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Sandra Riccio per “la Stampa”
MPS LINGRESSO DI ROCCA SALIMBENI SEDE DEL MONTE DEI PASCHI DI SIENA
Prosegue la cessione di crediti in sofferenza in casa Mps. Ieri la banca senese ha annunciato di essersi sbarazzata di circa un miliardo di prestiti ormai deteriorati da anni e divenuti inesigibili. Si tratta di un pacchetto di circa 18mila posizioni, contratte in gran parte con società e aziende, che sono entrate in sofferenza prima del 2009. La maxi-quota di incagli è stata ceduta alla tedesca Deutsche Bank che ora, con il suo veicolo Epicuro Spv, si occuperà della "valorizzazione" del pacchetto, peraltro già da qualche tempo sul mercato.
L' operazione di ieri, dice Mps, «ha evidenziato un forte interesse da parte degli operatori del settore». Si tratta di un messaggio incoraggiante per il sistema finanziario italiano che conta circa 200miliardi di crediti di difficile esigibilità. Allo studio del governo c' è già da tempo una bad bank che possa liberare le banche italiane dal pesante fardello e migliorare così la loro redditività.
quartier generale di Deutsche Bank a Francoforte
Come affermato da Mps, la vendita di ieri «è in linea con il piano di dismissioni di così detti non performing loan per un ammontare di 5,5 miliardi in tre anni». Di questi cinque miliardi, due erano in agenda per il 2015. Già a giugno era passato di mano un altro pacchetto da 1,3 miliardi di euro. Di sicuro l'operazione di ieri alleggerisce i bilanci della banca senese in vista di un possibile prossimo matrimonio. Sui listini il titolo ha reagito con un balzo di oltre due punti percentuali per poi chiudere con un rialzo più contenuto dello 0,40%.
Quella di Mps non è l' unica manovra miliardaria di questi ultimi giorni dell' anno: poco prima di Natale, Bnl ha visto ridurre di circa 900 milioni di euro il proprio valore nel portafoglio di Bnp Paribas, colosso francese di cui fa parte dal 2006. Il passo è una conseguenza dell' esame Srep della Bce per il 2016 e non è la prima operazione di questo tipo in quanto la banca romana, da poco guidata da Andrea Munari, era già stata svalutata di 297 milioni lo scorso anno e di altri 186 milioni nel 2013.
La banca di via Veneto a inizio dicembre ha siglato con i sindacati una riorganizzazione che ha coinvolto il consorzio del gruppo in Italia, Bpi (Business partner Italia) con l' uscita di 280 addetti con pensionamenti volontari e incentivati entro il 2018 e la stabilizzazione di un centinaio di precari, oltre ad altre 70 assunzioni a tempo indeterminato. Il piano di riorganizzazione focalizza la banca sul retail e prevede anche la chiusura di una quarantina di filiali .
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