DAGOREPORT – AVVISATE IL GOVERNO MELONI: I GRANDI FONDI INTERNAZIONALI SONO SULLA SOGLIA PER USCIRE…
A.Gr. per la Repubblica
Cesare Geronzi, l’aveva detto che su Generali poteva finir male...
«Intanto spero proprio non finisca male, benché sia preoccupato. Gli anni passano e continua la grave situazione di instabilità di Generali, non più tollerabile. Ci riporta all’epoca in cui per statuto presidente e ad a Trieste venivano cambiati di anno in anno».
Allude all’imminente addio del direttore generale Alberto Minali?
«E le pare un fatto da niente, a un anno dall’uscita di Mario Greco? L’instabilità del vertice di Generali è determinata da quella che appare un’eterodirezione. È ora di impedire che un azionista possa essere in condizione di governare dall’esterno un’azienda così importante per il Paese, senza assumersi le relative responsabilità».
Ma nei suoi anni da presidente di Capitalia prima, di Piazzetta Cuccia poi quella eterodirezione di Mediobanca non le dava tanta noia.
«Se afferma questo dimentica quel che ho fatto da presidente di Mediobanca: sono stato io a volere la modifica dello statuto delle Generali che ampliava a tre anni il mandato dei vertici, anzi ho impedito che il cda fosse modificato a un anno dalla scadenza, una trovata per cacciare Antoine Bernheim anzitempo. Quanto a Trieste, a mia volta ci sono rimasto solo un anno, e ho fatto innovazioni anche radicali».
vincenzo maranghi con palenzona
Ce l’ha con Alberto Nagel perché l’ha pensionata anzitempo?
«Una provocazione positiva: se fossi azionista proporrei Nagel come ad di Generali: gli daremmo finalmente una chance per dimostrare tutto il valore che ha e toglieremmo di torno questo brigare che si fa in Mediobanca e davvero non ha più ragion di esistere, perché non è più il perno del sistema. Le ricordo l’esito dei recenti dossier Rcs, Telecom, Mps».
Mediobanca ha però utili e patrimonio che le rivali- tranne Intesa Sanpaolo - sognano.
«La differenza è che quasi metà dell’utile di Mediobanca viene dagli utili di Generali. Oggi Nagel campa di rendita sui sacrifici fatti da Vincenzo Maranghi, che per anni non distribuì dividendi per rafforzare la posizione in Generali. E quando nel 2004 vide che Generali rischiava la scalata da un gruppo di banche italiane, sacrificò se stesso. Quali investimenti, quali modifiche organizzative e di governance sono state fatte negli ultimi anni per far crescere il Leone, passato da secondo assicuratore europeo a quarto-quinto? ».
cesare geronzi Maranghi Cingano Cuccia Gero big
Se Intesa scala Generali sarà la madre di tutte le operazioni di sistema?
«Premesso che non so niente di quel che leggo sui giornali, faccio tre considerazioni: primo, certi azionisti reclamano l’italianità solo se ne hanno bisogno; secondo, l’italianità oggi si difende facendo diventare grandi le aziende, in un quadro di contendibilità che rimane un valore; terzo, per come conosco Giovanni Bazoli e i suoi manager, il loro avvento a Trieste non sarebbe assolutamente un danno».
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