DAGOREPORT – VENETO DI PASSIONI PER IL CENTRODESTRA: LA VITTORIA DI ALBERTO STEFANI È SCONTATA, MA…
METTETEVI AL RIPARO: LA BOLLA IMMOBILIARE CINESE E' SEMPRE PIÙ VICINA A ESPLODERE - DOPO EVERGRANDE E KAISA, PURE SHIMAO VA IN DEFAULT - IL GRUPPO È RISULTATO INADEMPIENTE PER 101 MILIONI DI DOLLARI - IL CRAC RIGUARDA UN'UNITÀ DEL GRUPPO, LA SHANGHAI SHIMAO CONSTRUCTION. LA NOTIZIA HA AVUTO IMMEDIATE RIPERCUSSIONI SUI TITOLI QUOTATI IN BORSA…
Dopo Evergrande e Kaisa un altro gruppo immobiliare cinese rischia di andare a gambe all'aria. Si tratta di Shimao, ritenuto finora uno degli sviluppatori immobiliari più affidabili e più attrezzati a superare le turbolenze del settore. Il gruppo è risultato inadempiente dopo aver ripagato solo 147 milioni di yuan di un prestito complessivo del valore di 792 milioni di yuan; lo scoperto dunque riguarda un controvalore di 645 milioni di yuan, pari a 101 milioni di dollari.
A rivelarlo è stata una società fiduciaria, la China Credit Trust, incaricata di raccogliere fondi per la compagnia e sovrintendere ai pagamenti. Il default riguarda un'unità del gruppo, la Shanghai Shimao Construction. La notizia ha avuto immediate ripercussioni sui titoli quotati in Borsa. Le azioni Shimao trattate a Hong Kong sono arrivate a perdere il 17% chiudendo poi in calo del 5,4% a 4,70 dollari di Hk. Le obbligazioni quotate a Shanghai sono invece crollate di oltre il 20%, tanto che la borsa ha sospeso le contrattazioni di tre bond per le fluttuazioni anomale.
Il bond con scadenza luglio 2022 era già crollato giovedì del 32,5%, mentre l'obbligazione con scadenza a settembre 2022 aveva perso l'11%. Non si tratta però dell'unico guaio per la holding immobiliare.
Secondo quanto riferisce Reuters, l'unità del gruppo Shanghai Shimao Construction ha proposto estensioni sulle scadenze per due Asset backed securities in scadenza nel mese per un totale di 1,17 miliardi di yuan (183,50 milioni di dollari. Le proposte vedrebbero la società rimborsare il 10% del capitale a gennaio, il 5% ogni mese da febbraio a novembre e il restante 40% a dicembre. Secondo l'agenzia le proposte difficilmente incontreranno l'approvazione dei detentori delle obbligazioni, e in questo caso si attiverebbero clausole di cross default che coinvolgerebbero altri bond.
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