1. IL MARPIONNE INNAMORATO HA COMINCIATO GIA’ A PREPARARE LE OPPORTUNE MISURE NEL CASO IN CUI BERSANI ARRIVASSE A PALAZZO CHIGI: IN PISTA ALFREDO ALTAVILLA, IL MANAGER CHE A TORINO VIENE INDICATO COME IL SUCCESSORE QUANDO NEL 2014 L’IMPULLOVERATO SCEGLIERÀ DEFINITIVAMENTE L’AMERICA PER SPOSTARE GLI AFFETTI E GLI INTERESSI 2. IL PASTICCIACCIO BRUTTO DELLA SEA: NON SOLO UNA PESSIMA FIGURA PER IL DUPLEX TABACCI-PISAPIA (TORNA MESTIZIA MORATTI, TUTTO è PERDONATO!) MA IL DEFINITIVO SGAMBETTO A GAMBERALE: “C’È UN CONFLITTO DI INTERESSI CHE VA RISOLTO: IL GOVERNO CHIEDE DI PRIVATIZZARE E UN FONDO PROMOSSO DAL GOVERNO FERMA LA PRIVATIZZAZIONE” 3. ALFIO MARCHINI HA SCELTO IL MOMENTO PEGGIORE PER SCENDERE IN POLITICA CHÉ IERI È STATA LA GIORNATA DEL TRIONFO DEL PD CHE CON TUTTA PROBABILITÀ LO BUTTERÀ ALLE ORTICHE IGNORANDO IL PALAZZONE DI BOTTEGHE OSCURE REGALATO LORO DAI MARCHINI 4. QUESTA SERA MANDATE A LETTO I BAMBINI E GLI IPOCRITI: GERONZI ALL’”INFEDELE”

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1 - MARPIONNE MANDA A BOLOGNA ALTAVILLA PER DIALOGARE CON I "ROSSI" DI BERSANI
Le prime notizie sull'esito delle primarie Sergio Marpionne le ha ricevute nel cuore della notte a Detroit.
Non si sa se a dargliele sia stato l'ufficio stampa della Fiat oppure la giovane donna che è riuscita a penetrare oltre il maglione sgualcito e a lanciare frecce d'amore dentro il cuore del manager.

Quando ha saputo che il giovinotto di Firenze è stato travolto dal camion di Bersani, l'amministratore di Chrysler-Fiat ha comunque tirato un sospiro di sollievo. Una vittoria dell'amico di Davide Serra avrebbe riaperto la ferita della polemica scoppiata all'inizio di ottobre quando Marpionne scivolò in una gaffe strepitosa dicendo che Renzi era semplicemente il sindaco di una "piccola e povera città".

Nonostante la penosa marcia indietro quelle parole irritarono anche Bersani che dopo aver definito osé la sortita avventata, cominciò a picchiare in testa sulla gestione di Pomigliano e dei tanti piani, presentati e non rispettati dall'italo-canadese. Adesso è probabile che Marpionne stia cominciando a chiedersi che cosa succederà nel caso in cui il leader del Pd arrivasse a Palazzo Chigi.

Di Bersani conosce e apprezza, oltre al pragmatismo, il modo con cui ha gestito il ministero dell'Industria durante il governo Prodi dove si è comportato in maniera ben diversa da quel Corradino Passera che dimostra di non capire nulla della politica industriale ed è in caduta verticale.

Il dossier Fiat è pesante e nessuno ha capito che cosa ci sia oltre le buone intenzioni del Governo Monti di aiutare l'azienda nel processo di internazionalizzazione. Su questo tema il Marpionne innamorato si confrontera' con l'aiuto di Alfredo Altavilla, il manager che a Torino viene indicato come il successore quando nel 2014 sceglierà definitivamente l'America per spostare gli affetti e gli interessi.

Un segnale eloquente della scelta di Altavilla (nato a Taranto nel '63 e in Fiat dal 1990) è arrivato il 12 novembre quando ha sostituito al vertice dell'area europea e mediorientale di Fiat, Gianni Coda, l'uomo che dopo 33 anni di servizio ha lasciato l'azienda. D'ora in avanti sarà lui, Altavilla, a coprire il ruolo di ambasciatore di Marpionne a Bruxelles dove la case automobilistiche europee stanno premendo per ottenere qualche forma di agevolazione.

Altavilla ,che considera le auto come figlie, non potrà comunque distrarsi dalle piccole vicende italiane come ha dimostrato non più tardi di giovedì quando è riuscito a chiudere nella prefettura di Bologna un piccolo contenzioso sul quale anche Bersani aveva dedicato attenzione.

La vicenda riguardava la fornitura di una cinquantina di filobus a guida ottica sui quali la società Tper (Trasporti passeggeri Emilia Romagna) che gestisce il trasporto pubblico a Bologna e a Ferrara era entrata in conflitto con IrisBus, l'azienda di proprietà dell'Iveco che produce autobus e pullman. Con abilità Altavilla, che due anni fa era già stato nominato amministratore delegato di Iveco, è riuscito a far decadere tutte le rivalse di natura civile e amministrativa che la società pubblica emiliana aveva sollevato nei confronti dell'azienda controllata dalla Fiat.

La conclusione è stata una firma in calce alle 22 pagine di un complesso accordo che è stato elaborato dalle controparti con l'abile regia di un avvocato torinese che lavora nello studio Grande Stevens, uno dei due consigliori ,insieme a Gianluigi Gabetti, della Sacra Famiglia degli Agnelli. L'avvocato Briamonte era già salito alla cronaca quando alla fine di agosto si era dimesso da consigliere della Juventus in polemica con la società di Andrea Agnelli per la conduzione del processo sportivo all'allenatore Antonio Conte.
Per Altavilla è un ulteriore successo e per Marpionne un buon auspicio. Un piccolo segno di pace che apre spiragli di dialogo con i "rossi" amici di Bersani.

2 - SERRAVALLE E SEA FINITE NEL CESTINO SONO DUE PAGINE NERE, ANZI NERISSIME DI MILANO E DI GAMBERALE
Dopo il modesto risultato nel ballottaggio, Bruno Tabacci è tornato oggi nel suo ufficio al Comune di Milano dove a giugno dell'anno scorso il sindaco gli ha affidato l'assessorato al Bilancio.
Anche se di voti i milanesi gliene hanno dati pochi, questo politico che naviga dalla metà degli anni '80 è soddisfatto perché dice in polemica con i seguaci di Renzi che "non sono riusciti a sporcare il voto". Qualcosa di grave invece è riuscito a sporcare l'immagine della Giunta milanese che avrebbe dovuto far dimenticare la stagione ingloriosa di Letizia Moratti di Rivombrosa.

La colpa sta tutta nella brutta vicenda della privatizzazione della Sea, la società di gestione degli aeroporti milanesi che il Comune di Milano voleva vendere per colmare il buco delle casse. Questa operazione camminava insieme alla privatizzazione della Milano-Serravalle, ma alla fine si è rivelata un flop di dimensioni colossali che butta un'ombra di incompetenza su tutti i soggetti che speravano di leccare la marmellata nel vasetto della società aeroportuale. Così nello spazio di pochi giorni la vendita del 18,6% della Serravalle e l'offerta in Borsa del 29,9% di Sea sono finite nel cestino come due pagine nere, anzi nerissime.

Tutto fa pensare che per quanto riguarda la seconda operazione a godere saranno soprattutto gli avvocati che a colpi di carte bollate si fronteggeranno in tribunale per difendere gli interessi del Comune e quelli del Fondo F2i di don Vito Gamberale, il manager di Castelguidone che con i suoi interventi a gamba tesa ha provocato la fuga dei 100 potenziali investitori della quota Sea messa in vendita dagli enti locali.

Una bacchettata sulle dita dei vari protagonisti l'ha data Massimo Mucchetti il guru "Corriere della Sera" che ha riservato strali pungenti a Gamberale e alla natura ibrida del suo fondo F2i messo in piedi nel gennaio 2007 su iniziativa della Cassa Depositi e Prestiti, di banche, casse e fondazioni bancarie e di capitali privati.

Scrive giustamente Mucchetti che le invasioni di campo di Gamberale nel momento in cui il Comune offriva al mercato il 29,9% di Sea hanno creato un problema che non è solo di natura giuridica: "c'è un conflitto di interessi che va risolto: il Governo chiede di privatizzare e un fondo promesso dal governo ferma la privatizzazione, due banche (Intesa e Unicredit) vogliono collocare le azioni Sea e quello stesso fondo - che è anche il loro fondo - la ferma" poi conclude : "né il Governo, né le banche possono permettersi il lusso di lasciare che la mano destra non sappia che cosa fa la sinistra".

Fin qui l'analisi di Mucchetti alla quale si aggiunge oggi un pesante attacco di Alessandro Penati che coglie l'occasione per dimostrare che la vicenda Sea conferma il totale disinteresse degli investitori stranieri. E questo, a suo dire, è provocato dal fatto che gli stranieri disertano un Paese dalle regole opache dove c'è un mercato dei capitali "asfittico, chiuso, dove i soldi girano come su una giostra per pochi".

La conclusione è amara per tutti: per Tabacci, Pisapia, le banche di Ghizzoni e Bazoli, e per quel Gamberale che con il suo movimentismo prepotente già nel mese di maggio aveva ricevuto la visita della Guardia di Finanza sollecitata dalla Procura di Milano per il reato di turbativa d'asta nella gara per la cessione della quota della Sea.

Lo spettacolo è semplicemente disastroso e fa bene Penati a spiegare quanto sia inutile suonare le trombe sugli investitori stranieri pronti a riportare capitali in Italia. Se questa è la situazione i viaggi di Monti ad Abu Dhabi, il blitz di Passera in Cina e gli appelli di buona volontà del ministro Terzi di Sant'Agata sono assolutamente inutili. Come inutile rimane il carrozzone di Invitalia, guidato da quel brizzolato calabrese di nome Arcuri, che punto sul vivo da una piccola nota apparsa nei giorni scorsi su Dagospia, ha risposto con una lettera difensiva che è un piccolo capolavoro di incultura manageriale.

3 - ALFIO CHE FAI?
L'ufficio stampa di Buckingham Palace nega categoricamente di aver sollecitato Alfio Marchini a scendere in campo per il Campidoglio.
È vero che tra le foto memorabili del 47enne imprenditore romano c'è anche quella in cui la Regina d'Inghilterra gli consegna una coppa dopo un torneo di polo, ma gli inglesi preferiscono non commentare la performance con cui ieri il rampollo di una storica famiglia comunista ha annunciato le sue intenzioni.

La platea femminile è rimasta comunque colpita dai tratti eleganti di questo ex-giovanotto che secondo un commento finale davvero esagerato di Lucia Annunziata, "è entrato nel Pantheon della politica".

Nel Pantheon riposano le salme dei sovrani e Marchini dovrebbe toccarsi i generosi attributi per questo encomio e per l'insistenza con cui gli viene attribuita l'amicizia con Massimo D'Alema, un leader che secondo la vulgata popolare non porta fortuna.
C'è anche chi invece di soffermarsi su queste lepidezze ha trovato piacevolmente invecchiato l'ingegnere, padre di cinque figli, e ha notato con enorme soddisfazione che è riuscito a sconfiggere la piccola balbuzie.

Il suo comunque non è stato "il discorso del re", ma un manifesto di passione politica che vorrebbe mettere a disposizione dei romani per mandare a casa il sindaco dalle scarpe ortopediche Gianni Alemanno. Forse il bel Alfio, che dicono si avvalga addirittura dei consulenti nella comunicazione di Obama, non ha scelto il momento giusto perché ieri è stata la giornata del trionfo del Pd che con tutta probabilità lo butterà alle ortiche ignorando le sue benemerenze e quelle di nonno Alfio e del prozio Alvaro che tanto hanno dato al partito comunista e al mondo dei costruttori romani.

A questo punto non si capisce davvero quali siano le forze che potranno far entrare il rampollo nel pantheon della politica. Una mano robusta potrà dargliela Massimo D'Alema, mentre Caltagirone (per gli amici Caltariccone) pur essendo un amico di vecchia data non sarà così sciocco da sponsorizzare un uomo che gli è stato vicino come un francobollo.
Lo stesso Marchini ieri ha confessato che probabilmente la sua candidatura è stata considerata da Caltariccone come un dispetto, e quando la "levatrice" televisiva Lucia Annunziata ha riportato il discorso sul conflitto di interessi e gli affari immobiliari, Alfio il bello si è quasi scandalizzato dicendo che i costruttori romani per i prossimi cinque anni non avranno i soldi per allargare i loro imperi.

Un cenno comunque l'ha fatto ai problemi che riguardano la manutenzione sui quali si potrà rianimare l'attività delle imprese costruttrici. Questo accenno forse non e' casuale anche se e' stato pronunciato per sgombrare il campo da eventuali conflitti di interessi.Il candidato sindaco cercherà consensi intorno a una lista civica dal perimetro largo. Dentro potrebbero entrarci l'Opus Dei e Comunione&Liberazione che in questo caso potrebbe assumere il volto di "Comunione&Manutenzione".

Il mondo cattolico è il bacino di riferimento ed è a questo che rivolgerà la massima attenzione perché come ha detto molti anni fa "devo ringraziare innanzitutto dio, perché niente si compie senza la sua volontà".E quella dei costruttori che considerano la manutenzione la strada della salvezza.

4 - GERONZI-NIGHT!
Avviso ai naviganti: "Si avvisano i signori naviganti che questa sera sarà opportuno mandare a letto i bambini prima delle 20,30 quando comincerà l'"Infedele".
Sembra infatti che in studio apparirà ,per la prima volta nella sua vita Cesarone Geronzi, impegnato a spiegare il contenuto del suo libro "Confiteor". Insieme all'ex-banchiere saranno presenti il co-autore Massimo Mucchetti e Salvatore Bragantini, l'ex-commissario della Consob che se manterrà fede alla sua natura spigolosa rivolgerà domande inquietanti sulle vicende che Geronzi ha vissuto negli ultimi 30 anni".

 

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