LA GRANDE FUGA DA VIA SOLFERINO - DOPO PESENTI, ANCHE IL PRESIDENTE PROVASOLI MEDITA DI FUGGIRE A GAMBE LEVATE DAL CONSIGLIO DI RCS – SI AVVICINA IL D-DAY TRA ELKANN E DELLA VALLE…

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Antonella Olivieri per ‘Il Sole 24 Ore'

Almeno un terzo del consiglio Rcs è in potenziale rimescolamento con la prossima assemblea di fine aprile. Il board che era composto "originariamente" da 12 amministratori, oggi è ridotto a otto e a parte lo scomparso Giuseppe Rotelli, sostituito da Attilio Guarneri, altri non ne sono stati cooptati. A decidere sarà l'assemblea, ma potrebbe trattarsi di un terno al lotto a meno che il frastagliato (e ultimamente litigioso) azionariato riesca a mettersi d'accordo in qualche modo.

All'assemblea 2013 erano quattro i consiglieri venuti a mancare, per i motivi più disparati: Umberto Ambrosoli, Andrea Bonomi, Giuseppe Vita e Paolo Merloni. Si era deciso di ridurre il board a nove, sostituendo solo il consigliere di "mercato", Ambrosoli, con Laura Mengoni. Ora, salvo si decida diversamente, il consiglio in teoria dovrebbe ripartire da nove. Da sostituire c'è Carlo Pesenti che però, come Merloni, sedeva nel board in rappresentanza di un patto che non c'è più.

Ma alla ratifica dei soci dovrà passare anche la cooptazione di Attilio Guarneri, che ha preso il posto dello scomparso Giuseppe Rotelli, la cui quota è stata diluita dall'aumento di capitale al 3,37%, che salirà al 4,3% con l'esercizio della put da parte del Banco Popolare (un lascito dell'era Ricucci). In entrambi i casi si vota a maggioranza e, allo stato, non è chiaro quale maggioranza si potrebbe formare.

Il problema più grosso però si presenterebbe se fosse da sostituire anche il vertice, dato che, secondo indicazioni attendibili, il presidente Angelo Provasoli starebbe meditando se rimettere il mandato piuttosto che confermare ancora l'impegno per un altro anno, quanto manca alla scadenza "naturale" del consiglio più ballerino della storia recente di Rcs. Nel qual caso occorrerebbe mettere d'accordo - e non è impresa facile - almeno i maggiori azionisti per convergere su un nome di altrettanto elevato profilo.

Fatto sta che ieri il consiglio si è limitato a procedere agli "aggiustamenti" obbligati a seguito dell'uscita di Carlo Pesenti, che si è dimesso a metà del mese scorso, reintregrando, con l'inserimento di Luca Garavoglia, il comitato nomine, oggi composto tutto da indipendenti: gli altri componenti sono Roland Berger (presidente) e Laura Mengoni. In più ha proceduto alla nomina a segretario del consiglio Fabrizio Ferrara che, dal 1° marzo, ha assunto l'incarico di general counsel del gruppo.

Ora l'attenzione è spostata sui risultati 2013, all'esame del consiglio del 10, prima verifica "ufficiale" dello stato di avanzamento del piano messo a punto dall'ad Pietro Scott Jovane. «Aspettiamo fiduciosi, come tutti gli azionisti», ha commentato il presidente Fiat John Elkann, che è tra i principali sponsor dell'ad.

«Il management ha bisogno di stabilità e del sostegno degli azionisti - gli ha fatto eco Carlo Cimbri, ad di Unipol - Jovane sta cercando di fare il suo meglio in una situazione di assetto azionario non sufficientemente chiaro». In effetti, dopo il patto, non si può dire che Rcs sia diventata una public company.

 

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