1- MONTI E DRAGHI KO. L’UNICO RISULTATO DEL G20 MESSICANO È STATO UNA BELLA FOTOGRAFIA DI GRUPPO. E C'È CHI ANNUNCIA UN EUROTERREMOTO ESTIVO DI INAUDITA VIOLENZA 2- MONTI È STATO SCHIAFFEGGIATO SONORAMENTE E VEDE COMPROMESSA LA VOGLIA DI OCCUPARE UNA DELLE PRIME POLTRONE EUROPEE QUANDO LASCERÀ IL GOVERNO; DRAGHI È UN VISCONTE DIMEZZATO CON IL PORTAFOGLIO PINGUE CHE NON PUÒ USARE COME VORREBBE 2- A CORTINA IL CAOS S’AVVICINA: I CISNETTOS SBARACCANO, GLI SPONSOR RESTII AD ESIBIRSI NEL LUOGO SIMBOLO DELLA RICCHEZZA PROPRIO MENTRE MONTA IL “DAGLI AL RICCO” 3- QUALCHE PENSIERINO SULLA RICONFERMA DI MUSSARI ALL’ABI DOVREBBERO FARLO QUEGLI SCIOCCHI CHE INSISTONO A PONTIFICARE SULLA “REPUTAZIONE”, UN VALORE CHE ORMAI HA PERSO OGNI SIGNIFICATO. SOPRATUTTO DOVE SI AGITANO I POTERI FORTI 4- UN’ALTRA PICCOLA CRISI DI NERVI PER SARMI: IERI DI NUOVO IN TILT LA PIATTAFORMA IBM

1- MONTI E DRAGHI KO. L'UNICO RISULTATO DEL G20 MESSICANO È STATO UNA BELLA FOTOGRAFIA DI GRUPPO. E C'È CHI PREANNUNCIA UN TERREMOTO ESTIVO DI INAUDITA VIOLENZA
Da ieri sera all'ora di cena una nuova parola è entrata nelle mense delle famiglie italiane che seguono con ansia le vicende dell'economia.

Dopo aver impiegato alcuni mesi per capire che cosa sono lo spread, il credit crunch e il default, adesso è la volta del paracetamolo, l'analgesico che con disinvoltura è stato citato dal portavoce dell'Unione europea, Amadeu Altafai Tardio, per bocciare la ricetta anti-spread di Mario Monti. Per fortuna ci sono stati giornalisti come Enrichetto Mentana che ancor prima di iniziare il telegiornale ha spiegato subito che il paracetamolo non è nient'altro che la vecchia tachipirina usata dalle nonne per abbassare la febbre.

A Bruxelles il giovane portavoce ha detto che l'analgesico proposto dal Professore di Varese non sarebbe nient'altro che "una soluzione provvisoria in grado di togliere il malessere ma di non rimuovere le cause dei problemi strutturali di Paesi come la Spagna e l'Italia, i più attaccati dalla speculazione".

E per essere più chiaro ha aggiunto che nel G20 messicano ,dove per l'ennesima volta l'unico risultato è stato una bella fotografia di gruppo, non si e' mai parlato della ricetta anti-spread. Per Mario Monti questa bocciatura è il primo schiaffo sonoro che gli arriva da quando a novembre ha preso le redini del Governo.

La sorpresa deve essere stata grande e sgradevole per l'uomo che dopo aver lavorato per cinque anni ai vertici della Commissione europea pensava di aver recuperato immagine e credibilità a Palazzo Berlaymont e nelle altre istituzioni di Bruxelles. L'idea che Monti riproporrà domani nel vertice quadrangolare di Roma (da sbrigare in gran fretta per consentire alla massaia di Berlino di tornare in Polonia per la partita Germania-Grecia) era di aprire il salvadanaio dell'Esm (European Stability Mechanism) per utilizzare a partire da luglio 500 miliardi destinati a salvare i paesi in crisi.Un'idea che sembrava ragionevole e invece e' stata sfottuta senza pieta' dagli eurocrati che sembrano sempre piu' incapaci e impotenti.

Lasciando da parte il "Financial Times" che oggi parla di Monti in lotta per la sua sopravvivenza politica, resta il fatto che lo "schiaffo" di Bruxelles è particolarmente sonoro e a nulla valgono le voci messe in giro dall'entourage di Palazzo Chigi secondo il quale la Merkel avrebbe un atteggiamento morbido nei confronti del progetto italiano.

Tutto fa pensare quindi che anche quello di domani sarà un incontro interlocutorio finalizzato a preparare le carte per il prossimo vertice europeo. Soluzioni sul tavolo non ne sono venute fuori al G20 messicano e non sono dietro la porta. E c'e' chi come l'economista napoletano Marcello De Cecco preannuncia un terremoto estivo di inaudita violenza.

In questo scenario dove il paracetamolo viene rimesso dentro il cassetto dei medicinali arriva il solito Roubini che ormai sembra diventato un redattore di "Repubblica". Non passa giorno che in maniera diretta o indiretta, l'economista americano con occhialetti da signorina snob, che ama le belle donne e l'Italia più di altre cose, non lanci i suoi anatemi. Anche oggi appare una sua breve intervista al giornalista Eugenio Occorsio con il quale sembra aver stretto un rapporto di confidenza quotidiana, e le sue parole sono ancora una volta apocalittiche perché sostiene che" l'unica opzione praticabile è l'intervento della troika in Italia e in Spagna."

A questo pessimismo aggiunge l'auspicio che la BCE allenti il costo del denaro, e qui arriviamo a parlare del secondo Mario di cognome Draghi che in queste ore sta cercando di uscire dal tunnel dopo il quale si intravede la catastrofe.

Tutte le opinioni più autorevoli insistono sul fatto che la BCE dovrebbe allargare i suoi compiti sul modello della Federal Reserve americana che ancora ieri per bocca di Bernanke ha dimostrato la volontà di buttare sul piatto altri miliardi di dollari per sostenere l'economia statunitense.

In Italia non mancano quelli che si spingono a condividere lo schiaffo a Monti sul paracetamolo, ma si battono per un intervento salvifico del presidente dell'Eurotower. Uno di questi è l'economista Marco Onado che dopo aver invocato un ruolo diverso e più ampio per la BCE scrive sul "Sole 24 Ore": "pensare oggi di cavarsela con una cura ricostituente del Fondo europeo o con l'ennesima promessa di una futura unione bancaria, significa ripetere le dolorose tappe che hanno visto continuamente peggiorare le condizioni del sistema bancario europeo".

Il risultato complessivo è che abbiamo due italiani, battezzati con lo stesso nome che stanno cercando di cavalcare la crisi, ma trovano ostacoli insormontabili.

Uno, Mario Monti, è stato schiaffeggiato sonoramente e vede compromessa la sua aspirazione di occupare una delle prime poltrone europee quando lascerà il Governo; l'altro, Mario Draghi, è un visconte dimezzato con il portafoglio pingue che non può usare come vorrebbe. Entrambi hanno pensato fino a ieri che a mettere i bastoni nelle ruote fossero soltanto la Bundesbank e l'egoismo miope della massaia di Berlino.

Adesso si è aggiunta anche la bocciatura "farmaceutica" di Bruxelles dove l'insipienza degli euroburocrati riuniti intorno al capezzale dell'economia e della finanza non riesce a capire che il malato tra un mese potrebbe tirare le cuoia.

2- A CORTINA IL CAOS SI AVVICINA
Clamoroso sotto le Tofane: Cortina e i Cisnettos divorziano. Dopo dieci anni il tendone bianco che ospitava d'estate e a Natale il circo dei vip, rimarrà vuoto. Come mai? Probabilmente quei furbacchioni della ditta "Enrico&Iole" hanno fiutato il vento, e preoccupati delle uova marce dei grillini di turno, hanno giocato d'anticipo. Del resto, Befera e la Guardia di Finanza hanno trasformato Cortina in una specie di città proibita.

Da un lato, il blitz di Natale contro i possessori di Suv equiparati fiscalmente a straricchi ha lasciato il segno e fatto il vuoto: zero prenotazioni negli alberghi, voglia di evitare di essere considerati evasori solo perché si va in vacanza nella valle tutta d'Ampezzo, riluttanza di sponsor e relatori ad esibirsi nel luogo simbolo della ricchezza proprio mentre monta il "dagli al ricco".

Dall'altro lato, la slavina che ha surgelato, nei giorni scorsi, la giunta comunale, indagata dal Sindaco Franceschi in giù per presunti maneggi negli appalti. Inchiesta che, come se non bastasse, ha fatto arrivare ai giornali registrazioni telefoniche imbarazzanti (si pretendeva che il capo dei Vigili non facesse i controlli con l'etilometro per non perdere i voti degli ampezzani ubriaconi). Tanto che il Sindaco, nonostante fosse stato appena rieletto, ha deciso di ritirare la candidatura di Cortina per le Olimpiadi invernali del 2017, facendolo annunciare da una dozzina di turisti municipali che si sono recati a spese dei contribuenti fino in Corea.

Ma che c'entra tutto questo con Cortina Incontra? Non sarà che il genovese Cisnetto è a corto di palanche? Di sicuro c'è che la kermesse costa un botto e le sponsorizzazioni di questi tempi sono merce rara. In più, Regione Veneto e Comune di Cortina non hanno mai tirato fuori un centesimo (ma 150 mila euro per far sostare il Giro d'Italia a Cortina li hanno cacciati). E poi c'è Roma Incontra che è decollata: assorbe impegno alle Cisnetto's girls e soddisfa, perché insistere con il baraccone cortinese?

Se i Cisnettos confermeranno la separazione (consensuale?), a piangere non saranno certo i cortinesi, che non li hanno mai amati, ma i tanti che avranno perso una ribalta famosa per le loro esibizioni. Cosa farà Aledanno senza le solite esternazioni di Ferragosto? E Sgarbi, Vespa, Bertinotti, Brunetta, Mieli, come faranno le vacanze senza riflettori? E dove si trasferirà lo struscio delle damazze in pantaloni alla zuava e cagnolini col loden, ammesso che si facciano ancora vedere sotto le Tofane?

3- LA RICONFERMA DI MUSSARI ALL'ABI E LA "REPUTAZIONE"
Chi ha modo di entrare nelle stanze dell'Abi, l'Associazione dei banchieri italiani, potrà cogliere l'aria soddisfatta del direttore generale Sabatini e dei funzionari che lavorano a Palazzo Altieri. La riconferma di Peppiniello Mussari al vertice dell'Associazione ha messo fine per il momento alla telenovela sulle candidature e consentirà per altri due anni all'avvocato calabrese di rappresentare il mondo della finanza.

Secondo l'opinione degli impiegati e dei dirigenti dell'Abi questa soluzione Peppiniello se l'è meritata non foss'altro per le battaglie che ha fatto a dicembre contro i diktat dell'Eba (l'organismo europeo che controlla lo stato di salute delle banche). In quell'occasione Mussari si incazzò in maniera furibonda anche perché dall'Eba era partito l'ordine di ricapitalizzare per oltre 15 miliardi MontePaschi, l'Istituto senese che l'avvocato calabrese ha lasciato nelle mani di Alessandro Profumo.

La designazione di Peppiniello è stata "bulgara" non solo per i suoi meriti ma anche per l'assenza di altri candidati. E qui si potrebbe fare qualche riflessione sul fatto che i saggi preposti alla ricerca del nuovo presidente non siano riusciti in questi mesi a trovare un'alternativa al boccoluto ex-presidente di MontePaschi.

Forse avrebbero dovuto ricorrere anche loro a quelle società di cacciatori di teste come Egon Zenhder che ha trovato la soluzione per i vertici di importanti istituti e continua a collaborare (a titolo gratuito, e non si sa perche') con il ministero di Corradino Passera per riempire le caselle di società e di enti controllati dallo Stato.

Anche Abramo-Bazoli, il mistico presidente di IntesaSanPaolo, ha dovuto ingoiare le riserve che aveva espresso sull'ex-presidente di MontePaschi disturbato da indagini della magistratura piuttosto vivaci. Il buon Bazoli si è allineato al plebiscito degli altri banchieri e si è buttato alle spalle le vicende dell'Antonveneta che hanno portato alla perquisizione dell'ufficio e della casa senese di Mussari.

L'applauso al boccoluto avvocato calabrese ,che in tenera età è salito a Siena dove ha trovato cordate di amici e fratelli così forti da spingerlo a guidare la più antica banca italiana, è corale e privo di retropensieri.

Qualche pensierino dovrebbero farlo quegli sciocchi che ancora insistono a pontificare sulla "reputazione", un valore che ormai ha perso ogni significato. Sopratutto dove si agitano i frammenti dei cosidetti poteri forti.

4- UN'ALTRA PICCOLA CRISI DI NERVI PER SARMI
Avviso ai naviganti: "Si avvisano i signori naviganti che Massimo Sarmi, il manager delle Poste dalle orecchie generose, ha avuto un'altra piccola crisi di nervi. Per l'ennesima volta ieri è andata di nuovo in tilt la piattaforma informatica costruita dall'IBM. La rete è saltata e per alcune ore ieri mattina migliaia di clienti non hanno potuto pagare l'Imu negli uffici sparsi su tutto il territorio. Secondo il "Corriere delle Comunicazioni" alcuni lavoratori sono rimasti bloccati fino alle 22,30 "senza indicazioni precise da parte dell'azienda sulle modalità necessarie per gestire l'emergenza".

 

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