ha avvisato che la crescita del Pil potrebbe restare inchiodata allo zero nel trimestre in corso. «Le pessime prospettive per il commercio mondiale, la situazione ancora debole degli ordinativi e il basso utilizzo delle capacità esistenti dovrebbero continuare a frenare gli investimenti delle imprese», si legge nel suo report mensile.
FRIEDRICH MERZ - VOLODYMYR ZELENSKY - - FOTO LAPRESSE
«Il dato sul Pil del secondo trimestre ha deluso e per quest’anno è possibile una stagnazione o una lieve recessione», ha aggiunto ieri il presidente della Bundesbank, Joachim Nagel.
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Il Governo guidato da Friedrich Merz punta molto sul suo enorme piano di investimenti e spesa pubblica in infrastrutture e difesa, ma gli effetti si faranno sentire probabilmente solo nel 2026. Intanto, i consensi per il cancelliere sono sprofondati attorno al 30% e nei sondaggi il primato dell’Unione dei conservatori (Cdu-Csu) è sempre insidiato dall’ultradestra di Alternative für Deutschland.
alice weidel saluta elon musk al congresso di afd
Non ci sono solo ombre, però. All’inizio di questa settimana, l’indice Pmi composito ha mostrato che l’attività del settore privato ha accelerato inaspettatamente ad agosto (salendo ai massimi da marzo).
«L’economia tedesca riprenderà a crescere, anche grazie ai forti incentivi governativi agli investimenti. Inoltre, la percezione dell’incertezza della politica economica è diminuita con l’accordo commerciale tra Ue e Stati Uniti», ha affermato Marc Schattenberg, economista di Deutsche Bank.
friedrich merz keir starmer foto lapresse
joachim nagel (2)
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