CON YAHOO, CONTO DI PIÙ - MICROSOFT TORNA ALLA CARICA PER COMPRARE IL MOTORE DI RICERCA ANTI-GOOGLE - TRE ANNI FA BILL GATES SI VIDE RIFIUTARE UN’OFFERTA DA 44 MLD $ - E FU UNA BOTTA DI CULO: POCHI MESI DOPO IL TITOLO È CROLLATO, PERDENDO IL 40% DEL SUO VALORE - OGGI L’AFFARE SI CHIUDE CON 16-18 MLD $, MA LA CASA DI REDMOND HA SCATENATO GLI APPETITI: ANCHE LE MAGGIORI PRIVATE EQUITY (TRA CUI BLACKSTONE E SILVER LAKE) E LA CINESE ALIBABA VALUTANO L’ACQUISTO…

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1 - ALIBABA CERCA PARTNER PER COMPRARE YAHOO!...
Dagoreport da "The Wall Street Journal" - http://on.wsj.com/n9oNxW

La Cinese Alibaba ribadisce il suo interesse per l'acquisizione di Yahoo!, ma sottolinea che sta cercando partner americani per un'operazione che rappresenterebbe di gran lunga il passo più ambizioso mai compiuto dal gruppo verso l'estero. "Siamo interessati ad allearci con altre compagnie e ad investire. È una cosa buona per gli Usa e anche per gli altri", ha detto il Ceo di Alibaba Jack Ma.

Intanto fonti vicine alla faccenda, rivelano che la Silver Lake partners sta lavorando con il fondo canadese Pension Plan Investment e con Microsoft per presentare a loro volta un'offerta per comprare Yahoo!. Bill Gates ci aveva già provato nel 2008, offrendo 44 miliardi e ricevendo un netto rifiuto. Oggi un'offerta equivalente arriverebbe a 16-18 miliardi.

2 - MICROSOFT CI RIPROVA UN'OFFERTA PER YAHOO...
Marco Sodano per "la Stampa"

Bill Gates ci aveva provato nel 2008: respinto. Ora, a quanto pare, è pronto a ripartire per la carica su Yahoo, il motore di ricerca grande avversario di Google e dunque - per la proprietà transitiva - possibile avversario di Microsoft. Tre anni fa Gates aveva messo sul piatto la bellezza di 44 miliardi di dollari, ma Jerry Yang, che guidava il gruppo, rispose picche. Se ne sarà pentito: nei mesi successivi il titolo è crollato in Borsa fino a perdere oltre il 40% del suo valore. Un'offerta equivalente a quella del 2008, oggi, si fermerebbe tra i 16 e i 18 miliardi.

Nel frattempo miliardi di bit sono passati per la rete. Yang è stato sostituito da Carol Bartz, poi l'ha a sua volta ri-sostituita. Yahoo è passata attraverso una serie di cure da cavallo a base di tagli e l'ultimo bilancio - reso pubblico mercoledì - segna un calo degli utili del 26% che di suo è un dato pesante ma è stato comunque capace di battere le attese degli analisti. Yang nega di procedere dritto verso la vendita, ma il passato probabilmente gli consiglierà di pensarci bene prima di rinunciare nuovamente a un assegno, specie se sarà sostanzioso (tenendo conto della situazione attuale).

Anche perché pare che Microsoft non sia sola nella corsa: Secondo il Wall Street Journal, le maggiori private equity (tra cui Blackstone, Silver Lake partners, Tpg capital, Kkr, Bain capital e Carlyle) stanno valutando una potenziale acquisizione del colosso di internet, proprio perché Yang nelle ultime settimane ha parlato di aver «preso in considerazione varie opzioni strategiche».

La domanda che resta aperta è quanto capitale sarebbe necessario per presentare un'offerta accettabile e, di conseguenza, quanti investitori dovrebbero essere coinvolti nell'operazione perché abbia speranza di successo. La stessa Silver Lake partners, tra l'altro, pare stia lavorando con il fondo canadese Pension plan investment all'offerta in arrivo da Microsoft.

Il gigante del software, d'altra parte, ha bisogno di respirare aria nuova. Tra i suoi colleghi-avversari c'è Apple che va a gonfie vele, ma lo fa soprattutto con iPhone e iPad, cioè con l'hardware. Google corre come un treno, grazie all'apertura sulla rete. La sola produzione di software, dove la distribuzione ormai è tutta on line e i prezzi sono in caduta costante da un decennio (l'ultimo sistema operativo Apple non si trova più in negozio, si compra solo sulla rete), non dà margini sufficienti per assicurare una crescita robusta in futuro.

«Siamo pronti ad accompagnare gli utenti nel viaggio verso un futuro all'insegna della condivisione con un'ampia offerta di soluzioni cloud e servizi online, accessibili ovunque e attraverso qualsiasi dispositivo in ottica di una sempre maggiore interconnessione», ha commentato Emanuele Colli, responsabile della divisione Online di Microsoft Italia nei giorni scorsi commentando una ricerca che ha confermato anche nel nostro paese il successo dei servizi "cloud", cioè basati sulla nuvola di internet e non più sull'hard disk del portatile (e quindi condivisibili con smartphone, tablet e compagnia). L'acquisto di Yahoo potrebbe restituire lo smalto dei vecchi tempi al gigante di Redmond, sia pure con tre anni di ritardo rispetto ai piani originari.

 

 

STEVE BALLMERalibabaDIRIGENZA ALIBABABILL GATESMICROSOFT