
DAGOREPORT – IL REFERENDUM ANTI JOBS-ACT PROMOSSO DALLA CGIL DI LANDINI, OLTRE A NON ENTUSIASMARE…
Nicol Degli Innocenti per il "Sole 24 Ore"
Il governatore della Banca d'Inghilterra è preoccupato e lo ammette: Mervyn King ha dichiarato che la crisi dell'eurozona ha fatto deragliare la ripresa in Gran Bretagna e che il tempo ormai sta per scadere per un rilancio dell'economia a livello globale. Il governatore ha lanciato un appello a Germania, Giappone e Cina ad intervenire in modo deciso e assumersi il ruolo guida che loro spetta. Questi tre Paesi devono stimolare la domanda interna e aumentare le importazioni per aiutare i Paesi indebitati a rimettersi in carreggiata.
«Il 2011 è stato l'anno della ripresa riluttante, - ha detto King in un discorso. - Se non ci sará un riequilibrio tra Paesi in deficit e Paesi in surplus, a livello globale e specialmente nell'eurozona, ci troveremo di fronte a una ripresa che non è solo riluttante ma ricalcitrante». Il governatore, come il G20, chiede interventi decisi per risolvere la crisi, e avverte quando la situazione precipiterà per tutti i Paesi in surplus si pentiranno di non essersi assunti le loro responsabilità in tempo.
«Il peso del debito continuerá a crescere nei Paesi deboli e i Paesi forti scopriranno che i loro debiti saranno rimborsati in valuta deprezzata o non saranno rimborsati affatto», ha detto King. In attesa di interventi risolutivi, Paesi come la Gran Bretagna devono gestire il dilemma tra gli stimoli di breve termine necessari per sostenere l'economia e l'imperativo di lungo termine di ridurre le spese, ha sottolineato King, mentre i loro tentativi di rilanciare una crescita sostenibile basata sulle esportazioni vengono frustrati.
Il governatore ha anche difeso la decisione della Banca d'Inghilterra di ricorrere di nuovo al "quantitative easing", immettendo altri 75 miliardi di sterline nell'economia per rilanciare la crescita - decisione presa all'unanimitá dalla Monetary Policy Committee, come dimostrano le minute diffuse stamattina. King si è detto inoltre convinto che il tasso di inflazione, che secondo i dati ufficiali diffusi ieri ha toccato il 5,2% in settembre, ha raggiunto il suo apice e tornerà a scendere gradualmente verso il tasso programmato del 2 per cento.
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