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ILVA DEI DOLORI - IL GOVERNO E INVITALIA PUNTANO SU STEFANO CAO PER LA CARICA DI PRESIDENTE, CHE È APPANNAGGIO DEL SOCIO PUBBLICO – VISTO CHE A TARANTO NON C’È UN CAZZO DA FARE (IL RILANCIO DEL MERCATO DELL'ACCIAIO), IL MANAGER DOVREBBE MANTENERE LA SUA ATTUALE CARICA DI AD DI SAIPEM E NELLO STESSO TEMPO AFFIANCARE (E CONTROLLARE) L'AD LUCIA MORSELLI, CONFERMATA AL TIMONE DAGLI INDIANI DI ARCELOR

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Rosario Dimito per “il Messaggero”

 

arcelor mittal

Per il rilancio di Ilva, nella formula pubblico-privata della partnership fra Invitalia e ArcelorMittal, l' agenzia di promozione con l' avallo del governo pensa di spendere un pezzo da novanta del mondo industriale.

 

Nella nuova Am InvestCo Italia spa, che dopo l' ok dell' Antitrust europeo (entro il 5 febbraio) verrà ricapitalizzata da Invitalia con 400 milioni e una nuova governance, la presidenza - appannaggio del socio pubblico - dovrebbe essere attribuita a Stefano Cao, dal 30 aprile 2015 ad di Saipem, carica che dovrebbe mantenere. Il manager-ingegnere meccanico, romano di nascita, dovrebbe affiancare l' ad Lucia Morselli, confermata al timone da Arcelor.

STEFANO CAO

 

Salvo colpi di scena, quindi il duo Cao-Morselli guiderà nei prossimi anni la fase nuova, diventando una garanzia di rilancio del comparto dell' acciaio che deve affrontare una profonda trasformazione. Cao ha un curriculum di tutto rispetto con un expertise specifico in campo energetico.

 

Cresciuto in Saipem che è stato il suo primo impiego, nel 2000 lascia la società specializzata nella prestazione di servizi per il settore petrolifero per assumere nel gruppo Eni l' incarico di direttore generale divisione exploration & production. All' epoca il cane a sei zampe era guidato da Vittorio Mincato. Dopo una parentesi in Sintonia spa e successivamente presidente di Spig spa torna in Saipem assumendone la guida.

lucia morselli 1

 

IL PROFILO GIUSTO Secondo Invitalia, con queste esperienze rappresenta la figura giusta per affrontare una sfida così impegnativa a fianco della Morselli, coadiuvando un processo di rilancio che è più una scommessa.

 

Nel nuovo piano al 2025 è disegnato un percorso che potrebbe essere a ostacoli, visto che il ripristino di Afo5 viene rinviato di un anno al 2024 così come slitta almeno al primo trimestre sempre del 2024 il decollo di EAF, cioè del forno elettrico. I sindacati cui il progetto è stato presentato sono molto preoccupati.

 

ARCELOR MITTAL

«Sono trascorsi circa 40 giorni dall' accordo del 10 dicembre realizzato tra ArcelorMittal e Invitalia. Né durante l' incontro in videoconferenza con il governo del 22 dicembre né in quello in presenza con ArcelorMittal e Invitalia del 12 gennaio abbiamo ricevuto risposte concrete alle nostre preoccupazioni», spiega Rocco Palombella, da 11 anni segretario generale della Uilm.

 

«Abbiamo denunciato ripetutamente la mancanza di coinvolgimento del sindacato sulla modifica sostanziale del piano industriale. Il progetto di rilancio dell' ex Ilva presenta grandi limiti». Per il leader dei metalmeccanici, il primo riguarda i tempi di realizzazione.

 

ILVA DI TARANTO

«Cinque anni che si aggiungono agli oltre due trascorsi dall' accordo del 6 settembre 2018». Un ulteriore limite è il «non considerare l' andamento positivo del mercato dell' acciaio che è fatto di crisi cicliche che si manifestano con una velocità impressionante. In questo momento siamo in una fase di forte crescita, le nostre aziende manifatturiere lamentano una mancanza di acciaio: cosa accadrà nei prossimi cinque anni nessuno è in grado di prevederlo».

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