DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Michele Arnese per www.startmag.it
Sono “dannose” le voci giornalistiche su Unicredit che punterebbe a un’aggregazione con Lloyds Bank e a Abn Amro. Parola di Mediobanca Securities.
E’ un giudizio chiaro e tosto quello degli analisti dell’Istituto di Piazzetta Cuccia che hanno nel mirino le indiscrezioni scenaristiche pubblicate dal quotidiano Il Sole 24 Ore diretto da Fabio Tamburini.
Oppure la “pagellina” di Mediobanca riguarda, più che i rumors, anche i progetti aggregativi di Unicredit, che peraltro non ha smentito ma neppure confermato l’articolo del Sole?
Sono gli interrogativi che si stanno ponendo gli addetti ai lavori in queste ore. Ma dove nascono giudizi e polemiche? Anche perché Unicredit è azionista di Mediobanca, dunque il report di Piazzetta Cuccia è particolarmente significativo.
L’ARTICOLO DEL SOLE 24 SU UNICREDIT
Secondo quanto riportato da Il Sole 24 Ore in un articolo di Alessandro Graziani, Unicredit punterebbe a realizzare una grande aggregazione nel 2019: più difficili le strade che portano a Société Générale e Commerzbank, i dossier possibili, secondo la ricostruzione fatta, portano a Lloyds Bank e a Abn Amro. Visto che, come svelato nei giorni scorsi da Start Magazine, l’ipotesi di una fusione con Société Générale è sfumata al momento.
CHE COSA DICE MEDIOBANCA SU UNICREDIT
Ma perché da Piazzetta Cuccia si biasima lo scenario delineato dal Sole? Le complessità regolatorie, la situazione italiana e gli attuali livelli di valutazione in Borsa del titolo sono al momento ostacoli verso un più concreto esame del progetto. Per questo gli analisti di Mediobanca Securities ritengono che l’M&A siano percorribile solo una volta completato il percorso di recupero di valore da parte di Unicredit e ritengono le voci di aggregazione “dannose” al momento.
IL REPORT DI EQUITA E FIDENTIIS SU UNICREDIT
Anche altri analisti nutrono perplessità sul progetto Secondo Equita Sim, nelle operazioni transnazionali risulta difficile realizzare sinergie di costo significative, a parte nell’investment banking, e la realizzazione dell’operazione tra grandi banche “aumenta il profilo di rischio delle banche coinvolte e può più che compensare eventuali sinergie con impatto negativo sulla creazione di valore”: “Inoltre restiamo convinti che fino a che non si concretizzerà uno schema comunitario di garanzia dei depositi le fusioni cross-border in Europa hanno bassa possibilità di concretizzarsi”.
“A nostro avviso – sottolinea una casa di investimento italiana – la crescita dimensionale del gruppo potrebbe comportare aggravi regolamentari patrimoniali. Non riteniamo possibili a breve operazioni di M&A”.
E comunque, se di fusione si deve parlare, se ne riparlerà nei prossimi mesi: “Siamo d’accordo che un’operazione di M&A possa essere un’opzione per Unicredit , ma solo dopo il completamento del business plan al 2019: la stragrande maggioranza del pacchetto retributivo del senior management della banca è legata al raggiungimento degli obiettivi 2019”, notano gli analisti di Fidentiis.
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