DAGOREPORT - L’ASSOLUZIONE NEL PROCESSO “OPEN ARMS” HA TOLTO A SALVINI LA POSSIBILITA’ DI FARE IL…
Francesco De Dominicis per "Libero Quotidiano"
In clamoroso ritardo sulla tabella di marcia, arriva oggi al consiglio dei ministri (salvo sorprese) il decreto sui rimborsi per i risaparmiatori traditi, quelli rimasti col cerino in mano dopo il salvataggio di Banca Marche, CariChieti, CariFe e PopEtruria del 22 novembre. In realtà arriva il provvedimento, ma i rimborsi no. O, meglio, ne arriveranno pochi. Di fatto, l' esecutivo di Matteo Renzi darà il via libera a un pezzo di carta straccia.
Perché le norme disegnate dagli esperti legali del premier sono costruite ad arte per sbarrare la strada agli arbitrati, vale a dire il percorso, gestito dall' Anticorruzione di Raffaele Cantone, che porterà a risarcire gli ex titolari di obbligazioni subordinate delle quattro banche «risolte» dal governo e dalla Banca d' Italia.
Il decreto stabilisce diversi requisiti per accedere all' arbitrato. E, come anticipato da Libero il 15 gennaio, tutto ruoterà attorno alla Mifid. Si tratta della direttiva Ue in vigore dal 2008 che ha introdotto, rendendoli obbligatori, i test allo sportello sui rischi legati agli investimenti. Il 2008 diventerà lo spartiacque. Chi risulta in possesso della «patente» finanziaria, adeguata all' acquisto di bond bancari subordinati, non potrà bussare alla porta di Cantone; né potrà farlo chi, fino al 2007, abbia semplicemente ricevuto allo sportello un' informativa scritta sui conflitti di interesse, cioè sul fatto che la banca stava vendendo un suo prodotto.
Una impostazione che, in pratica, taglia la strada all' 80-90% degli obbligazionisti, tutti, o quasi, in possesso della patente finanziaria o di documentazione consegnata quando hanno investito il proprio denaro. Una fregatura. L' intera faccenda, come promesso all' inizio da Renzi e pure da Cantone, andava gestita con valutazioni «caso per caso». È probabile, tuttavia, che il governo abbia voluto evitare di caricare l' Anticorruzione di una mole di lavoro extralarge.
Quell' ente, del resto, è stato creato per altro, per valutare appalti e contratti pubblici. Finanza e risparmio sono terreni diversi: richiedono competenze specifiche; senza dimenticare che la quantità di soggetti coinvolti, oltre 10mila persone, avrebbe messo in ginocchio Cantone. La questione, quindi, si ridurrà a circa 1.500 risparmiatori: tra questi verranno «selezionati» quelli che si spartiranno la torta degli indennizzi, quei 100 milioni di euro pagati dalle banche.
Agli altri non resterà che imboccare la strada dei ricorsi in tribunale con tutti i punti interrogativi del caso. I (pochi) rimborsi dovrebbero arrivare in tempi brevi e anche per questa ragione Renzi ha imposto la strada del decreto legge (subito in vigore) al posto di regolamenti ministeriali o di un decreto legislativo che avrebbe comportato un passaggio parlamentare di due mesi. L' obiettivo è chiaro: poter dire a stretto giro che i risparmiatori sono stati risarciti.
protesta dei risparmiatori davanti banca etruria 4
I paletti sui rimborsi sono inseriti in un unico testo sul settore bancario che conterrà anche la riforma del credito cooperativo. Non dovrebbero esserci sorprese: via a una holding unica per semplificare un mondo composto da 364 bcc, alcune mini. Dentro il testo anche misure per smaltire gli esuberi coi prepensionamenti e favorire le fusioni bancarie, revisioni delle procedure fallimentari (per snellire il recupero crediti) e il meccanismo, imposto dalla Ue, per smaltire le sofferenze che zavorrano i bilanci degli istituti.
protesta dei risparmiatori davanti banca etruria 3
Palazzo Chigi intende frenare l' attacco all' industria bancaria sui listini azionari: quando la norma è stata annunciata, però, la reazione dei mercati è stata negativa, visto che il complesso impianto di garanzie pubbliche sui prestiti bancari non rimborsati è poca cosa rispetto alla bad bank (una sorta di gigantesca discarica pubblica) promessa dal governo per oltre un anno e poi azzerata da Bruxelles.
I MANIFESTANTI PROVANO AD ENTRARE NELLA SEDE DI BANCA ETRURIA
E sulla bad bank si è aperto un caso, al Tesoro, scoperto dalla Notizia Giornale: la banca d' affari americana (tra altro da anni nella lista dei big che colloca i btp) ha lavorato come consulente del ministero proprio sul dossier sofferenze e contemporaneamente fa circolare report fra i clienti nei quali suggerisce di evitare le banche italiane. Comportamento legittimo, ma quanto meno singolare. Lo Stato di fatto paga per farsi sparare contro.
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