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DAGOREPORT - DA IERI SERA, CON LA VITTORIA IN GERMANIA DELL’ANTI-TRUMPIANO MERZ E IL CONTENIMENTO…
Fabrizio Massaro per il "Corriere della Sera"
Non è stato senza seguito lo scontro all'assemblea di Montepaschi di fine dicembre tra la Fondazione Mps e la banca senese. La linea del presidente Alessandro Profumo di far approvare ai soci l'aumento di capitale da 3 miliardi con partenza a gennaio è stata bocciato dall'ente presieduto da Antonella Mansi, allora socio al 33,5%, proponendo invece uno slittamento a metà maggio così da guadagnare mesi preziosi per la ricerca di uno o più acquirenti per collocare almeno il 20% del capitale di Mps.
Ma Profumo - forte di un parere legale consegnato al board dal giurista Piergaetano Marchetti - aveva considerato la decisione in conflitto di interessi e aveva fatto ipotizzare, anche nelle comunicazioni ufficiali, un ricorso alla magistratura per un eventuale risarcimento del danno, mentre sarebbe stato difficile - come lo stesso parere di Marchetti riconosceva - ottenere effetti concreti da un'eventuale revoca della delibera, dati i tempi stretti per un ricorso di questo tipo.
Ora l'iter è stato avviato, con l'incarico all'avvocato milanese Alberto Santa Maria, docente di diritto commerciale all'università Statale, di verificare la fattibilità di un'azione della banca contro il suo socio di maggioranza: tra gli eventuali danni subiti ci sarebbero i 120 milioni di interessi sui Monti bond per il periodo gennaio-giugno.
Si tratta di un'evoluzione di quanto deciso lo scorso 14 gennaio al primo consiglio dopo l'assemblea, nel quale l'amministratore delegato Fabrizio Viola aveva presentato le dimissioni, poi ritirate. Ieri Mps ha confermato che la nomina del legale è stata decisa dal comitato parti correlate, che era stato attivato per gli approfondimenti tecnico-legali. Finora comunque non c'è alcuna decisione nei confronti della Fondazione. Ci vorrà qualche settimana perché il dossier torni all'ordine del giorno del consiglio.
Nel frattempo Mps si prepara ad approvare i conti 2013: il consiglio è fissato per martedì 11 aprile. Sulla base dei nuovi numeri si comincerà a ragionare di nuovo sull'aumento di capitale: il consorzio guidato da Ubs, Citi, Goldman Sachs e Mediobanca dovrebbe confermare la garanzia anche se ancora non c'è stato un impegno formale.
E gli occhi sono sempre puntati sulla Fondazione, che deve ancora trovare un compratore - con l'assistenza dell'advisor Lazard - per rientrare dei circa 300 milioni di debiti residui e rimanere in Mps con il 5% post-aumento (nella migliore delle ipotesi). Finora l'ente ha ceduto sul mercato poco più del 2% e starebbe continuando a vedere piccole quote sul listino grazie al titolo stabile a 0,18 euro. Al nuovo socio guardano anche le banche del consorzio e la stessa Mps, perché coprirebbe buona parte della ricapitalizzazione, rendendo più scorrevole l'intera operazione di ricapitalizzazione.
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