DAGOREPORT - BLACKSTONE, KKR, BLACKROCK E ALTRI FONDI D’INVESTIMENTO TEMONO CHE IL SECONDO MANDATO…
Francesco Spini per la Stampa
Se siete nostalgici di salotti buoni, vi conviene forse fare un salto, stamattina alle 11, in Piazzetta Cuccia. Vi troverete faccia a faccia con i grandi nomi - o quello che resta - del capitalismo italiano: da Mediobanca a Intesa Sanpaolo, da Unicredit a Pirelli, fino a Unipol, Allianz ed Edison, Italcementi e Telecom. Sono quelli, o i loro eredi, che nel 1994 Enrico Cuccia, padre-padrone di Mediobanca, chiamò a raccolta per dare corpo all' intuizione di Umberto Veronesi e creare un' eccellenza italiana: lo Ieo, l' Istituto europeo di oncologia.
Oggi è giornata cruciale: si riunisce l' assemblea di questa istituzione. Dovrà decidere se dare o meno seguito alla manifestazione di interesse inoltrata alla loro attenzione da parte di due importanti imprenditori della sanità italiana. Gianfelice Rocca, a capo dell' Humanitas, e Paolo Rotelli, presidente del Gruppo San Donato, per dare vita rispettivamente, a un centro di eccellenza dell' oncologia e, con il Monzino (controllato dallo Ieo), a un gioiello cardiologico di caratura internazionale.
I soci dovranno decidere se è il caso o meno di vendere i due ospedali e avviare questa nuova avventura. Gli azionisti, more solito, sul punto si ritrovano divisi - ci crediate o meno - non su una questione di soldi e potere, ma sull' opportunità di cambiare un modello, quello di Ieo e Monzino, da sempre «no profit» in uno spiccatamente imprenditoriale, considerato incompatibile tanto dai consulenti dello Ieo (Borghesi Associati e Leonardo&Co) quanto dal Comitato scientifico dell' ospedale.
Il punto è che, più in piccolo, in una storia di sanità si ripropone lo schema degli Orazi e dei Curiazi - visto in Rcs prima e in Generali poi - che nel piccolo mondo della finanza italiana di oggi si chiamano Mediobanca e Intesa Sanpaolo. L' istituto di Piazzetta Cuccia, fedele al mandato del fondatore, è per la strenua difesa del modello «no profit». In ogni caso non venderà la propria quota del 15% che, anzi, sarebbe pronta a incrementare e che, secondo alcune indiscrezioni, starebbe già incrementando.
Non solo: il suo impegno è quello di un rilancio dello Ieo, con un piano in solitaria («stand alone», per chi mastica il finanziariese) al cui sviluppo sarà chiamato un consulente internazionale. L' istituto retto da Alberto Nagel inoltre ha ricevuto la disponibilità di alcuni investitori privati di acquisire quote di eventuali venditori. Questa mattina inoltre potrà contare sul supporto di altri grandi azionisti come UnipolSai, Unicredit, Generali, Banco Bpm, Italcementi, Telecom.
Dall' altra parte c' è Intesa Sanpaolo, socio con circa il 7% che con altri soci guarderebbe con maggiore favore e apertura alla proposta di Rocca e Rotelli. I due imprenditori, però, temono che tutto si riduca al solito scontro dell' alta finanza tra Mediobanca e la banca guidata da Carlo Messina.
Per questo hanno scritto un lettera ai soci dello Ieo in cui aprono a «un percorso di approfondimento dell' intero progetto da effettuare con un consulente strategico internazionale» e si dicono ora «fortemente interessati a prendere in considerazione un' acquisizione non totalitaria» dei due ospedali «sulla base di criteri valutativi condivisi».
Tra i soci qualcuno vuole vederci più chiaro. Pirelli, azionista col 6,5%, è per un approfondimento. Il gruppo guidato da Marco Tronchetti Provera, tenuto conto che lo Ieo è stato fondato per essere un centro di eccellenza, vorrebbe verificare lo stato dell' arte con il supporto dei migliori esperti internazionali per capire bene quali sono i percorsi che ne garantiscano lo sviluppo, senza chiusure pregiudiziali. Basterà oggi a evitare la conta?
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