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Andrea Montanari per “MF”
Il dossier è sul tavolo di Leonardo Del Vecchio da settimane. Ed è pronto a trasformarsi in un progetto operativo. L'imprenditore, azionista di controllo delle quotate (a Parigi) EssilorLuxottica e Covivio nonché uomo più ricco d'Italia con un patrimonio che sfiora i 27 miliardi di euro, è pronto a scendere in campo per il risanamento degli ospedali cattolici di Roma.
Il suo possibile intervento, secondo quanto riferito a MF-Milano Finanza da fonti finanziarie e politiche, si concretizzerebbe sotto forma di una donazione per un importo di 150 milioni a favore della Chiesa cattolica.
Di questa somma, un'iniziale iniezione di liquidità per 25 milioni sarebbe destinata alla ristrutturazione dell'ospedale Fatebenefratelli sull'isola Tiberina, per il quale, come già riferito da questo giornale, è in atto da mesi un'articolata trattativa tra il Vaticano e il gruppo San Donato della famiglia Rotelli, che è pronta sia a fungere da partner della struttura sanitaria sia a rilevarne la proprietà e avviarne la ristrutturazione sul modello di quanto fatto anni fa con il San Raffale di Milano.
L'intenzione di Del Vecchio, che per questo tipo di operazione non farebbe ricorso ai capitali delle società operative quotate né a quelli della cassaforte lussemburghese Delfin bensì alla fondazione che porta il suo nome e che ha in portafoglio il 18,64% dell'Istituto Europeo di Oncologia di Milano (il primo socio è Mediobanca con il 25,37% mentre il terzo è UnipolSai con il 14,37%), è donare la somma a un ente o a un'istituzione collegata direttamente al Vaticano nell'ambito di un percorso a sfondo solidale.
Al momento non sono trapelati altri dettagli del piano e delle intenzioni di Mister Luxottica, ma secondo indiscrezioni alte sfere della Chiesa cattolica avrebbero messo in stand by l'operazione con il San Donato per valutare questa nuova opzione, che riguarderebbe anche il Bambin Gesù presieduto da Mariella Enoc (anch' esso al centro di un processo di ristrutturazione e risanamento) e il Gemelli.
La questione degli ospedali è oggetto di attenzione e riflessione anche da parte di Papa Francesco, che affrontò l'argomento lanciando un monito sulla gestione delle strutture sanitarie durante l'Angelus recitato dal Policlinico Gemelli lo scorso 11 luglio.
Se questo piano andasse in porto, per il primo azionista di Mediobanca (18,9%) e socio al 5,5% di Generali (l'asse con il costruttore ed editore romano Francesco Gaetano Caltagirone in vista dell'assemblea della compagnia assicurativa per il rinnovo del board è sempre più solido) si tratterebbe di un successo non da poco rispetto al tentativo non riuscito di prendere il controllo dello Ieo-Monzino a Milano.
Tre anni fa Del Vecchio era infatti pronto a donare (sebbene secondo alcune interpretazioni si trattasse di un vero e proprio aumento di capitale, giudicato fortemente diluitivo dagli altri azionisti di spicco, tra cui Intesa Sanpaolo, Pirelli, Banco Bpm e Banca Mediolanum) ben 500 milioni di euro per sviluppare il polo oncologico fondato da Umberto Veronesi e Enrico Cuccia, storica guida di Mediobanca. Il progetto, come noto, non andò a buon fine e attualmente la gestione dello Ieo è portata avanti senza tensioni dall'amministratore delegato Mauro Melis
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